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Interviste: A toys orchestra, una breve chiacchierata con Enzo Moretto.

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Ho l'onore e il piacere di presentarvi l'intervista fatta ad Enzo Moretto degli A Toys Orchestra che è stato gentilissimo e disponibile a rispondere dettagliatamente alle domande. Da qualche settimana è uscito il nuovo ep della band intitolato Rita Lin Songs, di cui potete leggere la nostra recensione qui.
Nell'intervista Enzo ci parla del nuovo lavoro e di Midnight talks;  inoltre ci racconta il suo backgorund musicale e le sue esperienze prima di suonare negli A toys orchestra. Infine, come per ogni nostra intervista, anche ad Enzo abbiamo chiesto di compilare una playlist. Enjoy!

Le prossime date degli A Toys orchestra (se assistite ad un live e volete fare un report scrivete a [email protected]) le trovate
qui.
 


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1) Partiamo da Midnight Talks e dell'anno passato. Un grande anno per voi. Oltre ad un successo straordinario di critica, l'album ha avuto anche anche un ottimo seguito di pubblico e lo si è visto soprattutto dalle presenze ai vostri concerti. Cosa rappresenta Midnight talks rispetto ai precedenti lavori?

Credo che Midnight Talks ci abbia dato l'opportunità in un certo senso di chiudere un cerchio,non certo perchè fossimo arrivati ad un traguardo,ma piuttosto perchè dopo dischi come Cuckoo Boohoo e Technicolor Dreams in cui eravamo motivati dal dover dimostrare a tutti costi a noi stessi e al nostro pubblico in aumento la nostra evoluzione e la dinamica del nostro decorso, con quest'ultimo abbiamo avuto invece l'esigenza e la possibilità di  riapprocciarci con un esuberanza che per certi versi è più peculiare ai nostri esordi e quindi al nostro primo disco Job.
Ovviamente nella sostanza sono due dischi diversissimi,oggi vantiamo una maggiore presa di coscienza e un esperienza decennale consolidata tra di noi,ma al momento di scrivere Midnight Talks l'unica urgenza che sentivamo era quella di reinventarci ancora,cosa che per preservare una certa integrità etica e morale non può certo coadiuvarsi con metodiche razionali e calcolate,almeno non nel nostro caso.
E' stato più naturale quindi rischiare un tantino,rimetterci in gioco con una verve che definirei quasi ingenua,rispolverando l'entusiasmo degli inizi per ridare nuova linfa a tutto il progetto anche in prospettiva futura. In conclusione potrei dire che abbiamo osato parecchio,e il rischio di strafare era reale,ma forse proprio grazie all'onestà di questi sentimenti che ti dicevo si è rivelata poi una carta vincente.


2) Avete pubblicato da qualche settimana il  nuovo EP Rita Lin Songs. Cominciamo dalla Cover dei Duran Duran. Perchè proprio la scelta di questa canzone (che siete riusciti a fare perfettamente vostra)? Nel nuovo album in uscita ad ottobre troveremo altri esperimenti del genere?

Tutti noi siamo divoratori di tantissima musica,spesso siamo anche molto diversi tra di noi per gusti ed ascolti. Questo ha fatto si che non si creasse mai in noi un pregiudizio musicale e alcun preconcetto.
"The Chauffeur" è una canzone fantastica,una delle tante scritte dai Duran Duran. Il fatto che fosse una band legata ad un estetica pre-boyband ha generato sentimenti di discriminazione negli ascoltatori delle generazioni successive,ma credo che una bella canzone rimane tale indipendentemente da chi l'abbia scritta,fosse essa opera di Paul McCartney o dei Take That o Shakira. Ovvio che se si vuole analizzare il concetto si troverà un notevole dislivello di profondità tra un Bob Dylan e un Simon Le Bon,ed è proprio questo che genera maggior interesse nel dover rileggere una canzone che ha maggiori margini di reinterpretazione rispetto ad un opera già completa di suo. Il fatto che fosse una creazione relativamente distante dal nostro mondo ha reso tutto più interessante.
Nel nostro prossimo disco ci sono molti esperimenti diversi tra loro,e non posso negare che esperienze come quella di coverizzare un brano legato al periodo 80's si aggiungono al nostro background e alla nostra forma compositiva.


3) Nel nuovo Ep c'è anche la versione italiana di Celentano e tre nuovi inediti. L'esperimento in Italiano è solo un episodio o potrebbe qualcosa che potremmo rivedere in futuri lavori? E quale tra i tre inediti è quello che maggiormente rappresenta l'idea ( se ce ne sia ne già una) che c'è alla base del prossimo album?

Celentano in italiano è un divertissement estemporaneo. Nato un po per caso e un po perchè andava da se,fin dal titolo,che si prestasse a questa nuova veste. Con l'ep c'era l'intenzione di realizzare delle "chicche" per i nostri sostenitori,delle particolarità che diversificassero la fruizione dell'ascolto;  dunque versioni strampalate di canzoni già esistenti,una cover inaspettata e inevitabilmente degli inediti. Al momento quello dell'italiano è un episodio isolato, non c'è un progetto futuro "...a toys orchestra in madrelingua". Chiudermi porte a chiave alle spalle non è però nella mia natura,quindi mi affido al beneficio del dubbio.


4) Nel nuovo Ep compaiono collaborazioni eccellenti. Con quali artisti vi piacerebbe collaborare in futuro?

Le collaborazioni tra musicisti sono una delle cose più "pulite" ed interessanti del nostro mondo musicale. Sono il sintomo di un empatia e di una condivisione che ad oggi in italia è l'unico indizio riconducibile ad una scena,che invece purtroppo latita. Per noi che abbiamo scelto come ragione sociale il continuo mutamento di forma e sostanza,le collaborazioni sono necessarie ed oltemodo entusiasmanti,ed è molto probabile che continueremo anche in futuro questo andazzo,al momento non saprei dirti con chi,tutto dipende da una serie di circostanze, talvolta anche casuali. Spesso questi contributi nascono poi da sentimenti nobili quali l'amicizia o la stima reciproca o al massimo qualora non siano già preesistenti ne generano di nuovi.


5) Passiamo al tuo background musicale. Quali sono le tue pietre miliari che hanno inciso fortemente sul lavoro che fai con il gruppo?

Beh,rischio di scadere nel banale. D'altronde se si parla di pietre miliari devo gioco-forza citare Beatles,Pink Floyd,Rolling Stones,David Bowie e compagnia bella. Ovviamente è da pilastri del genere che nascono le fondamenta della mia cifra stilistica, ma io credo che tutto quello che c'è stato di "contorno" ha fatto poi la vera differenza.
Ad esempio ti sembrerà strano ma prima di suonare in una band mettevo dischi nei rave illegali,ero un dj,e questo mi ha consentito di avere una certa apertura a sonorità meno proprie al rock and roll e una certa apertura alle contaminazioni. Oppure quando ero bambino avevo in famiglia dei componenti che lavoravano nel teatro cantato napoletano,in tenerissima età conoscevo già a memoria un opera fantastica come "La Gatta Cenerentola" che tutt'oggi adoro e credo mi abbia influenzato non poco. Qualche anno fa invece mi ha investito una vera e propria psicosi per il Blues degli anni 30,Skip James,Robert Johnson ecc.
Oggi ascolto molto volentieri il Funk dai Parliament in giù  e sono abbastanza in fissa con Gil Scott Heron,per la sua musica e la sua persona,ne sono davvero rapito e mi sto documentando a più non posso. Non si può non tener conto poi che per una questione anagrafica ho vissuto l'adolescenza nei 90 e sono stato investito in pieno dal ciclone del grunge e quella devozione adolescenziale mistica a Nirvana,Melvins & Co,ma ancor più da tutto quello che è successo dopo: Pavement,Sebadoh ecc,sono le band che ascoltavo quando ho iniziato a suonare e che ho assorbito per osmosi soprattuto nei primissimi periodi e che in parte ha forgiato la mia matrice e anche il mio attegiamento.
Ovviamente ho prestato enorme attenzione al firmamento italiano da Mina,Celentano,Battisti,De andrè,Tenco,De Gregori che penso abbiano avuto influenza sulle liriche..finanche realtà più filo-europee,il prog italiano,il punk,la disco...Tornando all'inglese grandi cantautori quali Tom Waits e Nick Cave mi hanno devastato.. Insomma,il mio background è un gran casino,ed è cosa buona e giusta che sia così,in un continuo e convulso movimento,con un occhio alla riscoperta del passato e uno al presente. Ecco perchè poi non ci trovo nulla di strano nel coverizzare i Duran Duran,così come domani potrei scegliere indistintamente gli LCD Soundsystem,Serge Gainsbourg o Rino Gaetano.


6) Per quanto riguarda la scena attuale italiana ed internazionale, quali sono gli artisti che maggiormenti hai apprezzato?

Negli ultimi tempi come ti dicevo nella risposta precedente mi sto prendendo il tempo di riscoprire parte del passato,soprattutto per ciò che concerne la musica straniera. Alla fine c'è talmente tanto da imparare che probabilmente una vita non basterà. Ovviamente se ascolto "Oracular Spectacular" degli MGMT non posso non saltare dalla sedia! Così per grandi linee potrei dirti quindi MGMT,Arcade Fire,Man Man,The Rapture,Wilco,BRMC,Modest Mouse,Battles e moltissimi altri... MI piacciono molto anche Daft Punk,Chemical Brothers,Royksopp,Moby,Massive Attack,Portishead,Tricky,Four Tet.. beh,molti di questi non sono proprio la next big thing però sono riconducibili comunque ad un suono attuale.
In Italia credo invece,al contrario di quanti molti dicono,che ci sia una realtà in espansione di livello molto alto. The Waines,Criminal Jokers,Beatrice Antolini,Samuel Katarro,Plastic Made Sofa... hanno tutti poco da invidiare alle compagini estere e spostano l'asticella del belpaese verso un internazionalizzazione che sarebbe quasi ora venisse riconosciuta ed incentivata. Per quel che concerne invece la musica autoctona,beh la lotta con il gigante del passato è davvero dura,soprattutto nel mondo cantautoriale,ciò nonostante tra le nuove leve qualcosa di interessante spicca,onestamente non ho approfindito ancora molto l'ascolto ma ho trovato gradevole Brunori Sas... Insuperabile,seppur non certo un novellino è invece Cesare Basile,davvero un gigante. Nel pop invece ,checchè se ne dica i Baustelle non mi dispiacciono, i Verdena poi,confermano di essere una grandissima rock band e riescono a smarcarsi dal proprio passato agilmente senza doversi rinnegare..non è da tutti. gli Zen Circus hanno un appeal come pochi soprattutto nei live,così come i granitici Cut e i Calibro 35. Probabilmente tra tutti Il Teatro degli Orrori raccoglie l'eredità dei mostri sacri del passato recente,Pierpaolo Capovilla è una persona preziosa per il mondo musicale e per il paese. Infine ho avuto il piacere di ascoltare in anteprima il prossimo esordio in italiano dei Vegetable G,ancora sconosciuti ai più,ma credo non per molto... mentre il live che più è piaciuto di recente è stato quello degli Aucan,davvero devastanti.
Detto ciò sembrerebbe quasi che io abbia una visione del panorama musicale in stile democrazia cristiana,dove tutto va alla grande... beh,quanto ho detto è un pò la punta dell'iceberg di quello che c'è nel nostro paese,c'è però purtroppo anche un quantitativo di monnezza da smaltire da far impallidire finanche i miei conterranei campani.


7) In questo blog ci occupiamo di diffondere anche musica meno conosciuta. Per questo come ultima domanda, ti chiedo di compilare una playlist di 10 brani (recenti o del passato) di artisti meno noti ma che secondo te meriterebbo una più ampia diffusione.

Beh, se parli di necessità di diffusione stilerò allora una playlist tutta nostrana.. l'ordine è rigorosamente casuale:

1 -
Hit me with the Water - GoodMorningBoy
2 - Flow River Flow - The Waines
3 - Annihilation Road - Cut
4 - Rustling - Samuel Katarro
5 - Killer - Criminal Jokers
6 - Eyes of dazzling bright - Yuppie Flu
7 - Sudoku - Mariposa
8 - Chinatown Panda - Appaloosa
9 - K - Mimes of Wine
10 - Paranormal - Beatrice Antolini



Grazie per il tempo dedicato all'intervista e buona giornata.

A te



 

Nicola Orlandino


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