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Intervista ad Harold Cobert, autore di "Un Inverno con Baudelaire"

Creato il 25 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici e lettori,
ho avuto il grande piacere di intervistare Harold Cobert, proprio in occasione dell'uscita del suo libro. Si è dimostrato estremamente disponibile e cortese, un vero intellettuale charmant francese. Mi auguro che saprà conquistarvi, così come ha saputo conquistare me, per la sua sensibilità verso le tematiche sociali e il suo credo inarrestabile nei sogni. Un ringraziamento anche alla traduttrice che ha curato la traduzione in francese Selvaggia Oricchio.
Buona lettura!
1) Ciao Harlod e benvenuto in Diario di Pensieri Persi. E’ un grande piacere ospitarti nel nostro blog. Bonjour Harold et bienvenue à Diario di Pensieri Persi. C’est un grand plaisir de te recevoir dans notre blog.
Grazie! Il piacere è mio. Thanks to you ! The pleasure is mine.
2) Ho letto il tuo “Un inverno con Baudelaire” e ne sono rimasta incantata. Cercherò, quindi, di non lasciarmi travolgere troppo dall’entusiasmo. La storia è ambientata a Parigi, ma al di là del fatto che tu sia francese, posso chiederti come mai hai scelto proprio questa città? Pensi che abbia una sua magia particolare? J’ai lu ton ‘Un hiver avec Baudelaire’ et j’en ai été charmée. J’essayerai donc de ne pas trop me laisser emporter par mon enthousiasme. L’histoire se situe à Paris: en dehors du fait que tu sois français, puis-je te demander la raison pour laquelle tu as choisi cette ville? Penses-tu qu’elle ait une magie toute particulière?
Sì, Parigi ha un’allure poetica e affascinante. Baudelaire, il poeta francese, è stato ispirato da questa città e dai suoi misteri. E, ultimo ma non meno importante, avevo bisogno di quel “deserto umano” (Balzac) per dare maggiore risalto alla solitudine del mio personaggio principale. Yes, Paris has a fascinating and poetic charm. Baudelaire, the french poet, has been deeply inspired by this city and its mysteries. And, at last but not least, I needed that “human desert” (Balzac) to reinforce the loneliness of my main character.
3) Ciò che ho amato di più di tutto il libro, Baudelaire a parte, è stata la dimensione favolistica che hai saputo creare con uno stile, a tratti, poetico. Pensi che funzioni anche per gli adulti il “C’era una volta…”? Ce que j’ai plus apprécié dans ton livre, à part Baudelaire, est cette dimension de conte que tu as su créer avec un style par moment poétique. Penses-tu que la formule “Il était une fois...” fonctionne également pour/avec les adultes?
Certamente! Perché ognuno di noi porta dentro di sé un pezzo della propria infanzia. Proprio quel «pezzo» è la cosa migliore che abbiamo. Alcune favole possono parlare sia ai bambini che agli adulti allo stesso modo. (Per esempio, io sono totalmente innamorato del «Piccolo Principe», un libro che puoi leggere sia che tu abbia 7 o77 anni e interpretarlo in modo diverso!) Credo che il lettore che è in noi è probabilmente la parte più direttamente legata alla nostra infanzia, al tempo in cui i nostri genitori ci leggevano una favola prima di addormentarci. Of course! Because we all keep a piece of our childhood inside us. Because that piece is maybe the best of us. Because some tale or fairy tale speack to kids and adults as well. (For example I am totally found of « Le Petit Prince », you can read this book when you are 7 years old and when you are 77, but you will not read it the same way!) And because the reading part in us is maybe the one linked up to our childhood, when our parents used to read us a story before sleeping.
4) Philippe è un giovane padre che non perde mai la speranza. Cosa rappresenta per te? Philippe est un jeune papa qui ne perd jamais l’espoir. Que représente-t-il pour toi? Philippe è un uomo come tanti. Ha un lavoro, una casa, è sposato ed ha una figlia. Non è ricco, appartiene alla classe media. E perde ogni cosa. E’ esattamente come ognuno di noi. Anche noi potremo perdere ogni cosa e diventare dei senzatetto, soprattutto ai giorni nostri. Philippe is a man as many others. He has a job, a house, he is married and has a daughter. He is not rich, he is just part of the little middle class. And yet he looses everything and becomes homeless. He is just someone like us. We also could loose everything and become homeless, especially nowadays.
5) Baudelaire, il cane, potrebbe incarnare la forza che alberga in ognuno di noi, ma anche una nemesi di Philippe. Sei d’accordo? Baudelaire, le chien, pourrait incarner la force qui habite chacun de nous, mais également une némésis de Philippe. Es-tu d’accord avec cela?
