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Intervista a Emanuela Pulvirenti di "Didatticarte"

Creato il 24 aprile 2014 da Artesplorando @artesplorando

Intervista a Emanuela Pulvirenti di


Cominciamo la nuova rubrica di Art'esplorando, incentrata sui blogger che si dedicano alla divulgazione dell'arte e della storia dell'arte, con Emanuela Pulvirenti, ideatrice del sito e blog "Didatticarte".

Vorrei che per cominciare, Emanuela, ti presentassi: chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perché hai iniziato a scrivere il blog, e qual'è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissata diventando blogger.

Sono un architetto. Mi sono laureata a Palermo nel 1998 con una tesi sull'illuminazione notturna dei centri storici. La mia formazione è contemporaneamente umanistica e scientifica, artistica e tecnica.

Ho curato l'illuminazione di musei, chiese ed altri monumenti ed ho insegnato illuminotecnica in molte istituzioni universitarie e accademiche. Mi sono occupata di arte anche prima del 2006, anno in cui ho iniziato ad affiancare all'attività professionale anche l'insegnamento di Disegno e Storia dell'arte nelle scuole superiori.

Dal 2010 ho iniziato ad interessarmi anche di didattica digitale, e-learning, CLIL e altre pratiche innovative nel campo dell'insegnamento scolastico. Così nel 2011 ho aperto il sito didatticarte.it e la relativa pagina Facebook. Il blog è arrivato esattamente un anno fa.

Mi sono chiesta subito a cosa potesse servirmi. Così, dopo alcuni post nei quali sostanzialmente descrivevo gli aspetti tecnici del blog stesso, ho cominciato a raccontare ciò che avrei voluto mostrare ai miei ragazzi, a descrivere percorsi che a scuola non riuscivo a fare per carenza di strumentazione tecnologica ma anche a raccontare alcuni esperimenti fatti in aula (i quadri viventi, le foto che riprendono lo stile pittorico di un artista etc.).

Ho scritto alcuni post che sono presto diventati "virali" come quello intitolato "Perché studiare la storia dell'arte? Sette buoni motivi da dare ai vostri studenti" o "Quanto ne sapete di storia dell'arte? Un test per scoprirlo", articoli rivolti sia ai colleghi che ad un pubblico più vasto...

Il blog mi è servito per definire meglio il mio metodo di insegnamento e gli obiettivi di questo tipo di didattica. Obiettivi molto vasti: dalla comprensione del messaggio dell'arte alla capacità di analisi autonoma dell'opera, dall'integrazione tra disegno e storia dell'arte all'abilità di produrre oggetti artistici, dallo sviluppo del pensiero creativo alla padronanza dei linguaggi visivi.

Spesso è anche un modo per divagare, catturare intuizioni da approfondire e sistematizzare, riprendere vecchie ricerche abbandonate o riflettere su metodi didattici mai sperimentati in ambito scolastico (come il webquest o il problem solving nell'insegnamento della storia dell'arte). Inoltre il blog è diventato, con mia grande sorpresa, anche uno strumento per conoscere tanti colleghi e appassionati d'arte con i quali scambiare idee, segnalazioni e punti di vista.

Qual'è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Art'esplorando.

Mi viene l'orticaria all'idea di fare una fila chilometrica per visitare un museo o una mostra... pensa che sono stata decine di volte a Firenze ma non sono mai andata agli Uffizi. Essendo architetto preferisco, tra l'altro, visitare le città, le piazze, le chiese, le aree archeologiche...

Inoltre trovo che la maggior parte dei musei italiani siano allestiti in maniera antiquata quando non addirittura scorretta dal punto di vista museografico ed errata dal punto di vista della protezione delle opere d'arte. Essendo un tecnico finisce che nei musei guardo più all'allestimento che alle opere esposte e inizio a trovare tutte le "magagne": didascalie illeggibili, fonti luminose sbagliate, percorsi incomprensibili etc. etc.

Ho visitato recentemente il Museo del Novecento a Milano e sono uscita da là inorridita per la scarsa qualità dell'intervento e per aver visto tele sulle quali addirittura arrivavano i raggi solari diretti!

Naturalmente ci sono anche alcuni musei molto belli, davvero preziosi. Consiglio Palazzo Ducale di Urbino nel quale contenitore e contenuto sono eccezionalmente in armonia, poi Palazzo Abatellis a Palermo (museo allestito negli anni '50 da Carlo Scarpa), la Galleria Borghese a Roma dove c'è una concentrazione di capolavori incredibile e il museo archeologico di Reggio Calabria con i bronzi di Riace.

Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.

Da un lato apprezzo molto le mostre perché concentrano in un unico luogo opere che in genere sono sparse per il mondo permettendo una lettura dell'artista altrimenti impossibile. Dall'altro detesto l'effetto mediatico che porta a trasformare i visitatori dei consumatori febbrili di opere d'arte, da guardare in fretta, spintonati nella confusione, senza poter scattare neanche una foto per tenere a mente un'opera in particolare da voler approfondire.

Ho visto tempo fa Guttuso al Vittoriano: bella mostra, non tantissime le tele esposte ma di grande valore. Fastidiosa, però, la folla e il fiato sul collo dei custodi. Preferisco andare a vedere la Vucciria allo Steri di Palermo, dove in genere è collocata, ritrovandomi da sola, tranquilla, anche per ore e ore.

