Stefano Simeone (1985), illustratore e fumettista, collabora e ha collaborato con Red Bull, il Mucchio, XL di Repubblica, Sergio Bonelli Editore, Aurea Editoriale, IDW, Boom Studios. Con il suo libro d’esordio “Semplice” (Tunué), vince il premio Romics 2013 come miglior libro italiano e il premio Boscarato 2013 come Autore Rivelazione. Per Bao Publishing nel 2013 esce “Ogni piccolo pezzo”.
“Ogni piccolo pezzo” esce per la Bao a distanza di un anno dall’altro tuo racconto, Semplice. Che cosa è cambiato da allora nella tua vita professionale, dati anche i successi riscontrati dalla critica e i vari premi che continui a riceve, e com’è stato entrare nella scuderia Bao?
Prima di cominciare, dato che un po’ mi conosco, posso dire che l’intervista andrà così: la risposta alla prima domanda sarà così così, nella seconda risposta mi riprenderò, poi comincerò mano mano a svaccare inesorabilmente. Scusate, ho un calo dell’attenzione preoccupante.
Per quanto riguarda il modo in cui è cambiata la mia vita professionale, non ho avuto molto tempo per pensarci. E’ successo tutto di fretta, alcune persone hanno cominciato a dire che il primo libro era piaciuto e me ne hanno fatto fare un altro.
In Bao sono fantastici. C’è una professionalità altissima e mi coccolano molto (so che le due cose possono sembrare in antitesi, ma è così). Credo di aver capito che lavorare in un ambiente rilassato influisca più di quanto pensassi sulla qualità del lavoro. Sapere che c’è qualcuno che costantemente revisiona il tuo lavoro ti rende più tranquillo anche nell’osare soluzioni azzardate. Insomma, sono bravi!
Qual è stata la genesi dell’opera? Quanto c’è di autobiografico in un racconto come Ogni piccolo pezzo?
Per Semplice, sono partito direttamente da pagina 1. L’ho disegnata, ho abbozzato i testi e poi ho fatto pagina 2. E così via. Per Ogni Piccolo Pezzo, ho cambiato radicalmente modo di lavorare. Sono partito da delle suggestioni, da delle impressioni, da una tematica. Ho usato una struttura rigorosa ma che mi dava comunque una certa fluidità. Ci ho messo dentro dei “pezzi” (ovvero luoghi, personaggi e tempi ben definiti) e li ho fatti giocare in modo casuale tra loro; dopo, sono stato a guardare quello che veniva fuori. Volevo inserire un elemento reale, la casualità, anche nelle scelte dei tempi della narrazione, per portare nella storia un senso costante di straniamento, per fare in modo che tutti, lettore compreso, si trovassero lì per caso e seguissero vicende di persone o luoghi che ho a mia volta definito poco a poco grazie a dei “pezzi” incastrati non seguendo una logica di narrazione classica.
A livello grafico si notano molte influenze ad autori come Mazzucchelli, Kindt e altri in questo nuovo lavoro. E’ frutto di un naturale processo di evoluzione e di ricerca oppure di “affinità”?
In realtà, mi piace molto Jean Paul Leon, ma se lo guardo mentre disegno, mi esce una cosa alla Pierre Alary. E’ un grande mistero che nemmeno i più grossi esperti riescono a spiegare.
Per questo lavoro mi sono concentrato molto sul segno e meno sul disegno. Ho preferito la gestualità e la naturalezza delle pose a “tibia-clavicola-sartorio”, e se qualcosa è un po’ storto pazienza.
E’ un modo di lavorare totalmente opposto a “Semplice”. In quest’ultimo, ho prediletto i grandi spazi, i silenzi, i vuoti, la splash page. In Ogni Piccolo Pezzo i tempi sono molto più compressi, le vignette hanno un peso specifico e quello che c’è dentro a livello di dettaglio fa parte della narrazione tanto quanto i personaggi o i baloon.
E’ un periodo particolarmente fiorente per la scuola romana, pensando ai progetti di autori come Recchioni, Dell’Edera, Bevilaqua, Zerocalcare. Come giudichi la scena dall’interno, quali sono le tue connessioni e come ti ci sei inserito?
Siamo meglio noi di quelli di Milano! Avete sentito? (Strategie per scatenare una guerra, parte prima).
A Roma ci vogliamo molto bene.
Come giudichi l’esperienza nel MKS? E quali progetti insieme ci sono del MKS.
L’obiettivo che cerchiamo di raggiungere è quello di vivere meglio. L’altra settimana abbiamo comprato un pallone. Avevamo tutta la strada per noi, perché avevano appena rifatto l’asfalto davanti allo studio. E’ stato bellissimo e per ora ci basta questo. Siamo ragazzi modesti, noi.
Stefano Simeone ha già nuovi progetti all’orizzonte?
Segue breve elenco dei progetti all’orizzonte (non necessariamente in quest’ordine):
Finire il numero 9 di Long Wei.
Vedere finalmente Dublino.
Colorare Orfani.
Capire veramente e nel profondo la differenza tra il guanciale e la pancetta.
Accettare che le taaante idee che ho per il libro nuovo probabilmente non sono granché. E magari non sono nemmeno tanto originali.
Studiare bene cos’è l’effetto Doppler e pavoneggiarmi in studio per la conoscenza acquisita.
Dire a tutti che il mio nuovo libro sarà una lunghissima saga familiare di oltre 600 pagine stile “Cent’anni di solitudine“; subito dopo, rendersi conto dell’inevitabilità del fallimento e piangere in un angolo.
Scatenare una faida tra i fumettisti di Milano e quelli di Roma. Una volta nella mischia, disarmare e/o eliminare Kota, prelevare dal corpo esanime dello stesso le chiavi di casa ed appropriarsi di tutti i poster di Scott Pilgrim.
Grazie per la disponibilità!
Abbiamo parlato di:
Ogni piccolo pezzo
Stefano Simeone
Bao Publishing, 2013
152 pagine, brossurato, colori – 16,00€
ISBN: 978-88-6543-186-3
Intervista effettuata via mail a ottobre 2013
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