Martedì scorso (4 maggio) è stato pubblicato un articolo interessante su PLoS Medicine.
Si tratta di una ricerca canadese condotta nell'ambito di un programma di vaccinazioni contro il papilloma virus, per le adolescenti, nella British Columbia. Poiché la vaccinazione riguarda dei minori, è necessario che i genitori diano il consenso, e alcuni ricercatori della University British Columbia e del CDC canadese hanno cercato di valutare quali sono i fattori che condizionano la scelta dei genitori.
Lo studio ha contattato 4031 famiglie, scelte a caso, di cui circa la metà ha accettato di partecipare. Di queste, circa il 65% ha seguito il programma di vaccinazione mentre nel 35% dei casi i genitori non hanno dato l'autorizzazione. Tra i genitori che hanno detto di no, la preoccupazione per la sicurezza del vaccino è stata indicata come la ragione principale (29.2%).
Qui però è venuta fuori la vera sorpresa della ricerca. I genitori meno propensi ad aderire al programma di vaccinazione sono quelli che hanno il grado di istruzione più elevato.
Sembra un'evidenza contro-intuitiva perché normalmente si è portati a pensare che siano le persone con bassa scolarità a trascurare la prevenzione; in passato è sempre stato così. Invece, si tratta di una prova in più di un fenomeno che si sta delineando. Negli US, dove il movimento anti-vaccinazione è molto radicato, c'è stato negli ultimi anni un forte incremento nella percentuale di genitori che rifiutano di far vaccinare i loro figli (dal 2003 al 2008 si è passati dal 22% al 39%). In generale si tratta di famiglie con un reddito medio-alto in cui la madre ha una laurea.
Paul Offit, esperto di malattie infettive e inventore del vaccino contro il Rotavirus, ha proposto una spiegazione interessante di questo fenomeno. Si tratta di persone della classe medio-alta, laureate, che sono abituate a prendere decisioni sia sul lavoro che nella vita; decisioni che prendono sulla base di informazioni. Anche quando devono decidere se far vaccinare i figli si informano: lo fanno attraverso Internet e si fidano di quello che trovano, più di quanto si fidino dei medici.
Solo che in rete sui vaccini se ne leggono di tutti i colori: basta cercare "squalene" "vaccini" ed è online tutta la disinformazione possibile.