Interview to an entrepreneur: Salvatore Sibillo, product manager at NiclòItalian brand for womenswearTheir history goes back til the italian economic miracle in the 60s!(interview both in english and italian, at the bottom of the page)
§(english version)
Niclò, what's the history of the brand? Who's behind its birth?The birth of Niclò brand goes back to 50's, during the italian economic miracle.Our grandfather, Salvatore, opened a little shop in the old part of the city of Naples where semi sartorial items, both for women and men, were produced. The whole family, composed of ten brothers and sisters, was involved in this business and the production was so large that we were forced to open other points of sale, each of one was handled by one of the brothers or sisters.One of those ten kids, our father, Francesco, began in 1984 the adventure opening a boutique focused on menswear and womenswear with the name Niclò because he thought that that sound would've been memorized immediately by anyone.Today, thanks to my schooling path in the fashion industry had at Polimoda in Florence and to marketing and PR skills of my sister Veronica the brand has been launched as a retail net and abroad, in Russia particularly.
What's the philosophy behind the brand? In the description on the website there's the term: "fashion-lounge": let's talk about this.Our philosophy has been summarized in one word that is wide opened towards a fascinating concept: fashion lounge.A binomial created mixing the word fashion and all the world and feeling related to it with the word lounge which is one of our biggest passion.The woman we had in our mind was a strong woman who desires to be always fashionable and that she prefers places where her lounge soul can be extolled.
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§(versione italiana)
Quali sono secondo lei i punti di forza del marchio Niclò?La produzione totalmente Made in Italy e un ottimo rapporto qualità-prezzo sono due punti fermi dal quale non vogliamo mai discostarci.
Quali sono i valori e i punti fermi da rispettare nella creazione della collezione Niclò? Quali sono gli aggettivi che meglio descrivono suo marchio?I primi valori sono strettamente legati ai punti di forza. Crediamo infatti che per essere realmente competitivi in un mercato cosi globale, accessibile e competitivo bisogna considerare il fatto che per noi l'Italia è il reale punto dal quale si snoda tutta la collezione.Siamo infatti attentissimi lungo tutta la filiera della campionatura e produzione ad utilizzare materie prime e manodopera italiane che già di per se donano al capo un aspetto ed una manifattura superiore.Altro valore a cui teniamo molto è la tradizione sartoriale. E’ inconcepibile oggi realizzare del prêt-à-porter completamente sartoriale in piccole strutture come la nostra ma durante la fase di campionatura oltre agli elementi di supporto come il CAD preferiamo avvalerci della collaborazione di sarte che modificano manualmente il capo campione cosi che in fase produttiva la visione sartoriale balza agli occhi anche se organizzata in maniera computerizzata. Noi la chiamiamo semi sartorialità.Un altro aspetto a cui ci affidiamo è la conoscenza della storia della moda e degli altri marchi che hanno fatto la storia del costume; reinventare e ridefinire i best seller di altri marchi credo sia un aspetto da non sottovalutare visto che sono le basi di ciò che siamo oggi. Conoscere la storia del costume italiano ci lega a doppio filo con le nostre radici e soprattutto ci dà indicazioni necessarie per affrontare il futuro della moda stessa.Basti pensare al petit noir di Chanel, alla giacca destrutturata e con la spallina insellata di Armani o ai capospalla di Max Mara: sono fonti di ispirazione da cui attingere, sviluppare e declinare in mille forme.Del resto la moda è ciclica e noi non abbiamo l’arroganza né l’ardire di poterne cambiare il corso ma siamo più proiettati ad entrarne nel meccanismo.Quindi gli aggettivi che indicherei sono italianità, artigianalità e storicità.
