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Intecettazioni UNIPOL- BNL

Da Avvdanielaconte

Intecettazioni UNIPOL- BNL: il Gip respinge la richiesta di archiviazione nei confronti di Silvio Berlusconi

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Respinta la richiesta di archiviazione del PM delle accuse nei confronti di Silvio Berlusconi per la vicenda della fuga di notizie sull'intercettazione telefonica tra Pietro Fassino e Giovanni Consorte, l'Amministratore di Unipol - avvenuta all'epoca del tentativo di scalata di quest'ultima nei confronti della BNL -: il Gip di Milano Stefania Donadeo ha ordinato al PM di formulare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del Presidente del Consiglio.
Il Giudice ha anche disposto l'iscrizione di Maurizio Belpietro - all'epoca dei fatti Direttore del quotidiano Il Giornale, che pubblicò l'intercettazione telefonica - nel registro degli indagati con l'accusa di concorso nella rivelazione dei segreti d'ufficio. Per questa vicenda, poi, è stato già disposto il rinvio a giudizio di Paolo Berlusconi ed è stata definita con rito abbreviato la posizione di altri tre imputati.
A parere del Gip, il file con la conversazione telefonica rubato fu "un regalo ricevuto" da Silvio Berlusconi stante l'approssimarsi delle elezioni politiche"; la sua reazione quando gli è stata offerta l'intercettazione telefonica illegale non è stata "di disapprovazione, bensì di compiacimento e di riconoscenza".
Il Giudice ha precisato, poi, che la pubblicazione dell'intercettazione telefonica sul quotidiano "Il Giornale" "avrebbe leso, così come è stato, l'immagine di Piero Fassino".
La vicenda oggetto del processo penale in corso è la seguente: il 17 luglio 2005 fu captata una telefonata tra Pietro Fassino e Giovanni Consorte, nella quale il primo diceva:"abbiamo una banca?". L'intercettazione telefonica non era stata ancora trascritta e depositata presso la Procura, ma era soltanto un file in possesso della Guardia di Finanza coperto dal segreto istruttorio, quando, nel mese di dicembre del 2005, Roberto Raffaelli - Amministratore della società "Reserach control system", che aveva eseguito le intercettazioni telefoniche per conto della Procura - trafugò il computer che conteneva il file e lo portò a Silvio Berlusconi e al fratello Paolo nella Villa di Arcore in un incontro organizzato da un ex socio di quest'ultimo, l'imprenditore Fabrizio Favata, alla vigilia di Natale.
La circostanza è stata ammessa dallo stesso Raffaelli, dopo avere a lungo negato. 
L'intercettazione telefonica fu poi pubblicata dal quotidiano "Il Giornale" il 31 dicembre 2005, nonostante fosse coperta da segreto istruttorio.
Nicolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, ha definito la decisione del Gip di Milano "infondata", dichiarando che vi è anche una "conclamata" incompetenza territoriale
Maurizio Belpietro, si è detto sorpreso della notizia e ha dichiarato che "Io ho soltanto pubblicato sul Giornale l'intercettazione della telefonata tra Giovanni Consorte e Piero Fassino. Per il resto, di quella vicenda non so proprio nulla". E ha aggiunto, ricostruendo la vicenda, che "Mi è stata portata l'intercettazione e, come moltissimi altri direttori di giornale in casi simili, ho deciso di pubblicarla. Tutto qui. Ora vedrò le carte e cercherò di capire la decisione del Gip di Milano, che al momento non posso che reputare sorprendente".
Roma, 15 settembre 2011   Avv. Daniela Conte 
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