Intervista Gastronomica a Letizia Vicidomini

Da Anginapectoris @anginapectoris

Letizia Vicedomini

Letizia Vicidomini è nata e vive a Nocera Inferiore (Sa), ma è cittadina onoraria di Napoli.
Ha lavorato come speaker in diverse radio, da Kiss Kiss a Rtl 102.5, da Radio Marte a Radio Club 91, passando per Crc e Radio Punto Nuovo.
Ha pubblicato per Akkuaria “Nella memoria del cuore” (2006) ed “Angel” (2007). Nel 2013 è uscito “Il segreto di Lazzaro” (Cento Autori).
“La poltrona di seta rossa” (Homo Scrivens Editore)  sua ultima fatica, un romanzo nel quale si intrecciano storie individuali e vicende nazionali, arrivando a coinvolgere generazioni di anime e personaggi a partire dalla capostipite, la centenaria Ernestina.

Una saga familiare, che copre un arco temporale molto ampio.

La poltrona di seta rossa – edizioni homoscrivens

Si parte dal centesimo compleanno della “patriarca” Ernestina nel 2010, che dalla poltrona rossa su cui è seduta inizia a ricordare il suo passato ed il trascorso della sua famiglia, fino a confluire nella figura di Angel, il suo nipote preferito, dotato di una personalità complessa e di un “dono” speciale, che sa di magia.

Ambientato anche qui a Sorrento, il racconto viaggia attraverso ritratti di figli, nuore, cognate e nipoti, che hanno vissuto la recente storia italiana: la guerra con la sua scia di morti, le Quattro Giornate e la ripresa del mondo del lavoro finalmente aperto anche alle donne.
Ed ecco qui la deliziosa intervista rilasciatami da Letizia, alla scoperta delle sue preferenze gastronomiche.

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Letizia: – Quanto in ognuna delle attività della vita: è fondamentale.

Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Letizia: – Spessissimo.

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene
Letizia: – Sentirmi in equilibrio con gli altri e con me stessa.

Angie: – Le tue esperienze lavorative?
Letizia: – Lavoro nella pubblica amministrazione ma faccio anche radio, tv, un po’ di teatro.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Letizia: – Si chiama “Circo Gastronomico” ed è un club dove si tengono cene etniche o a tema. Si trova a Nocera Inferiore, dove vivo, ma da lì giro il mondo a tavola.

Angie: – Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato??
Letizia: -Sono invitata frequentemente, ma preferisco ricevere.

Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Letizia: – Mai sul serio, ma ci provo, ogni tanto.

Angie: – Meglio carne o pesce?
Letizia: – La carne, ben cotta.

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?

sfogliatella

Letizia: – Una sfogliatella riccia.

Angie: – Se fossi un ingrediente?
Letizia: – Il latte: bianco, consolante, materno. E indispensabile a tante ricette.

Angie: – un frutto
Letizia: – La banana, che è quasi un dessert.

Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??
Letizia: -Certamente rosso, brillante e sfizioso come il Gragnano.

Angie: – Un liquore
Letizia: – Limoncello: alcolico ma dolce, con il sapore dell’estate.

Angie: – Il tuo punto debole
Letizia: -Il cuore tenero.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Letizia: – In frigo le uova, in dispensa la pasta perché ci puoi sempre inventare una cena.

Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Letizia: – Prendermi cura degli altri con una buona crostata di tagliolini farcita di provola, piselli e funghi è un piacere ineffabile.

Angie: – E quello che ti piace mangiare?

Pasta alla Carbonara

Letizia: – Spaghetti alla carbonara o gateau di patate.

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Letizia: -Appassionata.
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Letizia: -Quella ideale comprende cappuccino, dolce fatto in casa, marmellata e pane tostato. Normalmente mangio cappuccino e cornetto.
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?

Letizia: – Amo la pizza, odio il pesce con troppe spine.
Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina?

Letizia: -Ottimi, l’importante è scegliere quelli di qualità.

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito ed uno che non ti piace proprio?
Letizia: – Mi piaceva il profumo del ragù di mia madre, che non potrò più sentire, odio il puzzo di fritto stantio.

Angie: – Limone o aceto?
Letizia: – Aceto, balsamico.

Angie: – Non puoi vivere senza…

patate

Letizia: – Le patate.

