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Insospettabili tradizioni automobilistiche d'Ungheria

Da Calcioromantico @CalcioRomantico
F.Szisz lascia i box (G.P. Francia 1906)

Baumgartner Zsolt, cedendo all'uso magiaro di anteporre il cognome al nome. Alla domanda "Conosci un ungherese che ha guidato in Formula 1?", questa l'unica possibile risposta. Esordio sul circuito di casa con la Jordan nel 2003 e poi un'intera stagione alla Minardi l'anno successivo. Patron Giancarlo in quel 2004 deve avergli detto che l'importante è arrivare in fondo perché se gli altri vanno fuori qualcosa ne può uscire e così il buon Zsolt arriva 9° a Montecarlo, 10° in Canada e, nell'ennesima gara a eliminazione, strappa addirittura un punto mondiale. A Indianapolis giunge, infatti, ultimo tra gli otto piloti che tagliano il traguardo, a tre giri dalla Ferrari di Michael Schumacher, ma questo basta. Poi Baumgartner ripiomba nell'anonimato automobilistico. 

Eppure un insospettabile primato nascondono le tradizioni automobilistiche d'Ungheria, anzi del regno asburgico d'Ungheria. Siamo nel 1900 e la passione per l'automobile comincia a dilagare, soprattutto in Francia dove sorgono tante piccole fabbriche di carrozze a motore. A Parigi, sfruttando i soldi di papà, anche i fratelli Louis e Marcel Renault ne hanno messo su una, ma loro le vetture non hanno solo voglia di venderle, hanno anche voglia di spremerle al massimo nelle corse su strada che organizza l'Automobile Club di Francia (ACF). Nella fabbrica dei Renault capita un ventisettene magiaro, Szisz Ferenc, ingegnere innammorato dei nuovi cavalli meccanici, che riesce a farsi assumere. Szisz è anche il meccanico di corsa di Louis Renault, ma la sua ascesa sarà indissolubilmente legata alla sorte di Marcel.

Insospettabili tradizioni automobilistiche d'Ungheria
Più forte e più spericolato del fratello, Marcel Renault al volante della vettura che porta il suo nome vince numerose corse nella categoria voiturette (meno di 400kg) e trionfa nella Parigi-Vienna del 1902. L'anno dopo la Parigi-Madrid sembra dover rappresentare la sua consacrazione, ma quando è nettamente in testa si schianta nei pressi di Poitiers. Marcel Renault non è il solo, perché la Parigi-Madrid è una vera carneficina. Allora l'ACF cambia rotta, abbandona le lunghe corse su strada e pensa a far disputare gare su anelli stradali stile Targa Florio. Così il 26 e il 27 giugno 1906 nei pressi di Le Mans su un circuito stradale di 100 kilometri viene organizzato il primo Grand Prix di Francia e dell'intera storia sportiva. Le Renault ci sono, ma Louis è rimasto profondamente scosso dalla morte del fratello, ha appeso il volante al chiodo e ha promosso pilota il suo meccanico ungherese, che nel frattempo si è fatto un po' di esperienza correndo in Francia la Coppa Gordon Bennet e negli States la Coppa Vanderbilt. 

Il circuito deve essere percorso sei volte in ciascuno dei due giorni di gara (per un totale 1238 kilometri) e le vetture partono a una a una ogni 90 secondi. Il 26 giugno Paul Baras su Braiser fa segnare il miglior primo giro, è ancora in testa alla fine del secondo, poi passa il testimone a Szisz che prende il comando e non lo molla più. L'ungherese si può permettere il secondo giorno di sostituire una sospensione e di arrivare lo stesso al traguardo con più di mezzora di vantaggio su una vera leggenda come Felice Nazzaro. L'italiano della FIAT si prenderà la rivincita l'anno successivo, in cui Szisz arriverà comunque secondo. È l'ultimo acuto del pilota magiaro che nel 1908 colleziona solo ritiri e allora decide di lasciare la Renault e di aprirsi una fabbrica in proprio. Un'ultima apparizione al Gran Premio di Francia del 1914 al volante di una Alda si conclude con un nuovo ritiro. Lo scoppio della Grande Guerra sancisce la definitiva fine della carriera del vincitore del primo gran premio della storia.

Szisz si arruola nell'esercito francese e, a fine guerra, si stabilisce definitivamente nei pressi di Parigi dove muore nel 1944. Nonostante tutto, una statua che lo ricorda è posta all'ingresso dell'Hungaroring, perché evidentemente gli ungheresi la loro unica gloria automobilistica provano a tenersela stretta. 

 


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