YOUR FASHION CHIC ha il piacere di riproporvi due giovani designer attraverso un’intervista molto interessante – realizzata un po di tempo fa – che ci aiuterà a conoscerli meglio. Lei figlia d’arte, di un attore italiano eccezionale – figlio d’arte a sua volta – Cristian De Sica, figlio del grande Vittorio De Sica: lei è Maria Rosa De Sica che insieme al suo compagno, Federico Pellegrini, ha deciso di creare il suo brand personale, Mariù De Sica.
Nell’elegante atelier di Trastevere Maria Rosa si occupa della parte creativa, mentre Federico Pellegrini si occupa della gestione economica, del business-commercial development e dello sviluppo del marchio del brand. Per il suo marchio Maria Rosa De Sica ha trattola sua forza e la sua ispirazione dalla figura del nonno paterno, Vittorio De Sica, rievocando il mood degli anni ’50 nella sua prima collezione e facendo riecheggiare, nel nome stesso del brand, le note della celebre canzone “Parlami d’amore Mariù“.
- Ha intrapreso questo progetto con il suo compagno, ci racconta com’è nato tutto e come procede?
M: tutto è nato dopo aver fatto un bellissimo stage da Salvatore Ferragamo. Tornata a Roma ho raccontato a Federico che uno dei miei desideri era poter costruire qualcosa di mio, disegnare i miei abiti. Sapevo che lui aveva il desiderio di costruire un’azienda , anche io lo volevo e così abbiamo preso coraggio e abbiamo co-fondato questo marchio.
Qual è per Lei il vero valore del Made in Italy?
M.F. Amare il proprio paese , rispettarlo ed onorarlo utilizzando materie prime ottime ed Italiane, lavorate ed ottenute a loro volta da artigiani e piccole imprese Italiane che amano il loro lavoro. Storicità.
Cosa sanno fare gli artigiani italiani che i cinesi non potranno mai emulare?
M.F. L’attenzione al dettaglio , la passione e lo studio che si tramandano di generazione in generazione dal modus vivendi alla realizzazioni di oggetti e capi unici, impossibili da imitare.
Cosa servirebbe per rilanciare la moda italiana?
M.F. La moda italiana è colma di giovani designer ed imprenditori che voglio costruire e contribuire a migliorare e sviluppare il nostro Paese . Bisogna darci Ia la possibilità di farlo , bisogna investire sui giovani talenti, bisogna che iniziate a credere in noi ed anche in fretta. Noi, da parte nostra non dobbiamo spaventarci davanti alle prime difficoltà che incontreremo. Dobbiamo essere tenaci ed educati credendo sempre in quello che stiamo facendo.
Perché i giovani talenti della moda italiana , che portano avanti con passione le loro ambizioni, non riescono a colmare quel gap per proporre le proprie produzioni agli stores ? E pure , le proposte interessanti non mancano… si ritrova in questa dinamica?
F: Ci ritroviamo in parte in questa dinamica, il problema non è la passione, le proposte interessanti o la creatività , ma come in tutte le cose nel nostro Paese in cui c’è una burocrazia da seguire tutti vogliono garanzie, così come le banche chiedono a chi vuole avviare una star-up, fideiussioni, bilanci e conti economici di una società per cui si sta chiedendo il supporto economico per avviarla, così gli stores a loro volta pretendono garanzie, tra cui la possibilità di vendere i capi mediante conto vendita, cosa insostenibile per un’ attività in fase di avvio ed un minimo di storicità da parte del brand.Forse troppo non crede? Ma la criticità del momento, la saturazione del mercato hanno contribuito a tutto questo.
Come si fa a disegnare una collezione che conquisti da Tokyo a Los Angeles?
F: bella domanda!In parte è fondo schiena….
M: bisogna trovare quel minimo comun denominatore. Bisogna osservare le persone,quelle che incontri per strada,loro sono la più grande ispirazione,trovare i punti in comune,capire le loro tendenze ed analizzare. Poi tutto questo devi unirlo a ciò che sei tu.
Cosa pensate della grande opportunità che la rete ci mette a disposizione, le vendite online?