Qualche mostra però mi è rimasta impressa: quella delle incisioni di Goya al centro culturale Le Ciminiere di Catania, tantissimi anni fa, e quella Escher ai Musei Capitolini di Roma.

Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?

Renderei gratuito l'ingresso ai maggiori musei italiani (come per i grandi musei di Londra tra i quali la National Gallery e il British Museum) in modo che andare al museo possa diventare una vera e propria abitudine per tutti. A Londra vedevo tantissime persone di ogni età che andavano al museo ogni giorno anche per vedere una sola opera o per ridisegnarla con tanto di cavalletto e tubetti di colore al seguito.

Essere a contatto con i capolavori dell'arte non dovrebbe essere un'eccezione ma un fatto normale e frequente. Noi italiani ci vantiamo tanto del nostro patrimonio ma lo conosciamo davvero poco (come ha dimostrato il test che ho fatto sul blog al quale in pochissimi hanno saputo dare tutte le risposte esatte...). Allora bisogna incentivare al massimo il cittadino comune a conoscere i nostri beni culturali, perché conoscere è il primo passo verso l'apprezzare e l'apprezzare porta all'identificazione e al bisogno di proteggere e tramandare alle future generazioni.

Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...

Più che leggere direi di prendere un qualsiasi manuale di storia dell'arte, sfogliarlo e guardare le immagini. Il primo contatto con l'arte dovrebbe essere istintivo, visuale. Poi viene l'approfondimento teorico. E per chi si avvicina all'arte per la prima volta i classici Argan o Adorno sono già un po' troppo complessi.

Consiglio un libro per la scuola media di Pintucci, Rossini, Del Re dal titolo "Artistico!". Una sintesi molto chiara ed efficace che spesso utilizzo anche alle superiori.

Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?

Non potendo caricare sull'arca un gioiello dell'architettura come la cappella Palatina di Palermo penso che porterei il Trasporto di Cristo di Caravaggio, una tela di un'intensità incredibile, uno dei rosoni del transetto della cattedrale di Notre-Dame a Parigi, la foto del bacio di Robert Doisneau, il mosaico della Grande Caccia della villa Romana del Casale di Piazza Armerina e, per restare in Sicilia, anche lo stupendo Satiro Danzante di Mazara del Vallo.

Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perché?

Sono indecisa tra Picasso e Dalì, due giganti dell'arte del Novecento. Magari andrei a cena col primo e a bere qualcosa con il secondo. A Picasso vorrei fare mille domande sul suo percorso artistico, così articolato e per certi versi contraddittorio. Mi piacerebbe anche chiedergli cosa si provi ad essere diventato uno dei primi artisti-star, insomma gli farei un'interminabile intervista! Con Dalì mi basta un aperitivo perché sono più incuriosita dal personaggio in sé che dalle questioni teoriche sul Surrealismo. Vorrei vedere come si comporta, come si muove, come osserva le cose... poi, magari, lo invito a cena ;-)

Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Art'esplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato (ovviamente valgono anche le web-tv).

Consiglio di vedere dei bei film d'autore (il cinema non è stato definito la "settima arte"?) e magari, oltre alla trama, osservare la luce, la composizione dell'immagine, l'uso del colore. Interessanti anche i documentari divulgativi come Ulisse o quelli sulla fotografia, sul design e sulla pittura della BBC trasmessi da LaEffe, il canale TV della Feltrinelli.

In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.

Credo che ruberò a piene mani dal discorso del 2011 di Frédéric Mitterrand, nipote dell'ex presidente della Repubblica Francese e allora ministro della Cultura, in occasione dell'inaugurazione del Festival della Storia dell'Arte quando disse che:

"Oggi, la storia dell'arte è in grado di dare un senso al divenire collettivo, di ridare prospettiva al caos del mondo o più precisamente al caos nato dalla moltiplicazione di simulacri di ogni genere. Nell'epoca dell'infinita riproducibilità dell'immagine, la storia dell'arte può contribuire a dare coerenza, può essere uno strumento per rendere più intelligibile il nostro tempo.

[...] La storia dell'arte può anche permettere di abbattere i pregiudizi e i timori di coloro che non osano varcare le porte dei "templi" della cultura. L'educazione dello sguardo, in un mondo caratterizzato da un vero e proprio bombardamento di immagini senza ordine, intelligibilità o gerarchia, più che un'esigenza, è una necessità. Oggi più di ieri, la strada per un'educazione alla cultura richiede di far comprendere la costruzione di un'immagine, cogliere i risvolti sociali di un'opera, capire che l'immagine non è la realtà ma la costruzione a volte erudita di un discorso.

L'arte è anche un apprendimento alla conquista di se stessi e del tempo. È abbozzo, costruzione, realizzazione: tutti passaggi che un pubblico immerso nel regno dell'effimero e dell'evanescente non può trascurare. Non dimentichiamoci mai che la storia dell'arte ha una responsabilità nei confronti del passato, dei monumenti, dei siti archeologici, dei quadri da conservare o da acquisire. Conservare e trasmettere, questa doppia missione della storia dell'arte, ci fa capire il suo grande ruolo sociale".

Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!

La citazione che mi piace di più è dello scrittore americano Henry Miller che, con sintesi lapidaria, scrisse: "L'arte non insegna niente, tranne il senso della vita".

Buona lettura a tutti!


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