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Intervista a Valentina Barbieri

Da Flautodipan @miriammas
Intervista a Valentina Barbieri Valentina Barbieri. Ha pubblicato un racconto, “Arèl”, nell’Almanacco Fantasy di Lettere Animate.
Benvenuta nel nostro salottino magico! Immancabile domanda di rito per cominciare: chi è e perché scrive Valentina Barbieri? 
Una semplice studentessa… scrivere è una necessità, i personaggi delle mie storie mi torturano la mente se non li metto su carta!
Intervista a Valentina Barbieri La maledizione di Ondine. Com’è nata l’idea? 
Continuavo a pormi delle domande sulla vita dopo la morte, ma le risposte al mondo sono innumerevoli. In fondo stiamo parlando della stessa cosa, eppure i punti di vista di ciascuno di noi sono diversi. Perché? Ho cercato di dare una risposta creando personaggi diversi, con visioni della morte opposte.

Come e quando hai cominciato ad appassionarti di misteri? 

I misteri mi affascinano un po’ da sempre, ma ho iniziato a interessarmi e documentarmi sui fenomeni paranormali solo l’anno scorso, quando ho iniziato la stesura del libro.
Leggendo il tuo libro appare evidente che hai dedicato Intervista a Valentina Barbieri un grandissimo impegno alla documentazione. In che modo hai raccolto il materiale utile allo scopo? È stato facile o difficile?
Principalmente uso internet: è facile e veloce, sicuramente il lavoro di documentazione è semplificato da questo magnifico strumento di conoscenza. Ma bisogna stare molto attenti, a volte le informazioni sul web sono errate o incomplete, bisogna risalire a diverse fonti per avere un’idea chiara e reale delle cose.
A parte la letteratura sull’argomento, hai attinto anche da esperienze vissute in prima persona? Quale il tuo rapporto con il paranormale? 
La storia di Virginia è ispirata a quella della mia bisnonna: rimase incinta del suo grande amore ma fu costretta a sposare un altro uomo; eppure a quasi novant’anni ancora sospirava pensando al mio bisnonno naturale!
Vere e proprie esperienze paranormali non le ho vissute. A volte in casa mia il pianoforte suona qualche nota (ma scommetto che dipende dall’umidità e dal fatto che sia scordato da molti anni ormai!).
Intervista a Valentina Barbieri Ondine, Benjamin, Pierre. Ai tre personaggi corrispondono tre diverse interpretazioni delle strane esperienze di cui sono protagonisti − laica, religiosa, scettica. In quale ti rispecchi maggiormente e perché? 
Ho una visione molto scientifica delle cose. Prima di pensare a qualcosa di “paranormale” devo aver escluso qualsiasi spiegazione razionale.
La morte è un tema che inevitabilmente attraversa l’intero romanzo. In che modo ti rapporti a questo mistero? Secondo te cosa c’è, se c’è qualcosa, dopo questa vita? 
Una piccola speranza che la nostra coscienza e i nostri ricordi si mantengano dopo la morte ce l’ho anche io, ma razionalmente ho il terribile sospetto che non ci siano nulla dopo.
A un certo punto, nel romanzo, fa la sua comparsa il Intervista a Valentina Barbieri fantasma di un personaggio realmente esistito: Erzsébet Báthory. Perché hai voluto introdurlo nella storia? 
La sua figura mi interessa da molto tempo: ricordo di averla trovata in un libro sui serial killer e rimasi sorpresa dal fatto che si discostava completamente dal “profilo” della donna omicida. Oltre ad essere stata la killer più prolifica della storia, i suoi metodi erano davvero brutali, con un atteggiamento criminale molto “maschile”.
Ondine reputa il suo dono una maledizione. Se fossi tu a scoprire di possedere un dono simile come reagiresti? 
La prima cosa che mi viene in mente è che farei davvero degli spettacoli da “mentalista”. Ma certi doni, reali o presunti, non dovrebbero mai essere sfruttati: con il dolore della gente non si può giocare.
La maledizione di Ondine è il primo capitolo di una trilogia. Cosa ci riserva il sequel? Puoi anticiparci qualcosa? 
La trilogia avrà una protagonista diversa per dare più spazio anche agli altri “punti di vista”. Ma i personaggi del primo libro rimarranno attivi nella storia. La protagonista del secondo sarà Inez, una discendente dei nativi americani Pueblo; il rapporto con la religione dei nativi è davvero particolare: nei secoli, dopo la colonizzazione delle loro terre, lo sciamanesimo (o il Peyotismo) si è mescolato al Cristianesimo. È molto interessante questo sincretismo religioso! Spero di renderlo bene.
Intervista a Valentina Barbieri Raccontaci qualcosa a proposito della tua esperienza editoriale. Perché hai scelto il selfpublishing? A oggi, ti ritieni soddisfatta di questa scelta? La consiglieresti a un aspirante scrittore? 
Ho scelto di autopubblicarmi per avere un riscontro immediato con il lettore. Mi sento soddisfatta perché ho ricevuto moltissime recensioni positive e alcuni lettori mi chiedono quando uscirà il seguito! Come esperienza la consiglierei a qualunque autore esordiente che ha la necessità di avere un confronto immediato e diretto con il lettore.
Quanto è importante per te la lettura? Ci sono autori che ami particolarmente o che consideri dei modelli? 
Degli autori contemporanei sicuramente S. King e G. Martin. Autori di riferimento un pochino più “datati” E. A. Poe e D. Thomas.
Sogni nel cassetto e progetti per il prossimo futuro? 
Voglio continuare con il seguito di Ondine e farlo uscire questo autunno. Poi vedremo se continuare con questa saga immediatamente o finire finalmente una duologia distopica che ho nel cassetto!
E per saperne di più... Leggi la nostra recensione de La maledizione di Ondine  Visita il sito dedicato al libro 

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