Esattamente. Infatti, credo che un cane possa essere visto in molti modi. Come la parte animale che ogni uomo porta dentro, grazie alla quale può sopravvivere in un mondo ostile; come un angelo custode, per quelli che ci credono; oppure semplicemente come un cane in gamba che si trova nel posto giusto al momento giusto. Probabilmente, Baudelaire è tutto questo! Indeed. In fact, I think that dog could be seen in many ways. As our animal part, thanks to which we can survive in a hostile world. As a gardian angel, for those who believe. As just a smart dog which is at the right place at the right time. Maybe as all this together!
6) Cosa spinge, secondo Harlod Cobert, un uomo a trovare il coraggio per andare avanti? Credi che in una società così individualista ci sia ancora posto per sognare? Selon Harold Cobert, qu’est ce qui pousse un homme à trouver le courage d’avancer? Crois-tu que le rêve ait encore sa place dans une société si individualiste?
Avere dei bambini ti da la forza per guardare avanti e per sopravvivere. Riguardo ai sogni, sì, credo senza ombra di dubbio che siano più che essenziali, essenziali nel non arrendersi, se vogliamo costruitre un mondo meno individualista e più unito. Penso che se rinunci ai sogni, ai tuoi sogni, sei già morto. Ma io sono uno stupido ottimista, scusami! Having kids gives you strenth to move forward. Surving too. Concerning dreams, yes, I definitly and actually believe they are more than ever essential, essential not to give up in what we dream, if only we want to build a world less individualist and more united. In my opinion, if you give up dreams, your dreams, you are mostly and already dead. But I am a stupid optimist, sorry!
7) Hai dedicato il tuo libro a “loro, affinché nessuno li guardi più senza vederli”. Io credo che il tuo libro possa far riflettere su quanto siamo diventati ormai ciechi e schiavi di una vita che non ci appartiene più. Credi che oggi la letteratura abbia ancora il potere di risvegliare le coscienze? Tu as dédié ton livre à “eux, afin que personne ne les regarde plus sans les voir”. Je crois que ton livre nous pousse à réfléchir sur l’idée que nous soyons devenus aveugles et esclaves d’une vie qui ne nous appartient plus. Crois-tu qu’aujourd’hui, la littérature ait encore le pouvoir de réveiller les consciences?
Sì, lo credo. E l’Arte in generale. Che altro? Yes, I do. And Art in general. What else?
8) Cosa ami di Baudelaire, il poeta? Qu’aimes-tu chez Baudelaire, le poète?
Tutto, ogni singola parola! Everything, every single word!
9) Un ‘ultima domanda, Harold: Perché proprio questa storia? Une dernière question, Harold: pourquoi as-tu choisi cette histoire précisément?
In realtà, non l’ho scelta, è stata la storia a scegliere me. Una sera di dicembre, io e mia moglie stavamo guardando la televisione e facevamo zapping, quando ci siamo imbattuti in un documentario che parlava del «Fleuron Saint Jean», il battello che è anche nel mio romanzo. Abbiamo guardato la storia di questo uomo, Pascal, un senzatetto, e del suo cane Jessica, che era condannato a morire presto. Ci siamo così commossi che abbiamo pianto davanti alla Tv. Ricordo di aver detto a me stesso che la letteratura deve parlare di questo, focalizzandosi su coloro che troppo spesso non vogliamo vedere né sentire. La vita è andata avanti. Un paio di settimane più tardi, ho pensato alla frase di Baudelaire che ha ispirato il mio romanzo. Ogni cosa è apparsa incredibilmente chiara nella mia mente: la storia, i personaggi, lo stile, l’intero libro. Da quel momento, non ho tirato il fiato finché non ho terminato di scriverlo. In fact, I didn’t choose this story, but this story choosed me ! My wife and I were watching TV on a december night. We were zaping when we flicked to a channel broadcasting a documentary about the « Fleuron Saint-Jean », the barge which is also in my novel. And then we watched the story of this man, Pascal, a homeless, and of his dog, Jessica, which was bound to dy soon. We were so moved that we were crying in front of our TV. I remember that I told to myself that literature had to be intersted in such a subject, that it was important to focus on those that we too often don’t want to see and ear. And then life went by. A few weeks later, I thougt to the Baudelaire’s stentence which highlights my novel. Everything appears clearly to my mind : the story, the characters, the style, the whole book. Since that moment, I had no relief until I finished to write it down.

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