“…la squadra è un mix di giocatrici esperte come D’Adda, Zizioli, Sabatino a cui sono affiancate giovani di indubbio talento…”
”…la speranza è che nei prossimi anni si arrivi almeno al primo tassello…il professionismo…”
“…ragazze che devono rinunciare alla nazionale per paura di perdere il lavoro…”
Quarta tappa del nostro viaggio alla scoperta della Serie A femminile, oggi ospitiamo Cristian Peri, DS dell’Associazione Calcio Brescia Femminile, terza classificata nell’ultimo campionato e vincitrice della Coppa Italia 2011/12, inoltre uno dei club più attivi in questo calciomercato estivo. Un’altra bella panoramica su una delle 16 squadre protagoniste della prossima stagione di Serie A e un’importante e competente opinione sul movimento del calcio femminile in Italia.
Come valuta la vostra ultima stagione, terminata con un terzo posto in campionato, eguagliando il vostro miglior risultato della stagione 2010/2011?
“La stagione va vista sotto due punti di vista, ad inizio stagione non avremmo certamente firmato per un terzo posto in quanto la rosa era da primi due posti, purtroppo però una serie incredibile di infortuni ci ha privato di alcune titolari per molti mesi condizionando soprattutto il girone di ritorno quando stanchezza fisica e mentale si sono fatte sentire, dopo un’ottima andata chiusa alle spalle solo della Torres.”
Quali sono i vostri obiettivi per la prossima stagione ?
“Gli obiettivi per la prossima stagione sono quelli delle ultime tre annate. Quindi minimo il secondo posto con qualificazione Champions. Siamo consapevoli della forza delle avversarie (Tavagnacco e Torres in primis) ma anche che il gap si sia ridotto anno dopo anno.”
Come agirete sul mercato, sia in entrata che in uscita?
“Il mercato si può dire quasi completamente concluso oramai a meno di un mese dall’inizio preparazione (il 17 Agosto per una settimana a Temù (BS) in Val Camonica). Oltre al secondo portiere, stiamo portando avanti un’ultima trattativa ed entro la fine del mese dovremmo avere la rosa al completo. Quindi a fronte delle cessioni di Penzo, Mori, Gozzi e Boni e dell’anno negli Usa per la Ferrandi, stiamo definendo un’ultima conferma, ma gli arrivi di Marchitelli, Linari, Tarenzi e Nasuti danno ampie garanzie sulla competitività anche per il prossimo campionato.”
Dia un aggettivo per descrivere al meglio e in modo efficace la sua squadra (nella foto la squadra della stagione 2012/13).
“Giovane perché tra le squadre di vertice è senza dubbio la squadra con la media età più bassa, ma nel contempo matura in quanto anche le più giovani, pensiamo ad esempio ad Alborghetti, Linari, Rosucci, sono da anni nel giro delle varie nazionali ed hanno maturato un’esperienza internazionale importante.”
Avete avuto in rosa nell’ultima stagione alcune protagoniste degli europei under 19 e mondiali under 20, puntare sulle giovani giocatrici di talento è una vostra priorità, pensa sia la strada giusta da seguire per valorizzare la vostra squadra?
“Sì la squadra è un mix di giocatrici esperte come D’Adda, Zizioli, Sabatino a cui sono affiancate giovani di indubbio talento che sotto l’ala protettrice di giocatrici veterane possono crescere sotto tutti i punti di vista, unendo la spregiudicatezza innata dell’età alla mentalità delle veterane. Puntare sulle giovani inoltre permette di programmare meglio il futuro.”
Se potesse ingaggiare una giocatrice a sua scelta da un altro club, chi prenderebbe e perchè?
“Senza nulla togliere alle nostre giocatrici che prese ruolo per ruolo sono tra le prime 3 a livello nazionale, la giocatrice che mi impressiona di più delle squadre avversarie è Melania Gabbiadini, vista la prima volta nel Bergamo una decina d’anni fa non ancora ventenne, forza eleganza ed umiltà, veramente forte.”
Crede che il movimento del calcio femminile sia destinato a crescere nel breve termine in Italia o l’attenzione verso quello maschile vi oscura troppo?
“Abbiamo speso oltre che soldi tempo ed energia, tantissimi kilometri di inchiostro e parole su questo argomento. Una società come il Brescia da anni investe nel calcio femminile, dalla prima squadra al settore giovanile, sul marketing nel tentativo di farci conoscere e coinvolgere sempre più persone nel movimento, nella comunicazione con sforzi certo poco ripagati in termini di ritorno economico. La speranza è che nei prossimi anni si arrivi almeno al primo tassello senza il quale secondo me tutta la casa calcio femminile non può essere costruita che è il professionismo. Ragazze che devono rinunciare alla nazionale per paura di perdere il lavoro, società che si devono allenare la sera alle 20 e non il pomeriggio alle 15 per impegni lavorativi. Fin tanto alle giocatrici non verrà riconosciuto lo status di professioniste credo sarà dura arrivare ai livelli dei paesi scandinavi, della Germania o Francia per citarne alcuni.”
Link articoli delle precedenti interviste sulla serie A femminile :