620 atleti provenienti da tutta Europa per 8 tatami. Se si conta che per ogni ring erano presenti giudici qualificati, assistiti da monitor con segnapunti digitale e a loro si aggiungono le graziose fanciulle che supportavano l’organizzazione chiamando gli atleti, ci si rende conto della grandezza del Torino Jiu Jitsu Challenge 2014, svoltosi sabato 1 marzo al PalaRuffini.
Sono in molti a sostenere che questa 8^ edizione sarà ricordata come la migliore competizione di Jiu-Jitsu Brasiliano organizzata in Italia. Purtroppo è l’ennesimo esempio italiano di sport che non ha tutta l’attenzione che merita, nonostante la grande partecipazione su scala nazionale e in particolare, piemontese. Il merito di tutto questo è di Freddy Linhares, uno dei pionieri del BJJ, Jiu Jitsu brasiliano, in Italia ed il primo ad insegnare a Torino. Un successo di squadra, grazie al supporto del collaudato staff dell’Accademia Arti Marziali Dojo Miura di Torino.
“In Piemonte siamo fortunati, – ha spiegato il brasiliano, da ormai 20 anni naturalizzato sabaudo – poichè è qui che si trova la più grande concentrazione di palestre di Bjj (ndr Brazilian Jiu Jitsu) d’Italia. Ciò ci permette di poter scambiare tecniche e idee. Una presenza di 20 atlete è stata una grande soddisfazione in un sport considerato maschile.”
L’edizione 2014 del Torino Challenge dimostra che l’esperienza paga. “Finalmente una cornice degna di un evento internazionale, dotata di tutti i comfort. Griglie che cambiavano l’aria, spogliatoi con docce, sapone nei bagni. Aree di gara con ampia zona per il riscaldamento (oltre ovviamente ad uno staff medico attrezzato, che fortunatamente ha lavorato poco e premi in denaro ndr). Un livello organizzativo che non ha niente da invidiare a tante competizioni estere più “blasonate”. Sono convinto che i vertici federali dovrebbero venire a Torino il prossimo anno ad imparare come si organizza una gara!” Queste le parole di Omar Lannunziata, atleta che ha partecipato alla manifestazione e che noi avevamo già intervistato in qualità di insegnante di Cross Fit.
Un grande spettacolo di Arte Soave, con tanti incontri da vedere, anche grazie alla partecipazione di atleti di altissimo livello provenienti dal panorama italiano e internazionale, come Luca Anacoreta, Ivan Tomasetti, lo svizzero Thomas Oyarzun. Francia, Svizzera, Cipro, Dinamarca, Finlandia sono solo alcune delle nazioni rappresentate in questa competizione, che fa già crescere la curiosità per il prossimo anno. “Per l’edizione 2015 ho già qualche asso nella manica che non posso svelare. La cosa più importante però – ha proseguito Freddy – è che stiamo finalemente iniziando a dimostrare che il bjj è per tutti. Non mi riferisco solo al gentil sesso, ma anche ai bambini. Tra i vantaggi di questo sport si annoverano la riduzione del peso, tonificazione, controllo del corpo, una maggiore autostima, insomma è uno sport che fa bene sia al corpo che alla mente.”Sul fatto che fosse un’attività per bambini abbiamo sollevato qualche dubbio, ma Freddy è stato molto assertivo : “Lo consiglio a partire dai 5 anni. L’importante, come in tutti gli sport, è avere un buon maestro. Praticare il bjj è pericoloso quanto lo qualsiasi altra disciplina marziale. Il bravo insegnante è quello in grado di trovare il giusto allenamento per ogni atleta, anche se è sotto i 50 cm di altezza!”
Prossimo appuntamento a Casale Monferrato, presso l’Istituto “Ascanio Sobrero” di via Candiani d’Olivola 19, il prossimo 18 maggio per la versione casalese del Brazilian Challenge Jiu Jitsu 2014. Un torneo aperto alle cinture bianche, blu, viola, marroni e nere.