Da cosa si ispira lei e suo team durante fase creativa?Mi creda quando le dico che a Napoli è il luogo dove gli spunti sono assolutamente ad ogni angolo di strada e quasi sempre interessantissimi; è una città capace di far moda e tendenza a se’ dal nulla…Di solito gli stilisti preferiscono oltre ai viaggi, restare nelle città dove si respira moda, Milano, Londra , Parigi, Tokyo o Rio ed in effetti li’ la moda è proposta ai massimi livelli; ma in queste città trovo che la tendenza sia già filtrata e definita; trovi il pacchetto già pronto, come fossero dei surrogati, non vi è la vera libertà di espressione. Credo invece che in città meno bombardate da immagini fashion, le persone siano più libere di esprimersi e di proporre spunti interessanti, a volte anche un po’ forti, ed è proprio li che entriamo in gioco noi filtrando il tutto e rendendolo fruibile al pubblico.Ovviamente i viaggi sono un altro incredibile fonte di input. Lo scorso anno siamo stati per la prima volta a Mosca e credo che sia quasi impossibile non rimanere attratti e influenzati dalla bellezza e dai colori della cattedrale di San Basilio o non rimanere incantati dal tramonto di Oia a Santorini con le sue sfumature d’arancio e blu, o dai colori e i suoni di Dublino. Sono tutte sensazioni che ti porti dentro e che poi al momento dell’ideazione della collezione vengono fuori spontaneamente.
Qual'è la sua opinione sulla moda italiana rispetto alla moda anglosassone piuttosto che francese?Non credo che possa dare una critica molto obiettiva in merito. Vivo e sono cresciuto in Italia dove abbiamo una forte valenza fashion e per me il top è e sarà sempre il nostro modo di fare moda. Posso soltanto avere un’ idea frutto del mio percorso formativo che mi ha portato a studiare tanti interpreti sia francesi che inglesi. Ritengo che come in altre arti come la cucina, la musica e la letteratura siano tre linee totalmente diverse e soprattutto molto caratterizzanti e identificative. Ritengo la moda italiana più conforme alle reali esigenze del consumatore finale. Trovo infatti la moda inglese figlia di uno stile troppo provocatore e poco fruibile, molto più interessante da un punto di vista artistico che commerciale; basti pensare a figure come John Galliano, Vivienne Westwood o al compianto Alexander Mcqueen, artisti che sono stati capaci di impressionare più per la loro estrosità che per la reale concretezza; tra l’altro le loro produzioni sono almeno per il 50% italiane, dato che fa capire quanto siamo competitivi in tal senso. Per quanto riguarda la moda francese credo sia il discorso opposto a quello inglese. Le griffe di fama mondiale credo siano troppo legate ai fasti di un tempo e tendono ad infarcire le loro collezioni di capi troppo preziosi e inaccessibili, riportando la moda quasi al tempo di Luigi XIV, troppo per pochi, il che porta inevitabilmente i brand a spostare il vero business sugli accessori snaturando la loro mission. La capacità della moda italiana invece sta nel mezzo, riesce ad attingere le estreme tendenze anglosassoni restando pero’ legata alle tradizioni come i francesi con più di un occhio rivolto al budget del consumatore finale.
Tornando al marchio Niclò, attualmente c'è uno store online e vendita in vari negozi affiliati. Ha progetti di espansione del marchio?L’istinto ci dice di battere il ferro finché è caldo, ma l’azienda deve crescere gradualmente e in base alle proprie forze. Prendere impegni che non siamo sicuri di mantenere è un grosso rischio soprattutto in questi periodi cosi incerti.La nostra vision è quella di individuare un punto vendita per regione al quale affidare in esclusiva totale il marchio e concentrarci con la creazione di una rete vendita più capillare all’estero, dove il Made in Italy ha sempre un sapore particolare.Per fare ciò abbiamo bisogno di individuare e valutare partner che abbiano i nostri stessi valori per creare una sinergia che abbia un unico intento.Queste prime stagioni hanno mostrato sia i lati positivi che quelli negativi del nostro marchio, la sua capacità di adattarsi e reagire al mercato, la capacità di penetrazione nei punti vendita ma soprattutto la capacità di fidelizzazione del cliente finale che è la cosa che conta di più. Per questo abbiamo in mente di allargare la nostra proposta di prodotto con articoli come scarpe e profumi che aggiunti a borse cinture e accessori uniti alla nostra collezione definiscono al meglio il nostro concetto di fashion-lounge.
Il marchio Niclò lo vedremo mai per una collezione maschile?E' un’idea ed anche una richiesta già avanzata da molti clienti ma al momento preferiamo concentrarci su quello che per adesso sta dando dei risultati, ma è una possibilità al quale non poniamo limiti.
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