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Intervista con Anna Kanakis, l'autrice de "L'amante di Goebbels"

Creato il 31 gennaio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Francesca Rossi
L’autrice del bellissimo libro “L’Amante di Goebbels” ci parla in modo schietto e diretto di come è nata l’idea di scrivere la storia d’amore tra Lida Baarova e Joseph Goebbels, rendendoci partecipi delle emozioni scaturite durante la stesura e raccontando il rapporto tra arte e potere in un’epoca travagliata come quella del nazismo.Un’intensa chiacchierata alla scoperta dei “retroscena” del romanzo e di una figura femminile dolce, dignitosa ma dimenticata dalla Storia, che ha portato sulle spalle, fino alla fine dei suoi giorni, il peso di essere stata l’amante di Goebbels. 1. Come è nata l’idea di scrivere un romanzo sulla storia d’amore tra l’attrice Lida Baarova e il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels? Anni fa lessi un articolo scritto da Enzo Biagi sulla vita solitaria che Lida si trovò a condurre dopo la fine della sua relazione con Goebbels. Mi colpì profondamente il triste isolamento di questa donna che aveva perso sua madre, uccisa dalle torture durante un interrogatorio, e di sua sorella, che si suicidò per la vergogna di avere una parente che era stata l’amante di uno degli uomini più influenti del Terzo Reich. In quel momento stavo cercando il soggetto adatto per un film e decisi di conservare l’articolo. Tempo dopo, sul Corriere della Sera, trovai una corrispondenza da Berlino in cui si parlava dell’imminente vendita della casa sul lago, appartenuta a Magda e Joseph Goebbels. Il governo tedesco aveva paura che la dimora potesse finire nelle mani di neosimpatizzanti nazionalsocialisti, dunque mandò avanti le trattative di vendita con la massima cautela. Poi decisi di visitare Salisburgo, per vedere la casa di Lida e mi colpì molto vedere il posto in cui lei si sedeva, il panorama ristretto che vedeva dalla sua finestra, in completa solitudine. Anche la copertina del libro è un’immagine che trovai durante le mie ricerche sulla figura di Lida Baarova. Era proprio accanto ad un’altra foto di Lida da anziana, con il volto ormai devastato dagli anni e dai dolori patiti. Pensai subito che quella era l’immagine giusta per il mio libro: in realtà è un manifesto di un film cecoslovacco della Baarova, ma rende benissimo il rapporto sbilanciato che c’è tra un uomo e la sua amante in generale e tra Joseph e Lida in particolare: si vede il bel volto della donna in primo piano, esposto al pubblico, proprio come visse Lida durante la sua tormentata storia d’amore. L’uomo, invece, è di spalle, più defilato. Una forza che c’è, è tangibile, ma non ha bisogno del primo piano. Come fu Goebbels, che rappresentò il potere che non ha bisogno delle luci della ribalta per esistere.
2. Pensi che Lida fosse davvero cosi “ingenua” da non vedere la vera natura dell’uomo che amava? Talmente innamorata da non comprendere cosa sarebbe successo di lì a poco? All’epoca della sua relazione con Goebbels Lida era giovanissima, 21 anni. Lei, cecoslovacca, visse e lavorò in una Germania che aveva rialzato la testa dopo l’umiliazione della Prima Guerra Mondiale. Un Paese che era pronto a mostrare tutta la forza e la potenza di cui era capace, con un supremo slancio vitalistico. Inoltre Lida, come attrice, ebbe modo di conoscere una vita fatta di feste, lustrini e incontri con l’élite intellettuale dell’epoca. Tutto questo esercitò un grande fascino su di lei. Non dimentichiamo, poi, che Goebbels era un uomo carismatico e molto colto. Nacque in una famiglia povera, non era bello, era piccolo di statura e zoppicava, ma aveva addirittura 3 fidanzate! Questo perché era dotato di charme e di due profondi occhi neri che catturavano chi lo guardava. Non poteva correre e giocare come i suoi amici, quindi passava il tempo a leggere. Il fascino e questa enorme cultura fecero cadere ai suoi piedi la giovane Lida e gli consentirono di diventare una stella di prima grandezza del Terzo Reich. Probabilmente faceva leva anche sul senso di pietà e sulla carica erotica che possedeva per conquistare le donne. Riuscì, insomma, a compensare con intelligenza il suo deficit. 3. C’è una scena nel libro in cui Lida si ribella alla concezione nazista dell’arte, per cui esistevano artisti “degenerati”, non allineati e artisti, invece, in sintonia con gli ideali ariani di superiorità della razza. E’ un momento in cui Lida inizia a capire che tipo di persona aveva di fronte? Uno scatto di volontà? Quel passaggio è frutto di fantasia. Volevo affrontare il tema “dell’arte degenerata” e parlare di Goring, altro personaggio vicinissimo a Hitler. Durante le mie ricerche ho avuto modo di vedere alcune foto della stupenda casa di Goring, che oggi non esiste più; fu lo stesso gerarca a farla saltare in aria quando divenne chiaro che la guerra era persa. L’intervento di Lida è l’ovvia obiezione di un a persona normale. Una domanda di libertà che tutti avremmo fatto al suo posto. Inoltre lei era un’attrice, dunque le sue sono le parole di un’artista. Ho voluto regalarle un momento di fierezza. D’altra parte era proprio questo che Goebbels amava in lei. Il suo intervento non fa che aumentare l’amore che Joseph prova per Lida. Lei è lontana anni luce dai canoni della “perfetta donna tedesca”, della moglie/madre di razza ariana. Magda, la moglie di Goebbels, sfrutta proprio questa “incompatibilità” per sferrare dei terribili colpi alla rivale durante il loro drammatico confronto. 