Magazine Società

Internet: la bomba atomica

Creato il 06 agosto 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Internet: la bomba atomica

Il 6 agosto pare una data di cambiamenti, di rivoluzioni.

Il 6 agosto 1945 venne sganciata la prima bomba atomica su Hiroshima.

Il 6 agosto 1991 venne definito il protocollo http che ha dato origine al web.

Magari le due cose appaiono parecchio diverse tra loro, ma non lo sono poi così tanto.

Hanno, entrambe, cambiato radicalmente il nostro modo di pensare e di vivere; la prima ha definitivamente rotto l’equilibrio mondiale come lo conoscevamo, un equilibrio fatto di guerre consuete dove, alla fine, c’era un vincitore ed un vinto, dopo la Bomba si è scoperto che una guerra con i mezzi atomici avrebbe visto tutti sconfitti.

Non per niente dopo la fine della seconda guerra mondiali il mondo si è retto sull’assioma della guerra fredda che congelava la possibilità bellica tra nazioni imperanti spostando le “scaramucce” in paesi secondari e limitrofi per permettersi di continuare l’eterno gioco del massacro.

La seconda ha sconvolto anche le esistenze quotidiane di ognuno di noi.

Io ho cominciato a navigare su internet nel primissimo anno di vita della rete e mi stupivo quando sentivo di ragazzini scappati di casa con l’aiuto di internet, io che, sì e no, riuscivo ad uscire dalla porta di casa (che se l’avessi varcata, quella soglia, sarei arrivata più lontano) oppure che finivo sempre in luoghi dove non avevo alcuna intenzione di arrivare.

Insomma, all’inizio, era un gran casino.

Eppure vorrei sapere, almeno, tra quelli di voi che leggono queste righe e tra i tantissimi che non le leggono chi riuscirebbe a fare a meno della rete per avere un’informazione in tempo reale, per sapere quali sono i film della nostra città, per mandare una letterae agl agli amici e agli amanti senza aspettare che un marinaio la ritrovi in qualche bottiglia decine e decine di anni dopo.

Davvero molto pochi.

Eppure anche con la rete, ancor più che con la bomba atomica, abbiamo perso verginità ed innocenza.

A distanza di vent’anni dovremmo sapere che nulla di ciò che scriviamo, guardiamo, spulciamo nel web rimane anonimo; tutto viene incasellato ed archiviato a futura memoria ed a futuro uso.

Con la rete si è avverato l’incubo orwelliano, il controllo assoluto del grande fratello sulle nostre vite; perchè nessuno, anche mettendosi a pedinarci tutti i giorni od ognuno di noi parlando con i nostri amici scopriremmo mai la quantità di informazioni che si possono ricavare entrando nei loro e nei nostri computer: roba che la Stasi ci avrebbe fatto la firma.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine