Chi mai sognerebbe di portar via dalla guglia maggiore del Duomo di Milano, la famosa “Madonnina”? Diventata il simbolo della città, opera di Giuseppe Perego in rame dorato, raffigura la Madonna Assunta, sta li’ dal 1774.
Riccardo Besola, Andrea Ferrari e Francesco Gallone
Finora, nessuno ci ha mai pensato, ma l’idea che potesse succedere, e diventata la trama di un delizioso noir tutto milanese, scritto a sei mani da tre impavidi scrittori: Andrea Ferrari, Riccardo Besola e Francesco Gallone Operazione Madonnina, esce il 13 aprile di quest’anno, ed entra prepotentemente nella classifica nazionale e milanese, ed in molte librerie del capoluogo meneghino, riescono a piazzarsi al secondo posto dietro il napoletano Roberto Saviano.
Io, avrei voluto intervistarli tutti e tre, ma l’unico che gentilmente e pazientemente si è sottoposto al mio “Terzo grado gastronomico” è stato Riccardo Besola milanese doc, classe 1974. Dal 2001 lavora in ambito pubblicitario televisivo.
E’ il vincitore della seconda edizione del Premio Letterario NarreRai con i racconti noir “Nera la notte” (Edizioni Rai Eri 2011).
Amante del genere poliziesco all’italiana e degli anni 70, adora i libri di Scerbanenco, i dischi in vinile, la musica dei Calibro 35.
Per me il noir è la miglior rappresentazione possibile dell’assoluta imperfezione della realtà e della società. Quindi, disconoscendo la perfezione e ritenendola irreale, per me il noir è semplicemente realtà e società. Alle famiglie sempre felici delle pubblicità credo poco. E dire che in pubblicità ci lavoro. Riccardo Besola
dal Blog Noir italiano
Riccardo Besola
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Riccardo: – Lavoro in pubblicità per la televisione, è un’attività impegnativa che viaggia a ritmi quotidiani molto sostenuti, cosa che mi impedisce di pranzare come vorrei. Per fortuna c’è la cena.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Riccardo: – Ogni tanto
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene
Riccardo: – Sedermi a tavola e non guardare l’orologio, tanto per cominciare. E poi mangiare cose semplici. Non sopporto i piatti minimalisti con infiniti ingredienti e guarnizioni e saporuncoli, roba che quando hai ingoiato il palato ti chiede “Cos’era?” e tu non sai rispondergli.
Angie: – Le tue esperienze lavorative?
Riccardo: – Scrittura a parte, ho lavorato nel settore della moda e attualmente, da 13 anni a questa parte, in quello della pubblicità
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Riccardo: – A Milano ne ho due, “Osteria del Biliardo” in via Cialdini e “Marcellino pane e vino” in corso Sempione.
Angie: – Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato??
Riccardo: – Sono spesso invitato e la cosa non mi dispiace affatto
Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Riccardo: – No, anche se prima dell’estate ci si scopre sempre più abbondanti di quanto si vorrebbe
Angie: – Meglio carne o pesce?
Riccardo: – Pesce
Torta di Mele
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Riccardo: – Torta di mele
Angie: – Se fossi un ingrediente?
Riccardo: – Della torta di mele? Le mele. In senso assoluto qualcosa di importante, tipo il sale, la farina.
Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??
Riccardo: – Non bevo vino, solo ogni tanto, quando capita
Angie: – Il tuo punto debole
Riccardo: – Bevo poco vino, vedi sopra
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Riccardo: – Uova, formaggio, insalata, e limoni
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Riccardo: – La cura che ci si deve mettere, o meglio, che ci devono mettere gli altri, dato che non sono un gran cuoco
Angie: – E quello che ti piace mangiare?
Trippa
Riccardo: – Trippa
Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Riccardo: – Buongustaio. Difficilmente nel piatto resta qualche cosa.
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Riccardo: – The, fette biscottate, marmellata. Invece è caffè macchiato e biscotti.
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?
Patate fritte e salame
Riccardo: – Patatine fritte e salame, il massimo della salute, vero? Invece non sopporto i canditi nel panettone.
Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina?
Riccardo: – Che dimezzano anche il gusto, però qualche volta…meglio che niente, no?
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
caldarroste
Riccardo: – In autunno quello delle caldarroste, in estate quello di una grigliata di carne o di pesce: fantastico. Mi riconcilia con tutta la galassia.
Angie: – Limone o aceto?
Riccardo: – Limone
Angie: – Non puoi vivere senza…
limone
Riccardo: – Limone. So di sembrare ripetitivo ma lo metto sempre su ogni cosa, anche nell’acqua, fin da quando ero bambino
Angie: – un tuo menù ideale?
Riccardo: – Lasagne, una bistecca alta tre dita e una montagna di patatine fritte. Lasagne a parte è il menù preferito da Tex Willer, di cui sono lettore da sempre, insieme a Zagor. (sono due fumetti)
Angie: – Dici parolacce?
Riccardo: – Qualcuna
Angie: – La parola che dici piu’ spesso?
Riccardo: – Sì. Ma anche No, a pensarci bene. Insomma: sì e no.
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?
Riccardo: – Un legame? Potrebbe. Però per sedurre una donna non credo contino né la cena né il saper cucinare, è una predisposizione che una donna ha già preso in considerazione nel momento in cui accetta di cenare sola con un uomo. A meno che l’uomo si dimostri un vero disastro, che tradisca clamorosamente le aspettative minime della donna. Caspita che risposta seria… In ogni caso nulla conta più del saper far divertire una donna, e prim’ancora del sapersi divertire, sinceramente.
Angie: – Una “fantasia erotico gastronomica”?
Riccardo: – 1 settimana e mezzo? (9 non credo di reggerle)
Angie: – Hai mai conquistato qualcuno cucinando??
