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Instamonth Aprile

Da Gynepraio @valeria_fiore

Credevo di no, e invece mi sto divertendo pure su Instagram. Sarà che ho cominciato a seguire dei profili interessanti, sarò che il numero dei miei followers è cresciuto (ovviamente parliamo di cifre ridicole, ma da qualche parte si deve pure iniziare), ma ci ho preso gusto. Sono arrivata a pubblicare anche 2 foto al giorno. E sì, i nuovi filtri mi piacciono. Ecco a voi Instamonth Aprile.

#food. Siccome io dico la verità e nient’altro che la verità, non me la menerò dicendo che in questo mese mi sono preparata alla prova bikini con una disciplina rigida e impeccabile. Non dirò nemmeno che ho fatto qualche strappo alla regola, o che ho ceduto alla mia golosità. Dirò la verità, cioè che ho mangiato come un rinoceronte bulimico, sono ingrassata di 2 kg e mi sto ammazzando di drenanti al sapor di alghe&morte. E’ stato deleterio un weekend di visita da parte dei genitori di voi-sapete-chi, forieri di cibi proibiti nel Gynepraio. Per mascherare la mia vergogna, ho fotografato anche cibi sani, tra cui un cavolo romano che ha ottenuto più likes di qualsiasi mio selfie degli ultimi 3 anni.

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Area cibi grassi: torta cioccolato&pere, colazione con cheesecake, muffii ai semi di papavero, mix di crescioni&piadine. Area cibi magri: cavolo romano, bacche di goji, mix di muesli&cereali per colazione

#casa. Nel mese di aprile, abbiamo scampato una tragedia annunciata:

la morte della Yucca gigante di voi-sapete-chi, improvvisamente afflosciatasi nonostante le cure e le attenzioni ricevute -e il costo totalmente spropositato della pianta e del relativo vaso, aggiungo io che sono venale-. Così devono sentirsi i padri che mandano le figlie a studiare da ereditiere nei collegi svizzeri, e poi loro diventano le amanti cocainomani di un chitarrista squattrinato. Insomma, con l’aiuto di un’abile amica giardiniera, l’abbiamo potata, spostata, trapiantata. In via preventiva, ho pensato di aiutare voi-sapete-chi a elaborare il lutto comprando una giungla di piante, fiori, vasi e relativi supporti. La Yucca ha capito che gliela stavo mandando, e si è ripresa. Buon per lei, insomma.

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Poltrona pigliatutto, poltrona pensatoio, mix di piante, piante nello studio per favorire concentrazione, fiori freschi

#torino. In queste settimane, a Torino ha fatto bel tempo. Il che, oltre a fare bene a corpo e spirito, mette in luce la straordinaria bellezza della mia città. Ci sono luoghi che danno il meglio di sé con un clima uggioso: Venezia, ad esempio, ma anche certi borghi medievali, acquistano un fascino speciale quando il cielo è coperto. Torino, secondo me, diventa bellissima con il sole e il vento gelido delle Alpi. Sì, esatto, quello che alza la gonna, gonfia i capelli e fa venire il cagotto, ma che volete, per la mia città questo e altro

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Rella di abiti e facciata di abiti al Gran Balun domenicale, vista del Po da sotto casa mia, museo del Risorgimento all’alba, ora blu al Parco del Valentino

#blog. Triste a dirsi, ho scritto solo 5 post in un mese, che sono pochini, cioè sono meno di 2 a settimana. Il che mi ha suggerito due riflessioni: lavoro troppo e sono troppo lenta per essere una blogger produttiva e assidua. Cerco di compensare ricondividendo (anzi “riciclando”, come ha detto lei) dei vecchi post ai quali sono affezionata: se seguite la fanpage di Facebook o il mio account di Twitter, li vedrete lì. Però, in compenso, inserire mie (auto)citazioni nei layouts di Canva è molto soddisfacente. Mi fa sentire un po’ Alda Merini, un po’ Bukowski, un po’ Francesco Sole.

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#tbt. Continuo, senza vergogna, ad aprire i miei armadi per tirare fuori scheletri, segreti di gioventù, errori e orrori stilistici. Sempre e solo di giovedì, grazie a Dio.

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Tunisia a 20 anni, rapata a 15 anni, sul water a 2 anni, truccata da baby squillo a 11 anni, in braccio a mia madre a pochi mesi

#farecose. Aprile non è stato un mese densissimo. Sono stata a vedere la bellissima mostra di Tamara de Lempicka, ho rispolverato alcuni libri di infanzia e di giardinaggio, mi sono fatta qualche inutile selfie. A parte una gita nel Pavese dove mia madre è stata ricoverata per una operazione chirurgica e un weekend in Romagna dai genitori di voi-sapete-chi, non ho fatto viaggi. In compenso, ho iniziato a studiare la Lonely Planet di Copenhagen perché dal 7 al 10 maggio mi ci recherò col mio recalcitrante fidanzato, destinatario anche di una miniraccolta di poesie a lui ispirate.

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Imparare a non far morire le orchidee, Mostra di Tamara de Lempicka, Eataly Forlì, Piazza Saffi a Forlì, guida di Copenhagen con raccolta di poesie, orrido selfie, riscoperta libri dell’infanzia per #ioleggoperché

#ootd. Ho comprato -con solo 2 anni di ritardo rispetto al resto del mondo- degli skinny jeans bianchi. Ho inaugurato gli ankle-boots-but-open-toe che mi ha regalato voi-sapete-chi per il mio compleanno. Per il resto, niente di nuovo sul fronte occidentale: ho solo rimesso i pochi vestiti vagamente primaverili che possiedo. La primavera non merita uno shopping ad hoc, mi spiace.

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Righe, denim, denim bianco, ankle-boot but also peep-toe, stringate anticazzo, blusa di Lady Marion

Come al solito, vi invito a segnalarvi dei profili imperdibili, vostri e non: specialmente se originali, artistici e possibilmente fedeli al principio originario di Instagram (=foto scattate ed editate tramite dispositivo mobile, che a far le fighe con la reflex siam capaci tutti). Come al solito, il mio account è @gynepraio, e se mi seguite tendenzialmente non mi offendo.


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