3. Tu Antonietta, sei la responsabile dell’Ufficio Stampa della Pellegrini Editore. Ci parleresti di questo? Di cosa ti occupi principalmente?
Un ufficio stampa è abbastanza
complesso, è l’interfaccia tra la casa editrice e i media e il pubblico.
Attraverso l’ufficio stampa viene, in un certo senso, “raccontata” la storia
quotidiana della casa editrice: le pubblicazioni in nuce, quelle già fresche di
stampa, gli eventi, le presentazioni dei libri, la partecipazione a fiere e
premi. Vengono confezionati i diversi comunicati perché media e pubblico
possano conoscere la vita pulsante di tutta la casa editrice. Io, appunto, mi
occupo di questo: narrare all’esterno ciò che nasce e vive tra i muri della mia
“seconda casa”.4. Ci spigheresti come si articola, in maniera analitica, un Ufficio Stampa? Faccio un esempio per spiegare un segmento del mio lavoro: la pubblicazione di un libro è accompagnata dall’idea di farlo conoscere; quindi si prepara un comunicato stampa accattivante quanto basta per suscitare una certa curiosità nei media e nel pubblico e si inizia una sorta di tam-tam diversificato perché quel libro possa essere conosciuto e, ci si augura, letto da molti lettori e recensito da giornalisti e critici che, si sa, possono fare la fortuna di un libro. 5. Perché un’azienda, come una casa Editrice, ha bisogno di un Ufficio Stampa? Perché oggi, come ben sappiamo, la pubblicità muove tutto e un libro, nel mare delle pubblicazioni contemporanee, ha bisogno di visibilità e di immagine. 6. Cosa bisogna fare ad oggi in Italia per avere la possibilità di curare un Ufficio Stampa di una casa editrice? Basta un diploma di maturità” o è necessaria la laurea in Scienze umanistiche per poterlo praticare? Oppure non bisogna avere nessuno delle due? Insomma cosa bisogna fare? Ci indicheresti un percorso da perseguire? Intanto è necessario essere un giornalista pubblicista per entrare in un ufficio stampa, quindi bisogna aver lavorato in una redazione di qualsiasi tipo, anche come collaboratore esterno. La laurea ritengo sia fondamentale, anche se si può iniziare il praticantato anche senza la laurea, ma poi è titolo necessario. La laurea in Scienze della comunicazione oggi si predilige ma , per esempio, io ho una laurea in lettere moderne.
7. Ora passiamo a parlare della casa editrice Pellegrini.
Come dicevo sono nella storica casa
editrice da circa dieci anni. Sottolineo storica perché , nel giugno 2012,
compirà sessant’anni di vita da quando, nel 1952, fu fondata a Cleto da Luigi
Pellegrini che le ha dato nome e natali. Sessant’anni importantissimi quelli
della Pellegrini che raggomitolano la storia della Calabria dal dopoguerra ad
oggi. Nelle sue pubblicazioni, infatti, si snoda la microstoria di una regione
che, lentamente, ha trovato la sua strada e si è fatta coraggiosa anche nella
cultura, pur con tutte le limitazioni della geografia. La Pellegrini, dunque ha
dato voce ad una terra e a tantissimi autori e continua a farlo con Walter
Pellegrini che, oggi, giuda la Casa editrice coniugando modernità e innovazione
nella bellissima sede di Via Francesco Camposano ( ex Via Rada 67/C) a Cosenza.
8
.Ci daresti qualche nome degli autori che ad oggi hanno pubblicato con la
vostra casa editrice?
Tantissimi gli autori, per citarne
qualcuno Carmine Abate, Leonida Rèpaci, Fortunato Seminara, Mimmo Gangemi,
Pasquino Crupi,i Nicola Gratteri, Antonio Nicaso,
Arcangelo Badolati, Vincenzo R. Spagnolo, Marcello Zanatta, Michele Borrelli,
Roberto De Gaetano, Alfonso Cardamone, Luigi M.Lombardi Satriani,Tommaso
Scappaticci, Paolo Jedlowski, Franco Crispini, Enzo Stancati, Mario Iazzolino,
Santi Lo Giudice, Mimmo Gangemi, Pierfranco Bruni, Fortunato Aloi, Mario
Tedeschi, Giulia Fresca, Franco Costabile, Vincenzo Spagnolo, Marcello Zanatta.
8. Ci
parleresti del Terrazzo Pellegrini?
Il Terrazzo Pellegrini è il fiore
all’occhiello della casa editrice. Un vero terrazzo coperto, molto grande,
interamente arredato con divani bianchi e neri che ricordano la scrittura. Qui
realizziamo le presentazioni dei libri Pellegrini , il pubblico incontra
familiarmente gli autori in questa location calda e rilassante in cui, insieme
ad un buon the o caffè, si parla di cultura, si leggono pagine, si ascolta
musica, si respira l’odore della carta.