Angie: – un tuo menù ideale?
Letizia: – Sfizi vari come antipasto (tarallini, crostini con pasta d’acciughe, di olive etc.), spaghetti alle vongole, alici fritte e insalata sfiziosa, mista. Dolce di mia cognata (qualsiasi, i suoi sono divini).

Angie: – Dici parolacce?
Letizia: – Poche, solo intercalari.

Angie: – La parola che dici piu’ spesso?
Letizia: – Grazie.

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?

Uomini in cucina

Letizia: – Il legame tra cucina e sensualità è fortissimo. Un uomo che voglia sedurmi non ha che da scegliere un luogo accogliente e caldo e saper chiacchierare mangiando, magari offrendomi qualche boccone e versandomi il vino. Se poi la cena l’ha preparata lui, meglio ancora.

Angie: – Una “fantasia erotico gastronomica”?
Letizia: – Cena a due sul terrazzo di un grattacielo, con uno sguardo sulla città e con quel che segue. Semplice ma eccitante.

Angie: – Hai mai conquistato qualcuno cucinando??
Letizia: – Non solo con quello, ma è stato certamente un elemento importante.

Angie: – Hai mai utilizzato l’ambiente cucina per (scrivere) e lavorare?
Letizia: – Spesso, è molto stimolante.

Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Letizia: – Decisamente a pancia piena, ma non troppo.

Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Letizia: – Il salato, quando lavoro e anche in genere.

Angie: – Hai qualche episodio legato al cibo da raccontare? O una cosa carina e particolare che ti è successa?
Letizia: – Domenica sera, dispensa quasi vuota, una coppia di amici mi piomba in casa per un saluto. Costretta ad invitarli a cena per obbligo di ospitalità preparo con le poche cose disponibili un risotto allo spumante e un tortino di patate e prosciutto cotto. Faccio un figurone! Chi l’avrebbe mai detto…

Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se si’ che tipo di locale prediligi?
Letizia: – Non troppo spesso, ma prediligo posti familiari e intimi. Ho la mia pizzeria del cuore dove capiscono al volo quale pizza voglio quella sera.

Angie: – Che fai dopo cena?
Letizia: – A casa scrivo, leggo o guardo un film, in vacanza faccio una passeggiata.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Letizia: – “Buio per i bastardi di Pizzofalcone” di Maurizio de Giovanni

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…

Letizia: – Un pezzo rock che associo al sano appetito, magari qualcosa dei Red Hot Chili Peppers (i peperoncini rossi e piccanti della musica)

Angie: – Hobby?
Letizia: – Realizzare pupazzi e bambole di stoffa.

Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti?
Letizia: – Giunone

Angie: – Qual è il sogno più grande?
Letizia: – Vivere con la scrittura.

Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Letizia: – Che sono una persona positiva e solare.

Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Letizia: – Certo che sì! Citando Totò “un cuoco serve sempre”

Angie: – Un piatto della tua infanzia
Letizia: – Brodo di pollo.

Angie: – C’è un piatto che non hai mai provato e che vorresti assaggiare?

Il Tacchino del giorno del ringraziamento

Letizia: – Il tacchino del Ringraziamento, nei film sembra buono!

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Letizia: – Penso di sì, ma sarebbe meglio mantenere la propria identità almeno in fatto di gastronomia.

Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Letizia: – Indubbiamente un bel piatto di pasta al pomodoro fumante, piace da nord a sud, isole comprese.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale?
Letizia: – Mi piace molto quella spagnola.

Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Letizia: – Scrivere un nuovo libro in cui si parla tanto di cibo e d’amore.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Letizia: – Salato, piccante, stuzzicante.

Angie: – A che piatto paragoneresti Letta, Berlusconi, Renzi, Vendola, Beppe Grillo?
Letizia: – I primi quattro decisamente alla frutta, Grillo invece è una “impepata” di cozze: ottima ma, a volte, indigesta.

Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Letizia: – Mai, per fortuna.

Angie: – Se tu dovessi abbinare una pietanza a ogni personaggio del tuo romanzo, quali sceglieresti?
Letizia: – Lazzaro è un “asado” argentino, carnale e sanguigno, Livia un piatto di orecchiette alle cime di rapa, Manuela un “dulche de leche”, Michele un buon calice di vino rosso.

