Ormai è risaputo come inizialmente Interstellar dovesse essere un film di Steven Spielberg. Infatti la sceneggiatura scritta da Jonah Nolan e il fisico Kip Thorne era in origine per il regista di E.T., il quale però la passò di mano dopo essersi reso conto che non sarebbe riuscito a girare quel film subito dopo il suo Lincoln. È quindi entrato in gioco il buon Christopher, il quale ci è andato giù peso nelle modifiche alla prima bozza della sceneggiatura.
Ora vedremo alcune modifiche importanti, che ci fanno capire come oggi avremmo visto un film totalmente diverso se dietro la macchina da presa ci fosse stato Spielberg e non Nolan.
Attenzione: è ovvio come da ora in poi ci siano vari spoiler, quindi se non avete visto il film vi consiglio di ripassare a trovarmi successivamente. Pronti? Cominciamo!
1 – nella versione di Spielberg, Murph era un maschio. Nolan ha invece preferito una femmina, scelta che ci ha regalato l’intensa prova di Jessica Chastain e ha avvicinato il suo Interstellar a La guerra dei mondi di Spielberg (anche lì infatti c’è un padre – Tom Cruise – in fuga in pickup con il figlio più grande e la figlia minore).
2 – Avete presente la partita di baseball d’inizio film? Spielberg non aveva previsto un nuvolone di sabbia ad interrompere il match, ma un satellite che piombava al suolo. Il protagonista Cooper tornava poi a casa e scopriva che i trattori col gps impazzito non puntano verso casa sua (come nel film di Nolan) ma verso il cratere del satellite caduto sulla terra. Nel satellite, che in realtà è una sonda, Cooper poi trova immagini di un pianeta ghiacciato e molti codici incomprensibili.
3 – Niente pick-up e niente campi di grano nella versione di Spielberg. Nel suo film i protagonisti avrebbero preso un piccolo areoplano (che invece in Nolan cade a terra) per arrivare su un’isoletta apparentemente deserta nelle zone di Santa Cruz, nel cui sottosuolo si cela la sede della NASA.
4 – Il capo della missione non è il dott. Brand ma un robot umanizzato a cui lo stesso professore fa riferimento. Inizialmente Cooper si rifiuta di partire, poi ci ripensa e accetta. Questo sviluppo degli eventi cancella totalmente l’astio che la figlia ha nei confronti del padre, ovvero uno dei cuori di Interstellar di Nolan.
5 – I pianeti da visitare non sono tre ma uno solo, quello ghiacciato. Giunti sul pianeta trovano una botola, che nasconde una base cinese, poiché gli asiatici erano arrivati lì 30 anni prima.
6 – Anche nel finale del film di Spielberg, Cooper riesce a tornare sulla Terra, ma sono passati però 200 anni dalla sua partenza e trova il deserto. Inoltre vi arriva in un gelido inverno e trova la sua fattoria abbandonata.
Queste sono solo alcune delle svariate differenze evidenti tra l’immaginato film di Spielberg e il realizzato film di Nolan. Per tante altre vi rimando a questo link. È palese come Spielberg fosse intenzionato a creare un’opera più “canonica” nel genere fantascienza, con quel tocco anche un po’ alla Indiana Jones. Nolan è invece molto più ambizioso e audace, ci metto molto del suo e delle sue manie intorno al tempo. Che dire dunque… sicuramente il gusto, e il cinema, c’hanno guadagnato nell’affidarlo, volente o nolente, a Chris Nolan.
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