21 dicembre 2013 • Interviste, Vetrina Cinema
Claudia Potenza: “Recitare oggi significa essere coraggiosi”
E’ reduce dal successo al cinema di Una Piccola Impresa Meridionale e a teatro di Intrattenimento Violento, che è stato accolto calorosamente sia dalla critica che dal pubblico. Siamo parlando dell’attrice sipontina Claudia Potenza che ha seguito fino a questo momento la regia di Rocco Papaleo che l’ha richiamata dopo Basilicata Coast to Coast, grazie al quale la Potenza era stata candidata al David di Donatello come miglior attrice non protagonista. Al teatro la troviamo invece a fianco di due grandi attrici come Lunetta Savino e Paola Minaccioni in uno spettacolo quanto mai insolito diretto ed interpretato da Eleonora Danco.
Oggialcinema ha intervistato per voi Claudia Potenza.
Che esperienza è Intrattenimento violento? Che ruoli ricoprite tu e le tue colleghe?
Si tratta di un teatro contemporaneo, non ci sono ruoli né testi. Ci sono delle attrici che si alternano con dei monologhi. Siamo tutti personaggi borderline che si muovono sullo sfondo della città di Roma. Il titolo è dovuto al fatto che è come se attrici fossero richiamate, quasi “costrette” ad intrattenere.
Il teatro è uno dei tuoi grandi amori insieme al cinema e alla televisione. Che cosa c’è di originale in questo spettacolo?
E’ il modo in cui Eleonora Danco fa teatro che è originale. La recitazione sembra molto semplice e diretta ma c’è un grande lavoro dietro. E’ la sua idea di teatro che è originale.
Che tipo di risposta state avendo da parte del pubblico?
Lo spettacolo è più tradizionale di quanto si immagini. Piace molto e anche a chi è legato ad un’idea più tradizionale di teatro. E’ molto sorprendente sotto questo punto di vista.
Sei reduce dal successo di Una Piccola Impresa Meridionale, che tipo di esperienza è essere diretti sul set da Rocco Papaleo?
E’ meraviglioso così come averlo come amico nella vita. E’ un processo molto naturale perché hai a che fare con una persona estremamente sincera. La sua onestà artistica ed umana è spiazzante. Sono molto fiera di essere stata richiamata da lui.
Claudia Potenza
Che cosa ha significato per te interpretare il personaggio di Rosa Maria, una donna sposata che scopre la sua omosessualità?
Rocco è abituato a propormi delle sfide con personaggi dotati di un grande spirito rivoluzionario. Quindi non è stata una novità, la novità è stata essere richiamata da lui, il che non era assolutamente scontato. Rosa Maria è come un proseguo di Maria Teresa, una giovane donna con una piccola rivoluzione da compiere solo che questa volta l’ha fatta veramente grossa. Ammiro il suo coraggio di rivelare se stessa in un contesto così ristretto.
Negli ultimi anni ti sei cimentata molto spesso in delle commedie come nell’ultimo film di Ferzan Ozpetek, I Più Grandi di Tutti e con lo stesso Papaleo. Ti piacerebbe sperimentare qualcosa di diverso?
Con Il Clan dei Camorristi ho avuto un assaporato qualcosa di diverso. Comunque si, amo i contrasti e mi piace sempre accogliere nuove sfide. Mi piacciono molto le commedie amare dove si ride ma ci si trova in una condizione paradossale. Non amo la risata a tutti i costi ma anche un cinema più pacato che quasi ti “strappa” la risata.
Quanto ha influito fino a questo punto della tua carriera il tuo essere una donna del Sud?
Credo che sia preponderante. Le mie origini non vengono dopo ma prima di tutto il resto. Detto questo, non dovrebbe costituire neanche un limite. Certo, non ho i tratti di una donna nordica però in Italia si delinea tutto anche in base alla provenienza. Io sono molto fiera del mio percorso e vorrei continuare così però tutti noi attori più giovani vorremo avere più possibilità. In America non funziona così. Se un’artista è meritevole può interpretare qualcosa che sia completamente distante dalle sue caratteristiche. Noi dovremmo osare di più.
Che cosa ti ha lasciato Il Clan dei Camorristi? Avresti voluto recitare in una seconda serie?
E’ stata un’esperienza molto formativa, una palestra. Mi sono informata sui fatti. Non sono cresciuta solo dal punto di vista artistico ma anche culturale. Ho toccato da vicino episodi scabrosi che siamo abituati a vedere in TV, molto distanti da noi. E’ stata un’esperienza pazzesca, ho sperimentato per la prima volta la lunga serialità e ho lavorato con due ottimi registi. Mi sarebbe piaciuto moltissimo recitare in una seconda serie ma purtroppo non sarà realizzata.
Essendo così brava e poliedrica, che differenza esiste secondo te tra un set cinematografico ed uno televisivo?
Esistono dei tempi diversi e delle differenze tecniche ma la cosa più importante è che fondamentalmente esistono solo e soltanto i bei film, dei bei prodotti, delle belle serie. Purtroppo sono gli addetti ai lavori a creare delle differenze ma io non credo che esistano al di là dei codici, del linguaggio e della messa in scena. Il cinema viene visto più autoriale e quindi attrae meno mentre la TV viene vista più nazional popolare e dunque è più seguita. A volte si cura meno la qualità e si bada ad altro mentre io credo che la qualità dovrebbe essere sempre una priorità.
Tu hai lavorato in televisione con Checco Zalone che è il personaggio del momento considerati gli incassi stratosferici di Sole a Catinelle. Hai visto il film? Cosa ne pensi?
Luca riesce a catturare l’attenzione di tutti dall’intellettuale alla persona più semplice. E’ questa è la sua arma vincente e non è da tutti. Io sono molto felice di averlo incontrato ed incrociato. Il film l’ho visto e credo che lui sia cresciuto anche dal punto di vista cinematografico insieme al regista Gennaro Nunziante. Sono legata molto alla magia del suo primo film ma questo terzo ha rappresentato una crescita. Non a caso ha incassato più degli altri due. Luca sale sempre più su.
Tornando a te che sei anche una giovane mamma, come riesci a coniugare la tua carriera con il tuo ruolo genitoriale?
Con tanto impegno soprattutto ma mio figlio è la mia priorità. Tutto si permea di lui e dunque si realizza con molta forza di volontà. Non è semplice soprattutto riuscire a non far trapelare tutte le preoccupazioni che accompagnano questo lavoro.
In questo particolare momento di crisi economica, che cosa significa essere un’attrice?
Significa essere coraggiosi.
Perché hai scelto di fare l’attrice?
Non l’ho scelto. E’ stato il mio desiderio fin dalla nascita.
Ci puoi parlare di qualche progetto in cantiere dopo l’esperienza teatrale?
Ci sono un paio di progetti cinematografici che usciranno in primavera ma non posso rivelare nulla.
Un augurio che ti senti di farti?
Cercare di respirare senza intralci! Prendere delle lunghe boccate d’aria!
Di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net
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