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Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)

Creato il 03 aprile 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Redazione

Cari Lettori, oggi ritorniamo oggi a parlare di Tabula Rasa di Danila Comastri Montanari e di Publio Aurelio Stazio, l'investigatore dell'Antica Roma. In seguito alla recensione — che ha incontrato il gradimento dell'autrice e del pubblico —, abbiamo pensato di chiederle un'intervista, che ci è stata gentilmente concessa. Abbiamo chiesto inoltre alla scrittrice di informarsi se Publio Aurelio e Castore erano disposti a rispondere anche loro ad alcune domande. Confessiamo di esserci spacciate per Lanato e Dentato, due esilaranti personaggi del suo ultimo romanzo... RICHIESTA "DENTATA"

Gentile Zignora ComaZtri,
Le confezziamo che in realtà ziamo Lanato e Dentato in incognito. Dopo aver letto Tabula RaZa, che ci ha fatto impazzire, vorremmo tanto farle alcune domande zulla ztezza lunghezza d'onda della recenZione. Un'intervista ironica come Zono i Zuoi perZonaggi. Le chiediamo, inoltre, di poter utizizzare la foto che ci ha dedicato per corredare l'intervizta... ma se può procurarsi una foto di Castore, Francezca gradirebbe molto... Zperiamo di ricevere quanto prima una zua rizpozta affermativa Gabriella e Francesca

Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)

Danila Comastri Montanari si esibisce in una danza
di ringraziamento dopo la recensione di Tabula Rasa

RICHIESTA "NON DENTATA" (Mandata contemporaneamente alla prima per scongiurare il rischio che l'autrice chiamasse la neuro per le sottoscritte) 

Gentile Signora Comastri, sembriamo strane, ma le assicuro che siamo serie quando si parla di libri e vorremmo davvero intervistarla in maniera giocosa. Ci farebbe molto piacere sapere delle curiosità sui suoi libri e i personaggi. Grazie dell'attenzione. Francesca e Gabriella o Gabriella e Francesca (siamo intercambiabili).

PRIMA RISPOSTA

Non esistono foto di Castore, se ce ne fosse stata anche una sola, Vopisco Vecellino l'avrebbe certamente scovata! Possiamo però fare qualche montaggio con i luoghi del libro, del tipo usato nelle mie presentazioni multimediali, oltre alle immagini in linea, alle quali potete attingere liberamente. Ma spiegatemi bene: l'intervista è a me, al senatore o al segretario?

NOSTRA REPLICA

Possiamo anche farla a tutti e tre, anzi penso che sarebbe piuttosto divertente se riuscissimo a fare una bella chiacchierata con tutti. Naturalmente è invitata anche Pomponia: non sia mai che venga a sapere di questa intervista da Domitilla!

RISPOSTA

Wow, vediamo che si può fare! Cominciate a mandare qualche domanda, che la passo a chi di dovere!

