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Interviste: una breve chiacchierata con Federico Guglielmi

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Ho l'onore e il piacere di presentarvi un'intervista fatta ad uno dei più grandi giornalisti in ambito musicale, Federico Guglielmi, nome noto per chi legge il Mucchio e chi ha seguito Stereonotte negli anni. Prima vi presento una piccola nota biografica (fonte: RadioRai).
Dal 1976 ha lavorato come conduttore radiofonico in alcune emittenti romane. Nel 1982 è poi approdato alla RAI, in qualità di conduttore di trasmissioni come "Effetto Giovani", "Master", "Stereodrome", "Planet Rock", "Jimi & Johnny", "RaiStereonotte".
Pubblicista dal 1984, a partire dal 1979 ha inoltre pubblicato migliaia di articoli, interviste e recensioni su riviste di musica (Mucchio Selvaggio, Audio Review, Rockstar, Rockerilla, Rumore, Bassa Fedeltà e altre) e nel 1988 ha fondato il mensile Velvet, che ha diretto fino al 1990; si è pure interessato professionalmente di fumetti, cartoni animati e televisione, collaborando con Marvel Italia ed Edizioni Magic Press. Attualmente è responsabile delle pagine musicali dei mensili Il Mucchio Selvaggio e Audio Review, nonché direttore del trimestrale Il Mucchio Extra (da lui ideato nel 2000).
Tra i suoi libri, due biografie ufficiali (Litfiba e Carmen Consoli), svariati saggi (quattro dei quali sul punk), un volume sui 500 dischi fondamentali del rock e tre enciclopedie per Arcana e Giunti.




 

Partiamo dal Mucchio Selvaggio. Non voglio entrare nel merito della questione delle diatribe con Max Stefani. Sono interessato invece al "nuovo" Mucchio. Cosa avrà di diverso, nel caso qualcosa fosse cambiato?

Contrariamente alle voci diffuse da chi aveva solo intenzione di gettare discredito sullo staff allo scopo di far sembrare se stesso il fulcro del giornale, al Mucchio siamo sempre stati perfettamente d'accordo sulla linea musica + cinema + libri + politica/attualità, e anche sulla necessità di essere in qualche modo "scomodi". Quindi, anche perché ormai da anni il Mucchio era in larghissima parte organizzato indipendentemente dalla direzione, la linea editoriale non cambierà in modo sostanziale. L'idea, che stiamo già mettendo in pratica da alcuni mesi, è solo abolire quello che, per fortuna, era presente in poche pagine: invettive e volgarità gratuite, cadute più o meno grottesche nell'autoreferenzialità, gossip di bassa lega, "inchieste" condotte via mail e con il copiaeincolla, contenuti utili solo per raccogliere querele e, quindi, sciocchi esborsi di denaro. A noi interessa fare giornalismo serio e cultura, e pazienza se in questo modo perderemo qualche lettore interessato alle "sparate" e non alla sostanza: sicuramente ne acquisteremo di nuovi e ne ritroveremo altri che ci avevano abbandonato perché stanchi di certe "derive". Non dovrebbe essere difficile, considerato che a livello di staff c'è stata un'unica defezione.


Quali sono gli articoli o le interviste di cui vai più fiero?

In trentadue anni di carriera avrò firmato più di diecimila pezzi e faccio un po' di fatica a risponderti. Più che di singoli articoli, vado molto fiero di due cose: il Mucchio Extra, che dirigo da quando l'ho ideato dieci anni fa, e il librone "Punk!", che ho pubblicato per la Giunti nel 2007. Al di là del valore di quanto è stato pubblicato, ricordo però con piacere alcune interviste a Iggy Pop, Mudhoney, Marianne Faithfull, PJ Harvey, Mars Volta, Bad Religion, Jeff Buckley, Rage Against The Machine, Julian Cope, Smashing Pumpkins, Social Distortion... e poi, tra gli italiani, Franco Battiato, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Giovanni Lindo Ferretti, Manuel Agnelli, Francesco Guccini, Vinicio Capossela.


Parliamo di Sterenotte. Che cosa significa per te questo programma? Ed è previsto un tuo ritorno?

Adoro quel programma e, se dipendesse da me, lo condurrei a vita: non solo per ragioni affettive o perché penso che la radio notturna sia il massimo, ma anche perché credo che sia il più adatto alle mie caratteristiche di autore/conduttore. Per quanto riguarda il mio ritorno, non so proprio cosa risponderti: spero che accada, ma al momento non vedo la cosa granché probabile. La RAI è un posto molto strano, e anche se ci lavoro - più o meno saltuariamente - dal lontano 1982, tanti suoi meccanismi ancora mi sfuggono.

L'ultima edizione condotta da te aveva una prima parte che proponeva le novità musicali, con piccole interviste a italiani emergenti. Nel 2005/2006, invece, portavi molto spesso con te ospiti anche parecchio illustri. Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente impressionato, davanti al "tuo" microfono? E perchè sotto la tua conduzione non ci sono mai state esibizioni dal vivo?

