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Intervista a Marco Bonfanti, il regista de “Lultimo pastore”

Creato il 06 agosto 2013 da Drkino

marco bonfantiCom'è nata l'idea de L'ultimo pastore, e con quale spirito hai portato avanti il progetto?

"Stavo presentando un altro progetto quando mi un Professore della Bocconi mi ha raccontato dell'esistenza dell'ultimo pastore nomade milanese. Questa storia mi ha talmente affascinato che ho deciso di girare un film su questo personaggio. Quando poi ho sentito che alcuni bambini credevano che un pastore assomigliasse ad Arlecchino e allevasse le pecore per fare il budino mi sono preoccupato e ho capito che dovevo mettere un po' di chiarezza. Ho dovuto faticare per avere il consenso di Renato Zucchelli (il protagonista del film): l'ho tampinato per giorni prima che cedesse alla mia richiesta e mi desse il consenso, ero diventato ill suo incubo. Volevo raccontare qualcosa di magico che toccasse le corde dell'emotività, offrendo uno sguardo diverso, più ingenuo, perché noi grandi abbiamo perso l'ingenuità dei bambini”.

Avevi ben presente quale fosse la vita di un pastore?

"A dire il vero di pastorizia non ne sapevo nulla e credo di non avere appreso granché neppure ora; forse qualche nozione supplementare, come l'esistenza della lingua Gaì, ma davvero poco. Quello che mi ha affascinato fin da subito è stata l'esistenza di un lavoro irrealizzabile e impensabile nel luogo in cui è ambientato il film, cioè la grande metropoli"

Progetti per il futuro?   
"Sto lavorando a un lungometraggio e a un vero documentario, anche se quest'ultimo rappresenta per me una sfida del tutto nuova che spero di essere in grado di affrontare. Anche "L'Ultimo Pastore" inizialmente voleva essere un documentario, poi strada facendo la mia fantasia ha preso decisamente il sopravvento…".

 

Hai girato tanti festival dove hai ricevuto consensi e riconoscimenti. Ultimamente sei stato premiato con il riconoscimento del Miglior marco-bonfanti+nanni-moretti-bimbi-belli-2013Dibattito della rassegna Bimbi Belli 2013la rassegna di esordi italiani selezionati da Nanni Moretti, com'è stato ricevere il premio dalle mani di uno dei registi italiani più amati?

"Una grandissima felicità. Per me questo premio ha un grande valore simbolico: Nanni Moretti ha iniziato con pochi mezzi, ma grande determinazione un po' com'è successo per noi. Sentire la sua fiducia e il suo affetto è stato importantissimo per la mia crescita umana"

Se il cinema fosse una cura quale film sceglieresti per curarti?  
"Il Mio Vicino Totoro di Hayao Miyazaki. Quando le cose vanno male, metto su il dvd per ritrovare i miei equilibri".

 

 

La recensione del L'ultimo pastore

Dr. Dakota Block

 

 

 

   

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