Alle due autrici della recensione di Tabula Rasa si è aggiunta per l'intervista anche Elisabetta Ossimoro, anche lei grande fan della giallista bolognese, che segue con passione da quando aveva 15 anni! Sarà, dunque, una chiacchierata tre a tre... speriamo di non fare confusione! Ringraziamo ancora una volta i nostri tre onorati ospiti per la loro enorme disponibilità. Diario: Prima di iniziare l'intervista però vorremmo fare una domanda di natura diplomatica. Come ci dobbiamo rivolgere al senatore Publio Aurelio Stazio? Gli dobbiamo dare del tu, del lei o del voi? Danila Comastri Montanari: In latino esiste soltanto il tu! Diario: Grazie, lo sapevamo già, ma sa, visto che l'intervista si svolge in Italiano non volevamo essere poco rispettose... Dopo tutto si tratta di un senatore! Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)Diario: Cominciamo con una domanda generale e banale, ma la cui risposta i nostri lettori vorranno sicuramente conoscere per la signora Comastri: Come è nato Publio Aurelio Stazio? (Naturalmente ci riferiamo al personaggio e non al suo albero genealogico, che già conosciamo...) Danila Comastri Montanari: Sui vent’anni, scoperte le inchieste del giudice Dee, pensai che se Robert Van Gulik era riuscito a fare indagare un antico mandarino cinese, qualcuno avrebbe potuto mettere in scena come investigatore anche un senatore romano. Due decenni dopo, poiché l’idea non era ancora stata sfruttata, decisi di realizzarla io, che finalmente disponevo di un po’ di tempo: prima ero troppo impegnata a vivere per perdere tempo a scrivere! Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)D.: Un aspetto interessante dei suoi romanzi  che unisce didattica e humour  sono i parallelismi tra le vicende di Aurelio e la storia contemporanea, quasi a significare che l'umanità sia sempre, in fondo, identica a se stessa. In Tabula rasa ce n'è uno lampante, personificato da Marco e Manlio, i due "giovinastri" nipoti del prefetto d'Egitto che sono uno "fascista" (macho e sempre ansioso di menare le mani) e l'altro "comunista" (pacifista, seguace del dio Aton). Ricordo che anche in Saturnalia si citavano Mariani e Sillani in un contesto che ricordava Resistenti e Repubblichini. Ci svela qualche altro parallelismo meno lampante di qualche suo romanzo? Ce n'è uno di cui è particolarmente orgogliosa? D.C.M.: Ce ne sono parecchi altri: io mi diverto da matti a seminarli qua e là, così come mi diverto a piazzare in discorsi avulsi dal contesto originario le mie cosiddette “citazioni impossibili”. Ecco un episodio divertente: in un romanzo, non ricordo più quale, raccontavo di una campagna moralizzatrice contro la diffusissima iconografia di Leda e il cigno. E siccome in Senato, allora come adesso, c’è sempre chi vuole strafare, alla proposta: “Aboliamo l’immagine lussuriosa!” nel libro qualcuno rilancia: “Aboliamo anche i cigni!” Ebbene, sei mesi dopo la pubblicazione del romanzo, incredibilmente il sindaco di una cittadina del nord-est propose davvero di abolire i cigni dai laghetti! Alcuni lettori credettero dunque che mi fossi ispirata a un fatto di cronaca, mentre lo avevo soltanto anticipato! D.: Domanda per Aurelio: Senatore Stazio, delle tante donne che hai incontrato nelle avventure cui ti ha sottoposto la tua creatrice, di quale senti davvero tanto la mancanza e vorresti ti venisse riportata dalla sua penna nelle prossime puntate? Ma soprattutto non ti senti un po' ferito nell'orgoglio per essere stato (per la prima volta!) mandato in bianco dall'avvocatessa Statilia Vespilla di Dura Lex? Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) Publio Aurelio: Ci sono, nella vita, problemi irrisolti. Tale è rimasto il rapporto con mia moglie Flaminia (dire il vero mi fa un effetto strano chiamarla così) La odiavo follemente, perché l’amavo follemente. Ma nessuno di noi due poteva prevalere, senza il divorzio ci saremmo ammazzati. Se ne andò e mi lasciò Roma, che non era abbastanza grande per ospitarci entrambi: poteva andarmi peggio! In quanto a Statilia Vespilla… mi ero preso un mese per affrontare la questione, ricordate? Non aspettatevi però che vi racconti come è andata a finire… D.: Signora Comastri: abbiamo qualche speranza di rivedere Statilia Vespilla? Noi pensavamo fosse la donna adatta al senatore, ma a quanto pare lui sembra averla dimenticata fra le braccia della driade Candida... D.C.M.: Il senatore non ha mai dimenticato nessuna delle sue donne. Come ebbe occasione di spiegare proprio a Vespilla, lui non le colleziona né le seduce, lui le ama. Tutte! D.: Per la signora Comastri, ma anche per Aurelio e per Castore: non so se sapete, hanno inventato una cosa che si chiama cinematografo, in cui si possono vedere le immagini in movimento... è difficile da dire in poche parole, ma confidiamo nella vostra creatrice per darvi una spiegazione: Quali attori (del presente e del passato) sarebbero adatti per rappresentarvi? (Lo chiediamo anche perché così Francesca si fa un'idea dell'aspetto di Castore, visto che non è riuscita ad avere una sua foto!) D.C.M.: Finché il cinema non produrrà una serie, ognuno sarà libero di immaginare i protagonisti come preferisce. Il romanzo lascia spazio alla fantasia individuale: è la sua grande chance rispetto al film, che le cose è obbligato a farle vedere! D.: Quanto di Danila Comastri Montanari c'è in Pomponia — che ci è molto mancata in questo episodio —? O è una domanda troppo indiscreta? D.C.M.: Molto, senza dubbio, ma comunque assai meno di quanto c’è di Danila in Publio Aurelio. D.: Domanda editoriale per la Signora Comastri: com'è stato e cosa ha comportato veder passare Publio Aurelio in Mondadori, dopo tanti anni passati in Hobby&Work? D.C.M.: Aurelio è nato in Mondadori e ci ha vissuto fino alla quinta inchiesta, quindi non è un trauma, anche se alla Hobby & Work è stato benissimo per 12 anni! D.: Domanda letteraria per la Signora Comastri: quali sono i modelli “giallistici” di Publio Aurelio? E, più in generale, quali sono i suoi gialli preferiti e gli autori del genere che legge — e ha letto — con maggiore passione? Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)D.C.M.: I miei gialli latini risentono innanzitutto della lettura intensiva dei mystery classici attuata dai 14 ai 20 anni. In particolare devono molto alla serie di Rex Stout: la scelta di mettere in scena tutto l’entourage del protagonista, non soltanto il segretario, ma anche gli amici e soprattutto i dipendenti, privilegiando le vicende personali ora dell’uno ora dell’altro nei vari romanzi, si può ricondurre all’ambiente della mitica casa di arenaria di Nero Wolfe; manca soltanto il “balio delle orchidee”, ma arriverà anche quello. Altri debiti evidenti sono verso Agata Christie e S.S. Van Dine per quanto riguarda quelli tra i miei libri che appartengono fondamentalmente al genere “giallo classico” come ad esempio CAVE CANEM, nonché verso Ed McBain per quelli che appartengono invece al genere “poliziesco”, come ad esempio MORITURI TE SALUTANT. In quanto agli altri, dipende dal genere: DURA LEX risente, in una delle sue parti, della mia lunga frequentazione del “legal thriller”, ovvero innanzitutto del Perry Mason di Erle Stanley Gardner, ma anche delle trame di John Grisham e Scott Turow; la struttura generale del romanzo invece, con le tre indagini che si intersecano, può forse essere fatta risalire alla lettura di Robert Van Gulik, il cui giudice Dee, da buon mandarino, non si occupava mai di un solo caso alla volta. Ogni libro si ispira dunque lontanamente ad altri libri, ma anche a film, a fatti quotidiani e persino a parecchie vicende accadute alla sottoscritta (sareste stupite di sapere quante!) Questi debiti però sono spesso inconsapevoli, molte volte me ne accorgo soltanto dopo. Èaccaduto ad esempio per P.G. Wodehouse: rileggendo anni or sono alcuni dei suoi libri, ho scoperto che alcune delle caratteristiche della mia scrittura risalivano alla sua famosa serie di Jeeves.
Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) Che cosa leggo. Polizieschi procedurali, non soltanto occidentali, ma di tutto il mondo (Cina, Giappone, Turchia, Israele, Africa, Russia ecc…) Gialli storici o in genere gialli di “ambiente” (professionale, ovvero medico, accademico, legale, archeologico, musicale ecc… oppure religioso, con detectives preti, pastori, rabbini, mormoni ecc…) Thriller. Fantascienza, soprattutto sociologica. Romanzi di avventura e spionaggio (di solito relativi al II conflitto mondiale) Qualche fantasy ogni tanto. Tutta narrativa di genere, comunque, niente letteratura “blanche”. Molta saggistica antropologica, storica, archeologica e scientifica. Alcuni classici, latini, greci e cinesi. Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore)D.: Poi Signora Comastri vorremmo chiederle qual è il suo ritmo di scrittura e dove trova l'ispirazione per scrivere le sue storie? D.C.M.: Per fare un libro posso metterci dai 3-4 mesi (accadde per i primi due, MORS TUA e IN CORPORE SANO quando ero più giovane e svelta) fino ai 7-8 di adesso, che sono un po’ rimbambita e soprattutto ho molta meno voglia di lavorare. D.: Come si muove nell'Antica Roma? (Naturalmente la domanda è sempre per la signora Comastri, è naturale che Publio Aurelio e Castore siano piuttosto pratici con l'Urbe!) Ha ben chiaro in mente il prospetto della città, ha familiarità con la Roma moderna o fa continue ricerche? D.C.M.: Ho chiara la prospettiva generale e tengo sotto una mappa dettagliatissima, con le strade attuali in chiaretto, così mi rendo conto delle distanze, dell’aspetto naturalistico dell’atmosfera. Ma naturalmente se descrivo un luogo particolare (e per luogo non intendo soltanto un tempio o una piazza, ma anche un ambiente sociale politico o religioso) faccio ricerche specifiche. Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) D.: Signora Comastri, c'è qualche particolare delle storie di Angelica la Marchesa degli Angeli (so che Lei è una fan come noi) che ritornano nelle storie di Publio Aurelio? Un dettaglio caratteriale, un'atmosfera per esempio? D.C.M.: Sì, ce n’è uno abbastanza esplicito, in CUI PRODEST: si tratta della partita di latrunculi tra Aurelio e Delia, che echeggia decisamente, sia per la posta, sia per una frase precisa pronunciata dalla schiava, quella al gioco dell’oca tra Angelica e il principe di Condé. E i miei più vivi complimenti per la domanda: nessuno aveva mai pensato che potesse esserci una citazione della “Marchesa degli Angeli” nella serie di Publio Aurelio! (Ora Francesca farà delle domande un po' più personali...) Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) Francesca: Caro Castore, finalmente la domanda per te: qual è il tuo colore preferito? E il tuo cibo preferito? Preferisci le bionde o le more? Castore:Perché mai discriminare? F.: D'accordo, d'accordo... Facciamo domande più serie, una sorta di tete à tete letterario. Mi devi perdonare, ma provo un grande sentimento nei tuoi confronti. Tu sì che sai goderti la vita, anche se ogni tanto esageri, lo ammetto. Ti vedremo mai felicemente accasato? C.: Sono un greco alessandrino, avvezzo agli ambienti orientali, i cui regnanti erano tenuti a imparentarsi per matrimonio con TUTTE le famiglie degli alleati, dei sovrani confinanti amici o nemici, dei comandanti dell’esercito, dei consiglieri, dei ministri, dei funzionari, dei favoriti, dei sostenitori e degli avversari politici ecc.. ecc... Sarei quindi propenso ad accasarmi secondo questo antico e nobile costume. F.: Scusa, scherzavo, facciamo davvero domande più serie Castore: c'è qualcosa a cui