È vero , nelle mie conduzioni non ci sono mai stati mini-concerti. Piacciono molto a vari miei colleghi, ma per quanto mi riguarda la radio notturna dev'essere un'altra cosa, più varia e "intima": non credo che proporre un'ora di fila di set acustico di gente sconosciuta giovi al gradimento del programma. In ogni mio ciclo di trasmissioni ho sempre variato la formula, non amo ripetermi... e quando nel 2005 sono stato richiamato dopo tanti anni alla conduzione di "Stereonotte" ho pensato che potesse essere una buona idea invitare artisti più o meno noti a far ascoltare i loro dischi preferiti e a commentarli in diretta con me. Ricordo bellissime puntate con Manuel Agnelli, Niccolò Fabi, Marco Parente, Amerigo Verardi, Francesco Bianconi, Raiz, Federico Fiumani, Carmen Consoli e  anche Ligabue, che però venne in un'edizione successiva e mi scuso con quelli che ho dimenticato.

La seconda parte della trasmissione era dedicata ad un particolare tema. Quali sono gli speciali a tema che riproporresti volentieri e che ti son piaciuti di più?

Mi sono divertito moltissimo con le canzoni natalizie e con le canzoni dedicate ad altri musicisti ma riproporrei volentieri tutti quegli speciali, magari cambiando qualcosa ma perché farlo, quando ne avrei decine di altri mai fatti? Comunque, l'impostazione che mi piaceva di più era quella delle canzoni legate assieme con modalità analoghe a quelle delle parole nel gioco "Il bersaglio" de "La Settimana Enigmistica": totalmente imprevedibile, e quindi interessantissimo.

Parliamo dell'anno musicale in corso. Quali sono gli album che secondo te andrebbero assolutamente ascoltati?

Da qualche anno non ho un grandissimo rapporto con la nuova musica, essenzialmente perché esce davvero troppa roba e perché ben poco di ciò che ascolto mi sembra davvero "nuovo". Comunque, dato che il mio lavoro mi impone di conoscere quanti più nuovi dischi possibile, qualcosa di buono salta sempre fuori. Non dirò che vadano "assolutamente ascoltati", ma di sicuro a me ha fatto piacere, per esempio, sentire Social Distortion, Verdena, PJ Harvey, Twilight Singers, Paolo Benvegnù, Mauro Ermanno Giovanardi, Anna Calvi, Marco Parente, Mariposa, Tamikrest, Danger Mouse & Daniele Luppi, Bon Iver.

Parliamo di concerti. Ne hai visti tanti. Quali sono quelli a cui sei più legato?

Fabrizio De André con la Premiata Forneria Marconi nel 1979, Iggy Pop sempre nel 1979, Ramones, Talking Heads, Clash e Devo nel 1980, Laurie Anderson nel 1982, i Sisters Of Mercy nel 1985, gli Husker Du nel 1987, i Jane's Addiction e i Nirvana nel 1991, Jeff Buckley e i Kyuss nel 1995, i Rage Against The Machine nel 2000... ne ho comunque visti un buon migliaio, ricordare non è semplicissimo.

In passato, soprattutto con la High Rise, ti sei ouccupato di produzione discografiche. In questo senso, hai qualche nuova produzione in corso o  altri progetti paralleli?
 

Di sicuro non metterò mai su un'altra etichetta, non avrei il tempo e vorrei evitare "conflitti di interesse"... però mi fa piacere curare lavori con materiali d'archivio. Due anni fa, dopo che non mettevo piede in uno studio dal 1995, mi sono lasciato convincere a fare da produttore artistico a una band, gli Strange Flowers ma non sono rimasto soddisfatto e non credo che avrò voglia di ripetere l'esperienza. Comunque, per puro cazzeggio, molto presto registrerò un mio EP: io canterò e gli Zen Circus saranno la mia backing band.

Chiudo sempre le mie interviste chiedendo di compilare una playlist. In particolare ti chiedo di fare una mini lista di 10 pezzi di artisti/gruppi (recenti o del passato) non molto noti ma che a tuo parere meriterebbero o avrebbero meritato più spazio e diffusione.

Domanda terrificante, ma ci provo, mantenendomi equidistante fra il "troppo vecchio" e il "troppo nuovo".
Dagli anni '80 tiro fuori
Escape From The Planet Earth degli Alley Cats, Refrigerator Door degli Human Switchboard, Pink Frost" dei Chills, White Women dei Plan 9 e Straight Ahead di Greg Sage; dai '90, invece, propongo Figure di Richard Buckner, We Hate The Blues dei Delta 72, She's Not Your Friend di Inger Lorre, When The Curtain Calls For You dei Jonathan Fire Eater e That's How My Mind Works dei '68 Comeback.

 

 




 


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