Sabato 8 nello scenario chic ed elegante del COCO, tra luci cangianti e atmosfere glamour, ci aspetta la serata più intrigante dell’anno con “OH”- white/dark room, a night with la chef-curatrice Grazia De Palma, in collaborazione sinestetica con Titti Mastrogiacomo, art director. Una notte all’insegna di una cena e di una performance dal tocco sensuale ed imprevedibile. Un’esecuzione cromo sensoriale alla scoperta del CONTROLLO e della SEDUZIONE, liberamente ispirata al romanzo erotico “HISTOIRE D’O” e alla performance RHYTHM O di Marina Abramovic, “OH” è la messa in scena di ciò che può essere definita una “consumazione postmoderna”. Il COCO, DIVINAE FOLLIE, Bisceglie(BT), PUGLIA-ITALY, la location notturna più chic di Puglia, con i suggestivi specchi d’acqua dalle luci cangianti, sarà il palcoscenico di un’incredibile mix di emozioni, colori e musica per una serata all’insegna dell’eleganza e del divertimento.
Sabato 8 settembre 2012 > h. 21.30
“Oh!“ white/dark room
a night with Grazia De Palma
Omaggio a Marina Abramovic
una performance cromo-sensoriale fuori dal tuo controllo
Quali sono i desideri inconfessabili delle coppie? Quando vi attrae qualcuno che non conoscete date liquida esplosione ai vostri istinti? Cosa desiderate? Cosa temete? Sapete usare la vostra emotività?
Liberamente ispirata al romanzo erotico “HISTOIRE D’O” e alla performance RHYTHM O di Marina Abramovic, “Le Dernier Restaurant”, l’osservatorio del cibo contemporaneo della chef-curatrice Grazia De Palma, in collaborazione sinestetica con Titti Mastrogiacomo, diventa un’esecuzione cromo sensoriale alla scoperta del CONTROLLO e della SEDUZIONE.
Che cos’è “OH”?
E’ una notte all’insegna di una cena e di una performance dal tocco sensuale ed imprevedibile.
I sapori afrodisiaci e mediterranei del menu ci conducono in una location esclusiva : il dancefloor COCO tra le piscine del Divinae Follie, le sedute lounge e la tavola esperienziale. Il COCO, la location notturna più chic della provincia di Bari (Bisceglie), con i suggestivi specchi d’acqua dalle luci cangianti, sarà il palcoscenico di un’incredibile mix di emozioni, colori e musica per una serata all’insegna dell’eleganza e del divertimento.
Il curatore diventa specchio emotivo per coloro che mangiano e per quelli che guardano soltanto.
Due formule di cena differenti: la cena esperienziale per (massimo) venti commensali diretti PROTAGONISTI della performance, e la cromo-cena a buffet tra le sedute lounge e i divani a bordo piscina, con possibilità di GUARDARE da vicino, cosa accade alla tavola esperienziale.
Per chi non volesse cenare ma soltanto…”osservare” la cena performativa è possibile partecipare come semplici “Voyeur”… in libertà.
Sulla tavola esperienziale saranno disposti 62 oggetti di piacere, di dolore e di fastidio.
La curatrice Grazia De Palma li utilizzerà a sua discrezione, sui commensali seduti, che durante la cena, offriranno il proprio tempo da trasformare in “esperienza”. L’azione performativa non avrà regole e l’utilizzo degli oggetti sarà fuori dal controllo dei commensali stessi, ma nel massimo rispetto di ciascuna persona. I commensali saranno fotografati al fine di produrre materiale didattico documentativo dell’azione realizzata durante la serata.
Chi deciderà di prenotare avrà, su richiesta privata, una lista sommaria degli oggetti che verranno allestiti sulla tavola.
La tavola esperienziale sarà dunque un’arena VIVENTE ed imprevedibile dove si animerà e si svilupperà l’intera performance in cui lo spettatore-attore si offrirà pubblicamente e senza controllo, al triangolo erotico dello spettatore che guarda, e della curatrice che esplora attraverso “oggetti di DESIDERIO” i labirinti dei piaceri, delle paure, e delle emozioni nascoste più “intime”.
Durante la cena e l’azione performativa verrà proiettato su di un maxi schermo un documentario d’autore.
Parte integrante della performance sarà l’intervento dagli esiti imprevedibili “Whathever happens” del fotografo Alessandro Cirillo.
Come nelle intense sperimentazioni di Marina Abramovic, OH è la messa in scena di ciò che può essere definita una “consumazione postmoderna”, ovvero un tentativo non pornografico ma esistenziale, che mira a destrutturare i confini personali e societari tramite il sacrificio fisico come forma rituale di purificazione. Piacere e dolore esplodono in tutta la loro pienezza e sono dimensioni incandescenti dell’identità umana, che attraverso una “pubblica offerta” approdano ad una guarigione collettiva. Questo tipo di “teatro” è una confessione, quasi un approccio anatomico del linguaggio del corpo, che spesso non vogliamo vedere e desideriamo disperatamente “controllare”. L’esigenza di controllare le situazioni e le emozioni è la più grande forma di paura. Non puoi controllare tutto. Immagina di essere un surfista: è un’ottima idea quella di prepararti tecnicamente a cavalcare le onde, ma non riuscirai mai a controllare le onde stesse.
“Oh” white/dark room, come nelle migliori favole fetish, una stanza bianca diventa una stanza nera…e poi torna ad essere bianca, forse…di nuovo nera. Cosa accadrà? Un sottile gioco di fiducia è messo in scena durante questo convivio sensoriale alla ricerca di una libertà perduta o di un senso di liberazione da ogni restrizione quotidiana.