4. L’incontro tra Lida e Magda è proprio l’argomento della prossima domanda. E’ stato difficile scrivere questa scena, facendo scontrare due personalità antitetiche, la dolce Lida e la gelida Magda? In realtà è stato facilissimo scrivere questo capitolo. Quando si entra profondamente nella psicologia e nelle vite dei personaggi, scavando nel loro essere, si riesce a dar loro una voce vera, concreta. Anni fa, poi, vidi un documentario in cui Lida, ormai anziana, ricordava quel tragico confronto con la glaciale Magda. Vidi nei suoi occhi la tristezza, il dolore, l’umiliazione. Dopo tanti anni Lida ricordava ancora quel momento con una viva emozione che arrivava dritta al cuore di chi l’ascoltava. L’incontro con Magda avvenne nella casa sul lago, proprio quella che venne messa in vendita anni dopo. Molti pensano, erroneamente, che questa sia stata la casa in cui Lida e Joseph si incontravano. In realtà era la dimora della famiglia Goebbels, Schwanenwerder, mentre gli incontri tra i due amanti avvenivano nel castello di Lanke. 5. Credi che Goebbels abbia amato davvero Lida? In fondo l’ha lasciata senza una parola. E’ stata la Baarova a pretendere una telefonata d’addio, minacciando addirittura di togliersi la vita… Su questo punto le biografie divergono. Ho scelto di non dare troppo spazio alla parole che Goebbels spese per difendere l’amore tra lui e Lida. Non volevo correre il rischio di “beatificare” quest’uomo, di farne una sorta di santino, di martire. Nella realtà Goebbels protestò con Hitler, anche perché era deciso a sposare Lida, prima o poi. Il Fuhrer, però, lo mise a tacere immediatamente. Doveva lasciare quella donna, era un ordine di Hitler e Joseph non poteva ignorarlo. Goebbels si trovò a scegliere tra l’amore per la Baarova e l’amore per la Germania. Ovviamente scelse il secondo. La fedeltà alla patria e al mito della razza erano più forti di qualunque altra cosa per uomini di quel tipo. Era impensabile che un ministro della fama e della grandezza di Goebbels abbandonasse tutto per dedicarsi ad una ventenne, pur essendone innamorato. 6. Il capitolo in cui Goebbels aggredisce Lida, usandole violenza, è uno dei più crudi del romanzo. Cosa hai provato scrivendolo? Anche questa è un’invenzione letteraria, però c’è un fondo di verità: le fonti storiche descrivono Goebbels come sessualmente prepotente e violento. Ho approfondito questo aspetto della sua psicologia. Lui, pur amando Lida, le chiede una sorta di estremo sacrificio, cioè subire l’umiliazione più grande per una donna. Goebbels sfoga sull’amante una rabbia dovuta a risentimenti politici. Lei ne è consapevole, si sente ferita, devastata, ma lo perdona per amore e perché in lei è forte il desiderio di avere un figlio da Joseph. Quest’ultimo le regala anche una cartelletta contenente dei fogli di un discorso sul ruolo della donna in Germania. In quel discorso si parla della madre che genera figli di pura razza ariana come tributo alla nazione. Lida legge in quelle frasi il desiderio di Joseph di avere un figlio da lei. Questa possibilità la accompagna fino al momento dello scontro con Magda, in cui tutti i suoi sogni di maternità si infrangono. Magda, infatti, le propone di essere un semplice svago per il marito, ma nulla di più. Vorrebbe relegarla al ruolo di prostituta e tenere per sé quello di “madre”, di unica donna in grado di assicurare una discendenza, all’interno del matrimonio, a Goebbels. La tocca sul vivo. Un compromesso delirante e inaccettabile per Lida, che fino a quel momento si era cullata in una dolce illusione. Volevo evidenziare la fede cieca di tanti uomini e donne in una ideologia. Erano quasi degli alieni, senza logica, senza barlume di ribellione. 7. Giustifichi Lida Baarova? In fondo aveva un ruolo scomodo, quello dell’amante… Sono cose che non riesci a bloccare in tempo quando sei cosi giovane. Anche a me è capitato di dividere un uomo con un’altra donna, ma io non ho la natura di Lida, che avrebbe accettato tutto per amore. Comunque capisco la sua situazione, so che è impossibile rifiutare l’amore quando sei molto giovane. E’ vero che il ruolo dell’amante è moralmente condannabile, che le donne sanno essere crudeli e combinare disastri, come portare via un uomo alla sua famiglia, ma Lida fu una vittima. Vittima della Storia, con la colpa di aver amato l’uomo sbagliato. Si è bruciata le ali contro una famiglia di stampo matriarcale e non è mai stata calcolatrice. Non solo rifiutò l’ agghiacciante patto che Magda le propose fuggendo dalla casa sul lago, ma addirittura non volle mai alcun regalo da Joseph. Ti dico una curiosità: Lida aveva una macchina, quella descritta nel romanzo, che faceva un rumore infernale. Se ne lamentò lo stesso Hitler. Goebbels avrebbe voluto regalarle un’auto nuova, ma Lida rifiutò categoricamente. Si comportò sempre con grande dignità e fierezza, restando un passo dietro a Joseph, che in lei trovava un rifugio, un’oasi di tranquillità e dolcezza. Tutto ciò che Magda non fu mai. 8. Un’ultima domanda: come scrivi i tuoi romanzi? Scrivo di getto, a penna. Poi riscrivo i capitoli al computer e li stampo.
Tutto lo staff di Diario ringrazia Anna Kanakis per la sua gentilezza, la sua disponibilità e per aver scritto un libro cosi intenso. Speriamo che il prossimo arrivi presto.


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