9. Che
messaggi volete dare ai vostri lettori?
Vogliamo
che i nostri lettori si sentano a casa, una casa fatta di libri e di cultura in
cui il tempo si rilassa e si dilata e la vita scorre meno affaticante. E’ una
splendida idea di militanza culturale , molto apprezzata dal nostro pubblico.
10.Gli
autori esordienti che volessero pubblicare con la “Pellegrini Editori” cosa devono
fare per inviarvi un manoscritto? Cosa deve fare per la valutazione del suo
manoscritto?
Semplicemente
possono inviare il file dell’opera presso l’indirizzo mail: [email protected] e una commissione di esperti di
lettura li valuterà.
11.Ci sapresti dire dove possiamo acquistare i vostri libri? Si possono acquistare in libreria e, consultando il nostro sito www.pellegrinieditore.com , si possono conoscere le librerie più vicine al luogo dove si abita o anche on-line 12.Ci daresti qualche link per seguire le vostre attività? Il nostro sito già citato e anche siamo presenti su Facebook. 13.Ci sveleresti i tuoi progetti futuri e quelli della Pellegrini Editore? Ogni giorno nasce un progetto nelle stanze perché incontriamo autori e progettiamo libri e iniziative, niente dunque è definito , tutto in movimento.
14.Cosa ti sentiresti di consigliare a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso? E’ un percorso bellissimo, fatto di passione e pazienza, necessarie e ineludibili. I libri nascono dalla pazienza e dall’amore.
15. Ci parleresti, infine, della tua esperienza nel mondo dell’editoria? Come dicevo è un’esperienza significativa che, peraltro, coniugo con il mio essere insegnante e così porto i ragazzi tra i libri perché imparino ad appassionarsi alla carta fin da ragazzini.
16.Ci daresti un tuo parere sugli sviluppi odierni del mercato dell’editoria. Cosa pensi di questa evoluzione tecnologica che ha portato alla pubblicazione di quasi 6000 titoli nuovi, secondo i dati raccolti da Google, in Italia? Nel mercato editoriale c’è un paradosso: si pubblica moltissimo, proprio come segnalano i dati, ma si legge assai poco. Oggi è più facile pubblicare un libro, lo si può fare anche on-line e, inoltre, si vive in un tempo di apparenze e desiderio sfrenato di esserci, per cui, spesso, si pubblica anche ciò che dovrebbe rimanere chiuso in un cassetto. 17.Cosa pensi del famoso self-pushing, fenomeno che sta spopolando in Italia? Rientra proprio nella logica di esserci a tutti costi pubblicando autonomamente un prodotto che, magari, ha poca qualità e, comunque, non ha ricevuto nessun imprimatur. 18.Cosa pensi di un mercato come quello dell’editoria che vede coinvolti: 1- case editrici nazionali; 2- case editrici indipendenti; 3- case editrici con contributo da parte dell’autore e senza contributo da parte dell’autore. Insomma cosa pensi di tutto questo? Il mercato dell’editoria è complesso e mutevole, particolarmente difficile per le piccole case editrici che, a fronte dei grandi marchi editoriali, fanno fatica a imporsi e ad essere. E’ importante per le piccole e medie case editrici contraddistinguersi puntando su qualità e originalità e su un pubblico che sappia riconoscere queste qualità. Piccole fette di mercato e pubblico curati in maniera costante. 19.La nuova frontiera dell’editoria sembra essere il “libro elettronico”, vale a dire, l’ “Ebook”. Ci daresti un tuo parere in merito a questo nuovo elemento tecnologico? L’e-book è inevitabilmente fra noi, soprattutto tra i nostri giovani, veri nativi digitali. Credo, comunque, che l’e-book , almeno per ora, non prenderà il posto della carta che è fascinosa e resistente perché leggere un libro sullo schermo è una cosa, leggerlo sfogliando le pagine è una magia indicibile. Un libro si apre, si tocca, si annusa, si sfoglia, si scrive, si porta dovunque; un e-book resta lì, freddo e impassibile, sul portatile. Certo è meno costoso e facile da scaricare ma un libro resta un libro. 20.Sono solito chiudere le mie interviste con una domanda alla “Marzullo”. Per te Antonietta, il tempo è l’economia di una scrittura, per come disse Dirreda, o è la scrittura il tempo dell’economia? Per me la scrittura è il tempo senza tempo. Dura per sempre.
Grazie di essere stata nel mio blog. Grazie a te, Alessandro, per avermi ospitata e per la tua disponibilità.