Angie: – Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere “la mela proibita”?
Letizia: – Decisamente Livia, almeno nelle intenzioni concupiscenti del padre.

mela rossa

Curiosamente utilizzo proprio questa immagine nel racconto, “la Mela Rossa”.

Angie: – Prova a descrivere il tuo romanzo – o parti di esso – con metafore culinarie, tipo “nutrimento dell’anima”.
Letizia: – La storia di Lazzaro Romano è come un pranzo in famiglia. Sazia e consola eppure certi piatti risultano indigesti.

Angie: – Se tu dovessi scegliere uno scaffale di supermercato (o altro negozio simile), dove immagineresti collocato il tuo libro? E perché?
Letizia: – Tra biscotti e cioccolato perché ha un effetto consolatorio e il gusto dolce della speranza.

Angie: – Stai pensando alla trama da mettere su carta, sei preso dal vortice dell’ispirazione: dove ti percepisci? (es. in un agrumeto, in un campo di pomodori, in una distesa di mais, in un vigneto ecc.)

alberi di limone

Letizia: – La poltrona di seta rossa è nato tra gli alberi di limone.

Angie: – “Panem et circenses”. Sostituisci ai giochi da circo i libri. Cosa ti evoca a livello sensitivo e immaginifico?
Sazietà e appagamento.
Angie: – quale attore sceglieresti per ricoprire il ruolo del protagonista del tuo libro? E di qualcuno dei “secondari”?
Letizia: – Dico spesso, nelle presentazioni, che ho immaginato Lazzaro con le sembianze

Luca Ward

di Luca Ward, attore e doppiatore del mitico Gladiatore.
Per Livia mi piacerebbe Lunetta Savino e Manuela potrebbe essere Luisa Ranieri.

Angie: – Il sapore delle tue parole?
Letizia: – Agrodolce.

Angie: – Tre aggettivi per definirti come scrittore/ice:
Letizia: – Positiva e attenta, e poi leggera, non per il contenuto ma per la forma.

Angie: – Tre aggettivi per definirti come uomo/donna:
Letizia: – Solida, ottimista, allegra.

Angie: – Cosa c’è di te nel protagonista del tuo romanzo?

Letizia Vicidomini

Letizia: – La volontà.

Angie: – Il colore della tua scrittura?
Letizia: – Rosso.

Angie: – La colonna sonora del tuo ultimo libro?
Letizia: – Jamiroquai e Subsonica, ascoltati a ripetizione.

Angie: – Il libro della tua vita?

Letizia: – Non l’ho ancora scritto ma c’è, dentro di me.

Angie: – Il libro che avresti voluto scrivere?
Letizia: – “La casa degli spiriti” di Isabel Allende.

Angie: – Il libro che non avresti mai voluto leggere?
Letizia: – “Tuttalpiù muoio” di Albinati e Timi.

Angie: – Qui nel nostro paese c’e’ un bel gran “fermento letterario” a Napoli forse piu’ che nelle altre città secondo te ci industriamo, o siamo bravi? Chi tra gli autori campani preferisci e reputi più bravo, ed a quale piatto lo paragoneresti?
Letizia: – A Napoli, e in Campania, abbiamo da raccontare tanto quanto altrove, solo che sappiamo “inventarci”di più. L’autore campano che adoro e che mi ha onorato di una sua

Maurizio De Giovanni

prefazione è Maurizio de Giovanni. Poetico, intelligente, coinvolgente, ha tutto ciò che uno scrittore dovrebbe avere.

Angie: – Le donne sono piu’ brave degli uomini ad affontare il tuo stesso genere letterario?
Letizia: – Non credo esista questa separazione tanto netta. Pino D’Angiò ha scritto di me che “scrivo da donna e penso da uomo.
O viceversa.”

Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Letizia: – Aiutati che Dio ti aiuta. E’ anche la filosofia di Lazzaro.

Spaghetti tonno e mais

Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori
Letizia: – Rapida e gustosa: mettete in una zuppiera del tonno sgocciolato, uno spicchio d’aglio, del mais, prezzemolo tritato e una spolverata di peperoncino, poi condite con olio d’oliva e tenete in frigo.
Lessate e scolate gli spaghetti al dente, versateli nella zuppiera e poi impiattate.
Vi piacerà, promesso.

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