Patrizia Zappa Mulas è una protagonista del teatro italiano. Ha scritto oltre a L'orgogliosa (1998), riproposto ora da et al. e Rosa furia (2000), entrambi usciti presso La Tartaruga, Tigre adorata (nottetempo 2006). Con et al. ha pubblicato nel 2011 la raccolta di racconti Purché una luce sia accesa nella notte. Nel 2003 ha curato la pubblicazione del teatro di Franca Valeri, Tragedie da ridere. Nel 2004 ha curato la pubblicazione dell'opera completa di Alice Ceresa. E nel 2009 Di tanti palpiti, divertimenti musicali di Franca Valeri.
Qui di seguito un estratto del romanzo che uscirà tra pochi giorni.
“Le firme!”
Le firme – le firme – le firme: quelle effe mi sbatterono in testa come uccelli contro un vetro chiuso. Ero interdetta.
“Sei stata tu?” chiese la Direttrice. La tensione cominciava a risultare insostenibile.
“Ma no” balbettai, per placarla.
E mi sembrò che impallidisse di colpo.
La signorina Pessina aveva chinato la testa e una lacrima tremolava sulla punta del naso senza cadere. Il Segretario e la Direttrice continuavano a fissarmi. Fu la violenza dei loro sguardi a investirmi di vergogna e di chiarezza.
Compresi di aver sbagliato risposta. Compresi che la mia situazione era grave. Che la signorina Pessina non mi avrebbe aiutato. Compresi che era un'accusa.
“Sei stata tu a fare le firme?” ripeté la Direttrice.
L'intesa che correva tra loro senza neanche guardarsi era assoluta. Io solo ne ero esclusa. L'isolamento in quella stanza era un'esperienza di infamia e di vergogna. La mia risposta aveva suscitato come una molla la rabbia della Direttrice e il dolore della signorina Pessina ma forse non lo avevano capito, mi dissi, forse devo dirlo più chiaro.
Un attimo prima di rispondere ancora di no ero sicura, contro l'evidenza scritta sui loro visi, che si sarebbero subito convinti tutti e tre, che avrebbero tirato un respiro di sollievo e lei, con gli occhi ancora bagnati ma ridenti, mi avrebbe abbracciato e chiesto scusa delle dita conficcate nel braccio.
Invece su quel no cadde il gelo.
Fu il calore bruciante di quel gelo a sciogliere il mio pianto.
Nessuno si era mosso. Io colavo e sussultavo con gli occhi chiusi già da qualche minuto. Dietro il muro d'acqua salata che mi scottava le guance li sentivo fermi immobili tutti e tre.
Singhiozzai più forte per prolungare la tregua. […]
“Hai fatto tu le firme?”
La Direttrice mi faceva un'offerta. L'aveva formulata con enfasi, alzando il tono sulle ultime due parole per lasciarle sospese su un abisso minaccioso.
La signorina Pessina aveva sempre ammirato la forza di carattere della sua Superiora, anche se ne aveva spesso sofferto gli effetti. Ma lo spettacolo supremo di una natura umana capace di incarnare la figura stessa del Bene le suscitò un moto estatico d'ubbidienza che strappò un gemito alla sua debolezza.
La Direttrice registrò il cedimento della signorina Pessina e l'omaggio per lei. […]

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