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Intel. È ora di decidere: o dentro, o fuori

Da Investireoggisicuro

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Questo febbraio ho scritto un articolo in cui affermavo che comprare azioni Intel sarebbe potuto essere un buon investimento, visto il patrimonio di brevetti e il possesso di ottime FAB di proprietà da parte della casa di Santa Clara. Difficilmente si sarebbe incappati in una grossa perdita.

Oggi, dopo nove mesi, le azioni Intel sono aumentate di circa il 10%, ed è giunto il momento di fare il punto della situazione. Nelle ultime settimane si è assistito ad una pericolosa escalation di novità che avranno delle grosse ripercussioni nel prossimo futuro, se si conosce il mercato PC e dei semiconduttori.

Analizziamo queste affermazioni, quindi, dal punto di vista del conoscitore del mercato PC e dei Semiconduttori. Intel, dalla fondazione, ha sempre prodotto da sé le proprie CPU, grazie anche a Fonderie di proprietà di ottimo livello. Negli ultimi tre lustri sono proprio queste FAB che hanno permesso ad Intel di rimanere competitiva nei confronti di AMD all'epoca degli Athlon64, per poi superarla e cancellarla dal mercato che conta (CPU x86 High Performance, Mobile e per Server). I 14nm di Intel, però, sono oggi notevolmente in ritardo sulla tabella di marcia (più di un anno), mentre i nodi produttivi oggi disponibili non sono adatti ai propri SoC Atom a basso consumo. Intel, per questo, produce i Modem LTE presso TSMC, ed ugualmente, il prossimo SoC Atom dedicato alla fascia bassa del mercato Ultra Mobile, SoFIA, sarà prodotto da una fonderia esterna (TSMC o GlobalFoundries). Un vero e proprio terremoto nel mercato dei semiconduttori! Esemplificando, sarebbe come se BMW facesse produrre la Serie 1 presso le fabbriche Renault. Il CEO di Intel Krzanich, enfatico, afferma riguardo Sofia: “Three months ago this wasn’t on the roadmap”. SoFIA è una soluzione buttata fuori in fretta e furia, una pezza per cercare di salvare la situazione.

Allo stesso modo, i processori che dovrebbero essere prodotti sui 14nm o hanno subito un ritardo o saranno commercializzati in quantità ridotte. Broadwell, successore di Haswell, vedrà la luce alla fine del 2014 nella sola versione di fascia alta -K. Itanium è un morto che cammina, mentre la divisione TV è un pozzo senza fondo.

Andy Bryant, Chairman of the Board in Intel, ha candidamente affermato: "We seemed to have lost our way. We were in denial on tablets. It put us in a hole and we had to catch up".  Renee James, VP di Intel, afferma a Reuters: "In foundry, we're extending our capabilities and we're open for business".

Insomma, Intel si sta aprendo a tutti, anche agli attuali rivali, pur di far cassa.

Nonostante questo, e nonostante il successo di ARM (Leggi anche: ARM vs INTEL: il mercato Mobile sconvolge il Nasdaq), Intel non sembra voglia cambiare la propria strategia, vecchia di decenni, ad esempio offrendo la possibilità ai clienti di acquisire la licenza del SoC a bassissimo consumo Quark, così da svilupparne versioni personalizzate. Daniel Nenni, su SemiWiki, melanconico afferma: “The first questions during the IDF Q&A were about Quark and the Intel business model. By definition a synthesizable core can be licensed and customized by the customer. ARM takes this to a deeper level by licensing the architecture and instruction set so customers have complete control over implementation. So the first question to Intel CEO Brian K. was: Will Intel license the Quark cores? The answer was, "No". Can Quark be manufactured outside of Intel? No. Can customers synthesize Quark? No. Can Intel be successful in the IoT market with their current Quark business model? No (my incredibly biased opinion). Fortunately business models can change faster than technology so Intel still has a chance with IoT and Quark but they had better hurry”.

Intel ha ancora grandi potenzialità per inserirsi nel mercato Mobile (Tablet e Smartphone), ma vi è un grande punto interrogativo: l'attuale dirigenza riuscirà a ritrovare la bussola per sistemare quello che non va? Saranno i prossimi 3 o 6 mesi a decidere del destino della casa di Santa Clara.

Quando gli analisti di Wall Street si accorgeranno di questi problemi, guardando i prossimi risultati trimestrali, non credo saranno presi da pietà cristiana.  


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