- Ciao Francesca, benvenuta nel nostro blog. Vuoi dire due parole su di te ai lettori che ancora non ti conoscono?
Ciao Laura, innanzitutto ti ringrazio di avermi ospitata nel tuo blog J per me è un piacere. Parlare di me stessa mi viene sempre difficile..chissà poi perché. Il mio nome lo conosci già, ho 22 anni tra qualche mese saranno 23. Studio lettere curriculum classico e sto cercando di finire il più presto possibile anche perché lo studio è abbastanza impegnativo e non posso dedicarmi alla scrittura, ad esempio, che è una delle cose che amo più fare. Mi piace molto anche leggere ma, in questo periodo, posso solo dedicarmi ai classici..pensa un po’ ieri ho finito “Il Principe” di Machiavelli, oggi tocca al Canzoniere di Petrarca. La mia vita è abbastanza frenetica –almeno non ho il tempo per annoiarmi- ma molto soddisfacente.
- “Le sottili crudeltà dell’amore” è il nuovo romanzo che hai presentato su Amazon, perché questa scelta?
Bella domanda. Posso dirti che questo romanzo è stato per un po’ nel cassetto forse perché sapevo che ancora aveva bisogno di qualche modifica. Alla fine, dopo varie indecisioni e qualche tentativo non andato a buon fine, decido di provare la via del self publishing. Ciò che mi ha spinto a percorrere questa via è stato sicuramente l’aver sentito numerose esperienze di diversi miei “colleghi di penna”, alcune anche andate molto bene, e quindi mi sono detta “ma se ci provano tutti, perché non ci provo anche io?” e così è stato. Ho deciso tutto all’improvviso, in un giorno ho contattato una ragazza per la cover e, subito dopo averla pronta, ho pubblicato. Devo ammettere che, al momento, sono molto soddisfatta. Ho venduto diverse copie e, grazie alla promozione gratuita, sono riuscita a scalare la classifica anche quella a pagamento. Mi sto accorgendo che è un po’ faticoso promuoversi perché, appunto, sei tu stessa a doverlo fare e, se non lo fai, le vendite si bloccano ma per il resto sono entusiasta e credo che l’entusiasmo e la passione siano gli ingredienti giusti per non arrendersi mai, anche in un mondo pieno di salite, di concorrenza e competizione.
- Chi sono i protagonisti del romanzo?
La protagonista per eccellenza è Adele: una bellissima ragazza, determinata a realizzare i suoi sogni, indipendente, emancipata, piena di interessi. L’unica cosa che le manca è l’amore, quello vero e, purtroppo, rimane delusa più di una volta. L’ultima delusione che prova sarà quella che le cambierà la vita e che la trascinerà in un burrascoso susseguirsi di spiacevoli eventi senza apparente via d’uscita. Dovrà fare i conti con un dolore talmente grande che le risucchierà l’anima e, solo alla fine, riuscirà a risollevarsi anche grazie all’aiuto del suo più caro amico, Marco. Una figura importante all’interno della storia è Anita, una donna che apparentemente sembra una femme fatale, una donna tutta d’un pezzo, che non lascia piegarsi dagli eventi. Anita e Adele diventeranno ottime amiche e entrambe scopriranno il vero valore dell’amicizia nonostante la durissima prova che saranno costrette ad affrontare. Non mancano nemmeno gli antagonisti ma di loro non ve ne voglio parlare perché potrei togliere il piacere di conoscerli pian piano che ci si addentra nella lettura.
- Cosa ti ha ispirato la stesura di questa storia?
In primis e senza dubbio i fatti di cronaca. Quasi giornalmente al telegiornale sentiamo parlare di donne uccise dal proprio uomo perché lo avevano lasciato o perché troppo geloso o perché non ci si mette d’accordo sull’affidamento dei figli. Qualunque sia il motivo, questi uomini pensano di poter risolvere le cose ricorrendo al femminicidio. Ed è proprio da qui che il mio racconto ha preso vita. Volevo raccontare una storia che mettesse in scena l’amore nelle sue mille sfaccettature, quello romantico, quello vero, quello passionale, quello di interesse, e soprattutto volevo raccontare una storia che ponesse le donne in primo piano. Anche le donne del mio romanzo diventano vittime di un uomo, di un amore non andato a buon fine ma tutte riescono a sopravvivere, riescono a ritrovare la speranza, riescono a sorridere di nuovo. In un certo senso, questo romanzo potrebbe essere considerato la rivincita delle donne sugli uomini ed è per questo motivo che io dedico la mia storia a tutte le donne vittima di violenza, a quelle che lo sono adesso o a quelle che non ci sono più con l’augurio e la speranza nel cuore che questa strage possa finalmente giungere al tramonto. E la dedico anche a tutte quelle donne che soffrono per amore, perché non ricambiate, perché tradite, perché messe da parte. La dedico a loro perché riescano a trovare la forza per tornare a vivere.