tieni davvero oltre al denaro e alla ricchezza? Non c'è qualcosa di profondo che ogni tanto agita la tua coscienza? Ti prego, non rispondermi come quell'intellettuale che disse l'aforisma: "Aveva una coscienza pulita: mai usata". C.: Tengo a Castore, ovviamente! F.: Castore, sempre tu, ormai ti ho preso di mira: cosa evoca in te il nome Alessandria d'Egitto? C'è qualcosa che ha il potere di farti evocare questa meravigliosa città? C.: Sì, il capestro a cui mi avevano destinato i sacerdoti di Ammon-Ra! F.: Castore ultima domanda per te: come deve essere una donna, "caratterialmente" per affascinarti? (Non capire a modo tuo, la domanda è chiara) C.: Le donne dolci (fa male il senatore a trascurarle!) sono riposanti oasi di frescura, porti sereni tra marosi gonfiati dalla tempesta, morbidi guanciali su cui posare il capo affranto da troppi profondi pensieri. Le donne difficili… per Ercole, ma chi le conosce le donne difficili? Le trova soltanto il senatore, io non ne ho mai incontrate, con me sono tutte buonissime, basta saperci un po’ fare… Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) Diario: Un'altra domanda per la Signora Comastri! Per ovvie ragioni giallistiche, molti personaggi incontrati da Aurelio fanno una brutta fine (penso, ad esempio, all'affascinante dottoressa greca Mnesarete di In corpore sano, che mi era davvero rimasta nel cuore, nonostante tutto). C'è qualche personaggio che si è pentita di avere "accoppato"? D.C.M.: No, chi è morto doveva proprio morire, anche i personaggi che amavo di più. D.: Esimio, elegantissimo Publio Aurelio, io adoro il tuo senso dello charme ed il tuo gusto per la moda, ma volevo chiederti: cosa pensi delle donne di oggi e degli italiani moderni? In cosa sono diversi dalla tua gente? P.A.: Gli italiani moderni mi sembrano molto simili a quelli che ho sempre conosciuto, forse sono un po’ più lagnosi, ai miei tempi si facevano meno storie. Le donne… da noi avevano ben pochi diritti, quindi per me è fonte di grande stupore vedere come quelle della vostra epoca spesso non approfittino nemmeno dei tanti che hanno ottenuto! Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) D.: Sempre per Publio Aurelio: visto che la schiavitù è stata abolita, come avresti fatto a mantenere la tua Domus così perfettamente funzionante? (A proposito, salutaci Paride: anche lui ci è mancato in questa indagine!) P.A.: Ho sempre sostenuto che, schiavi o non schiavi, se vuoi un buon lavoro devi pagarlo caro. Ed è quello che faccio io, al solo scopo di mantenere la mia domus in uno stato di lontana decenza: se la schiavitù fosse abolita, probabilmente otterrei dai miei riottosi domestici un servizio migliore, risparmiando un bel po’! D.: Domanda personale per il senatore Stazio: dato che in Tabula Rasa stava per abbandonarti, come avresti fatto senza i servigi di Nefer? Chi avrebbe massaggiato i tuoi augusti muscoli? (E non dire Sansone, perché non ci crediamo!) P.A.: L’ho scampata bella, ma guai a voi se vi scappa detto! Intervista a Danila Comastri Montanari (con Publio Aurelio e Castore) D.: Pompei, Olimpia, Gallia, ecc. e ora Alessandria. Dove si svolgerà la prossima indagine di Publio Aurelio Stazio? Tornerà a casa a riposarsi dalle sue fatiche (tanto se c'è lui i delitti non sono mai lontani!)? Tu cosa preferiresti senatore? E Castore? P.A.: Avrei una gran voglia di stare un po’ nella mia Roma, a meno che Pomponia non riesca a coinvolgermi in uno dei suoi viaggi… (A quanto pare ha deciso Publio Aurelio per tutti: la parola di un senatore, rappresentante di Claudio Cesare è legge!) Naturalmente vi ringraziamo tutti per la cortesia e la disponibilità nel rispondere alle nostre domande. Siamo certi che i lettori di Diario di Pensieri Persi saranno stati felicissimi di aver approfondito la vostra conoscenza. 


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