Magazine Cultura
Leggendo il suo romanzo si coglie una costruzione complessa che fa supporre approfondite ricerche storiche: può raccontare brevemente la trama?
Il libro racconta di uno stampatore veneziano d’origine ebraica che viene incaricato dal suo padrone di cercare un ragazzo soprannominato Pettirosso. Questi conserva in bisaccia alcune pergamene dal contenuto importante, che potrebbero cambiare la storia del mondo. È un viaggio in cerca di qualcuno che non si riesce mai a raggiungere, uno spostamento tra una geografia reale e una geografia sognata.
Lei è nato ad Atella, in Basilicata, il luogo dove avvengono i fatti più importanti della narrazione, che ruolo ha questo paese per lei e per il suo romanzo?
Il luogo dove si nasce conserva qualcosa di magico sempre: è dove abbiamo aperto gli occhi per la prima volta, dove abbiamo respirato la prima aria che è entrata nei polmoni. Atella è il mio grande magazzino di storie, il contenitore di tutto ciò che vado cercando nella vita.
Accanto ai personaggi principali nel romanzo hanno un ruolo anche grandi nomi illustri della storia e della cultura del periodo….
Ci sono Leonardo da Vinci, Isabella d’Este, Francesco Gonzaga, Gilbert de Montpensier. Il mio è un libro dove personaggi veri e personaggi d’invenzione si rincorrono, un po’ come ogni storia, dove il vero e il falso si scambiano i ruoli. In realtà, la presenza dei personaggi reali assicura al racconto una parvenza di autenticità e lo colloca in un preciso tempo storico, pur non essendo un romanzo storico nel senso tradizionale del tempo.
Quali sono state l’idea e l’immagine che hanno dato il via alla sua fantasia?
La Casa degli Atellani a Milano, in corso Magenta, di fronte all’abside di Santa Maria delle Grazie. Passavo lì davanti negli anni universitari e mi chiedevo chi fossero quegli Atellani che vi avevano abitato. Il fatto mi incuriosiva perché io sono nato ad Atella, dunque gli Atellani potevano essere persone che venivano dal mio stesso paese. Ho cominciato a fare alcune indagini e, scopri scopri, vengo a sapere che questi Atellani venivano davvero dal mio paese, erano arrivati a Milano nel Quattrocento, erano diventati amici fedeli di Ludovico il Moro ed erano soldati di ventura.
Temi centrali sono il viaggio,il sogno, l’utopia: che importanza hanno nella storia e anche nella sua vita?
Entrambi orientano la mia vita e vorrei che orientassero, più di come non riescano a fare, la vita di tutti gli individui. Noi abbiamo bisogno di utopie, di sogni. Non possiamo rassegnarci al grigiore del reale, del quotidiano. Dobbiamo pensare che, al di là della Storia, esiste il sogno della Storia, cioè l’utopia.
Nonostante il tema complesso, la narrazione scorre fluida e piacevole, sostenuta da un linguaggio musicale, ricco di immagini, metafore e frasi in lingua medievale ricostruita da lei, il lettore viene trasportato in un mondo sognato: che consiglio di lettura può dargli?
Due consigli. Se si leggono i miei libri, un lettore dovrebbe non fermarsi a studiare troppo i nomi e i perché di ogni personaggio, ma capire quale vale la pena seguire e quali invece mettere da parte. Una volta fatta questa scelta, può lasciarsi trasportare dal vento del racconto. Più in generale, consiglierei i lettori di frequentare sempre meno, per quanto possibile, le scritture che narrano solo delle cronache del presente, per immergersi invece in quei libri che esaltano il fantastico (non il fantasy), l’immaginario, il visionario.
Come ha ragione! Abbiamo tutti bisogno di rendere più lieve la nostra vita, abbiamo perso molto dei sogni delle fantasie e dello stupore che ci mantengono giovani e ottimisti. La ringraziamo per i suoi bellissimi libri che attraverso il sogno della storia ci permettono di proiettarci al sogno del futuro !
Giuseppe Lupo Atella, 1963, insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università Cattolica di Milano e Brescia. Autore di romanzi e saggi, ha pubblicatoL'americano di Celenne, Marsilio 2000 (Premio Giuseppe Berto 2001, Premio Mondello opera prima, 2001
Ballo ad Agropinto, Marsilio 2004
La carovana Zanardelli, Marsilio 2008 (Premio Grinzane Cavour-Fondazione Carical 2008, Premio Carlo Levi 2008)
L'ultima sposa di Palmira, Marsilio 2011 (Premio Selezione Campiello 2011, Premio Vittorini 2011)
Viaggiatori di nuvole, Marsilio 2013 (Premio Giuseppe Dessì)
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