- “L’inquietante urlo del silenzio” e “Le sottili crudeltà dell’amore” sono due romanzi molto diversi fra loro. Vuoi raccontarci le differenze? Quale dei due ha richiesto più impegno? A quale ti senti più legata?
Si hai ragione Laura, sono profondamente diversi. Posso dirti che il mio romanzo d’esordio è forse una summa del mio bagaglio culturale che avevo quando ho iniziato a scriverlo. Di conseguenza era pieno essenzialmente di esperienze adolescenziali, conoscenze apprese durante i cinque anni al liceo classico..insomma ho preso spunto dalla realtà che mi circondava e con una pennellata di colori (molto scuri, leggendo il romanzo) ho dato vita a quella storiella. Ovviamente, il primo romanzo ti resta nel cuore perché è quello che ti ha aiutato a rompere il ghiaccio, quello che ti ha dato “in pasto” ai lettori, quello che ti ha donato le prime emozioni e ti ha fatto conoscere questo mondo. Devo ammettere, però, che mi sento incredibilmente legata al secondo romanzo e credo per diversi motivi..forse per il maggiore impegno, forse perché sento questa storia più realistica, più affascinante. In realtà, il motivo vero non lo conosco, è una cosa che mi nasce spontanea, che viene dal profondo del cuore e ogni volta che lo vedo scalare le classifiche di Amazon sussulto di gioia.
- Scrivendo la domanda precedente mi sono resa conto che entrambi i titoli dei tuoi romanzi sono molto lunghi. Come scegli il nome delle tue creature? E quanto credi sia importante il titolo?
Il titolo per me è fondamentale, è la prima cosa che i lettori leggono approcciandosi al tuo romanzo: deve catturarli, deve intrigarli, deve tenerli incollati alla copertina a riflettere su quei nomi, a capire cosa si cela dietro quella scelta e, di conseguenza, solleticare la loro curiosità. Il titolo, per me, è prezioso. “L’inquietante urlo del silenzio” è nato insieme alla storia, o forse anche prima: “se mai scriverò un romanzo, lo chiamerò così”-mi dicevo. Ero e sono molto soddisfatta di questo titolo perché sprigiona una moltitudine di significati, spinge il lettore a interrogarsi su quell’ossimoro e a vedere il silenzio da un altro punto di vista: non vuoto ma caos o entrambe le cose o viceversa. Ecco perché dicevo moltitudine di significati. Per quanto riguarda il titolo del secondo romanzo, invece, è stato tutto molto più complicato. Stavolta la storia era terminata da un bel pezzo ma il titolo non veniva bene. Ho risolto la faccenda solo con l’aiuto della mia editor, Bianca Cataldi, e adesso sono molto entusiasta di aver fatto questa scelta.
- Perché i lettori dovrebbero scegliere il tuo romanzo fra i tanti pubblicati in self?
Perché parla della realtà quotidiana, perché parla di storie delle quali tutte e tutti potremmo essere i protagonisti, perché ti spinge a pensare, perché infonde la speranza anche nei cuori di chi ha deciso di mollare.
- Che tipo di lettrice sei? Quali i tuoi autori preferiti e quanto spazio regali agli emergenti nella tua libreria?
Purtroppo, sono stata costretta a togliere moltissimo tempo alla lettura (almeno dei romanzi). Sto tutti i giorni ore e ore sui libri a leggere classici, a studiare storia o latino o greco e nei momenti liberi non riesco a prendere in mano un romanzo. Ma ho letto tantissimo e, quando finirà questo periodo così stressante, mi dedicherò di nuovo alla lettura. Il mio autore preferito è senza dubbio Guillaume Musso: le sue storie sono affascinanti, misteriose, piacevoli. Per quanto riguarda gli emergenti, ovvio che do tantissimo spazio perché sono un’esordiente anche io e prima di aspettarmi che gli altri mi leggano, devo farlo anche io.
Grazie per la chiacchierata, Francesca!
Grazie a te Laura per la possibilità.