F: Crediamo molto nell’e-commerce, il nostro sarà attivo tra poche settimane con la possibilità di comprare i pezzi più rappresentativi della nostra collezione. La rete permette di evitare molti passaggi davvero dispendiosi, showroom, agenti, rappresentanti ecc….ma bisogna fare molta attenzione, il collocamento sulla fascia di mercato stabilita in base al proprio target da parte di un brand è molto, molto più difficile via web che attraverso i “metodi classici”. Le vendite on line hanno possibilità di fruizione decisamente più ampia, gli utenti internet sono sicuramente di più di quelli che passano per un negozio su strada.
Quanto pesa o è pesato essere una figlia d’arte nel settore moda?
M: Per me non vale ne cambia nulla. E’ un cognome come un altro, si certo è importante e riconosciuto da molte persone,ma è pur sempre un cognome e il lavoro di mio padre o di mio nonno è pur sempre un lavoro, quindi come può esser un peso per me?! Forse potrebbe cambiare qualcosa agli altri… ma non credo. Il mio cognome non modifica le cose della vita.
Lavoro e vita privata, chi prende le decisioni?
F: Vita privata 50-50, assolutamente. Per il lavoro ci si consulta continuamente,abbiamo bisogno di feedback costanti, ma se una cosa non ha possibilità di essere messa sul mercato odierno devo provare a farlo comprendere alla “stilista” qui vicino a me. Così se lei ha una necessità nata da un momento di creatività faccio di tutto per accontentarla…
Qual è il vostro sogno?
M.F. Sapere di essere riusciti a costruire qualcosa di nostro,qualcosa che rimane. Poterlo tramandare. Iniziare una storia.
Come definireste il vostro stile?
M: Mi ritengo una persona in ordine, amo le linee pulite, forse è per questo che amo molto le divise. Mi vesto non mischiando mai più di due colori, tre toni sono già troppi.
Quali sono i vostri stilisti preferiti e le icone a cui vi ispirate?
M. Ho una grande passione per Valentino, lo stilista che mi ha segnato più nel profondo. I suo abiti così femminili ed eleganti mi affascinano ogni volta che li rivedo.
Vedere come un ragazzo giovane sia riuscito a costruire il suo sogno!
Un’altra mia grande passione è Miuccia Prada, ammiro la sua concezione di Made in Italy, il design, l’innovazione che mette nelle sue collezioni, il fatto di come il suo brand sia visto all’estero e soprattutto in’ Oriente, il suo modo di comunicare e vendere il prodotto : tutto mi coinvolge e stupisce.
Tra 90 anni come ci vestiremo?
M: Non saprei…di certo la moda è un cerchio che si ripete…ognuno di noi riprenderà sempre qualcosa dal passato. Ne trarrà ispirazione e ne farà una cosa propria . Noi tutti ci ispiriamo riguardando immagini del passato,non si po’ fare a meno.
Quindi chi sa’ cosa accadrà, sarebbe molto divertente poter vedere come si evolverà la moda da qui a 90 anni !
Le donne devono per forza essere sexy?
M: Devono essere femminili ed eleganti. Devo essere aggraziate! Bisogna vestirle rispettando i canoni, le proporzioni.
Cos’ è il cattivo gusto e cos’è per Lei l’eleganza?
M: l’ eleganza è il rispetto delle forme, quando tutto è armonia allora si è eleganti. Il cattivo gusto non è altro che il contrario, è la nota stonata.
Tre aggettivi per Mariù secondo Mariù De Sica?
M: fermezza, femminilità, romanticismo
Bene o Male, l’importante è che se ne parli…siete d’accordo?
M: Certo! Ma se fosse Bene sarebbe meglio.
Quali sono i progetti per il futuro di Mariù De Sica?
F: Essere identificati per quello che siamo . Una maison che rispecchia i canoni di questo termine, ma con la possibilità che la tecnologia offre oggi. Quindi per adesso una maison on line. Far comprendere che facciamo vero Made in Italy, non assemblando i pezzi in Italia marchiandoli come Made in Italy come molti fanno, ma forgiandoli dall’inizio fino al packaging finale per il cliente.
Ringrazio di cuore Maria Rosa De Sica e Federico Pellegrini per questa bellissima intervista e per la disponibilità che avete avuto nel farla. Spero che ognuno di voi possa – attraverso questi giovani talenti – trarre dei buoni consigli e delle belle ispirazioni per poter realizzare i loro sogni nel cassetto e soprattutto portarli avanti.