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Intervista ESCLUSIVA: Sergio Tacchini e l’immutato amore per il tennis

Creato il 23 luglio 2013 da Sportduepuntozero

Sergio TacchiniIl personaggio, novarese classe 1938 e per i lettori e gli amanti del tennis, Sergio Tacchini, ha un peso specifico non indifferente. Eppure lo porta con assoluta naturalezza. La stessa con la quale racconta di “quella volta quando raggiunsi la semifinale nel torneo di Amburgo. La giocai contro Laver e per quasi quattro ore rimasi in perfetto allineamento con l’australiano dal talento infinito. Poi fece un gesto con la leva braccio-racchetta, quasi a volersi scrollare di dosso paure e problemi ed il match cambiò. Fece la differenza e io dovetti soccombere. La settimana prima avevo vinto a Monaco di Baviera”.

Quasi come è successo a Fognini nelle ultime due settimane in terra tedesca: “Un po’ mi ci rivedo – sorride il grande campione ed austero imprenditore – e mi fa piacere scoprire un Fabio cambiato nell’atteggiamento in campo. Ha evidentemente lavorato molto. Un bene per il movimento del tennis italiano avere un giocatore come lui, in chiave individuale e Davis. Avevamo già la solidità di Andreas Seppi, ora il talento espresso del 26enne ligure. In più è un personaggio e può attirare interessi disparati, di pubblico, appassionati, sponsor. Nella finale di Amburgo ha dimostrato di avere una gran voglia di vincere. In più partiva con il peso del pronostico ed aveva tutto da perdere contro il numero 114 della classifica mondiale. Perciò la sua vittoria vale doppio”. 
Una stagione da ricordare per il tennis azzurro: “Prima con le donne, fantastiche da diverse stagioni. Ora anche con il settore maschile”.

E dietro qualcosa si muove, vedi la vittoria a Wimbledon, nel torneo juniores, di Gianluigi Quinzi: “Un’affermazione che merita lodi – prosegue Sergio Tacchini – perché nel tennis non è mai facile imporsi. Ma il marchigiano deve ancora fare molti passi importanti. Non dovrà farsi condizionare dalle attenzioni che la stampa specializzata e quella generalista gli stanno dando. Il lavoro, soprattutto alla sua età, è fondamentale”. 
Abbiamo incontrato Sergio Tacchini in occasione della finale del Lago Maggiore BMW Camar Open di Verbania, sugli stessi campi che….

“Mi videro protagonista giovanetto, appena 14enne, alle prime armi con la racchetta. Ricordo ancora che posizionavo dei pezzi di legno da colpire per migliorare la precisione dei colpi. Poi andai a Milano, per perfezionare il mio gioco ed essere seguito dai maestri di allora, vedi Marcello Del Bello. Il mio rapporto con Verbania è rimasto immutato e spesso torno in questa splendida località sulle sponde del Lago Maggiore dove ho affetti e ricordi, nonché un sito abitativo. Un plauso agli organizzatori che hanno saputo portare nel 2013 un torneo di gran livello al circolo. Ho assistito dal vivo ad una bella partita con due ottimi protagonisti. Sono rimasto impressionato dalla potenza dei colpi e dai cambiamenti radicali che hanno dato vita al tennis moderno. Questo soprattutto in ragione dei nuovi materiali e della preparazione fisica dei protagonisti di oggi”.

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