Riccardo: – No. Anzi. Una volta è capitato. Ma una cosa del tipo “Ti sei impegnato per me” più che il risultato finale in cucina
Angie: – Hai mai utilizzato l’ambiente cucina per scrivere?
Riccardo Besola
Riccardo: – No, sono troppo metodico: per scrivere ho la mia scrivania e tutt’al più il bar. Invece per pensare a cosa scrivere vale tutto, ogni posto è buono, quelli pubblici e affollati ancora meglio.
Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Riccardo: – Di solito la mattina, quindi a digiuno. Forse di fondo c’è una necessità. Scrivere, col tempo, diventa una necessità come mangiare, una specie di funzione vitale in aggiunta.
L’articollo apparso su Repubblica
Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Riccardo: – Salato
Angie: – Che fai dopo cena?
Riccardo: – Quando posso leggo
Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
La morte con le ali bianche
Riccardo: – La morte con le ali bianche, di Felisatti e Pittorru. Roba anni settanta.
Angie: – Hobby?
Riccardo: – Collezionare dischi in vinile. Colonne sonore di vecchi film, quando le trovo.
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Riccardo: – Ad oggi due libri usciranno nel 2014, uno mio a fine gennaio, “Al bar con le ragazze” (Eclissi Editrice), e uno ad aprile scritto con Andrea Ferrari e Francesco Gallone, che è il seguito di Operazione Madonnina (Frilli Editore) che ha riscosso molto successo nel 2013. E poi ci sono almeno altri quattro progetti, tre miei e uno collettivo. Dimenticato qualcosa? Ah, sì: un nostro racconto uscirà a fine novembre in una antologia dal titolo “Un giorno a Milano”, credo per Laurana Editore. Forse ho davvero detto tutto. Forse.
Angie: – Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere “la mela proibita”?
Riccardo: – Tutti. Dai miei libri nessuno esce pulito. Non ci sono i buoni e i cattivi, il bene e il male, che viaggiano su binari paralleli che non si incontreranno mai. Tutti, come persone, siamo dotati di bontà e cattiveria: la cosa che mi diverte fare nei libri è creare situazioni che alterano gli equilibri dei personaggi, per cui un buono può diventare molto cattivo e un cattivo può diventare, a suo modo, meno cattivo, e magari vittima. Credo sia la cosa più onesta e realistica da dover raccontare ai lettori.
Angie: – Prova a descrivere il tuo romanzo – o parti di esso – con metafore culinarie, tipo “nutrimento dell’anima”.
Riccardo Besola, Andrea Ferrari e Francesco Gallone
Riccardo: – Ci provo con Operazione Madonnina. È farcito di generi letterari e cinematografici: giallo, noir, commedia, neorealismo. È insaporito da personaggi imprevedibili come Kalì, uno scippatore, Fernet, un giornalista di cronaca nera con la passione per il Fernet Branca, l’ispettore Malaspina, pavido poliziotto che teme di essere vittima di una banda criminale. È croccante, con i suoi tre disperati protagonisti alla ricerca di denaro, così disperati che decidono di rubare la Madonnina d’oro dal Duomo di Milano: Angelo, Lorenzo e Osvaldo. E poi è dissetante, perché fa riflettere ma fa anche ridere, e in questi ultimi tempi ridere è come l’acqua nel deserto.
Angie: – Se tu dovessi scegliere uno scaffale di supermercato (o altro negozio simile), dove immagineresti collocato il tuo libro? E perché?
Riccardo: – Fra i dolci. Perché non è necessario, ma è un piacevolissimo vizio. E nella vita qualche vizio ci sta, se no che vita è?
Angie: – Stai pensando alla trama da mettere su carta, sei preso dal vortice dell’ispirazione: dove ti percepisci? (es. in un agrumeto, in un campo di pomodori, in una distesa di mais, in un vigneto ecc.)
Riccardo: – In un vigneto. Tra i filari allineati. Perché scrivere significa anche dare ordine al caos.
Angie: – quale attore sceglieresti per ricoprire il ruolo del protagonista del tuo libro? E di qualcuno dei “secondari”?
Riccardo: – In Operazione Madonnina, che è una commedia ambientata nella
La banda degli Onesti
Milano del 1973, possono starci tutti quegli attori italiani a cui abbiamo voluto bene: Totò, De Filippo, Sordi, Tognazzi, Gassman, De Sica. D’altronde chi meglio di loro avrebbe potuto interpretare tre disgraziati che decidono di rubare la Madonnina dal Duomo di Milano?
Angie: – Le donne sono piu’ brave degli uomini ad affrontare il tuo stesso genere letterario?
Riccardo: – Le donne spesso sanno vedere meglio alcune sfumature nei comportamenti e negli atteggiamenti umani; questo, nella scrittura, può essere tradotto con una maggior sensibilità nel saper descrivere e raccontare i personaggi e cosa li muove nella storia del libro.
Nel genere giallo/thriller/noir ultimamente però mi sembra di leggere degli spin off di CSI e compagnia cantante: si tende ad appiattire, omologare, e scopiazzare un modo di raccontare tipicamente americano.
Comacchio
Colpa anche di una certa parte degli editori, che massifica e predilige prodotti facili e commerciali, di largo consumo.
Sarebbe bello recuperare la nostra capacità di fare cultura in genere, che sia cinema o romanzo o musica. La nostra identità.
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
risotto all’anguilla
Riccardo: – Godetevela
Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori
Riccardo: – Risotto con sugo d’anguilla. Però per mangiare questa delizia dovete andare dalle parti di Comacchio.
Un piatto davvero spettacolare. Con la noce moscata e il limone, poi. Certo che il limone io ce lo metto sempre…