Magazine Arte
Non tutte le interviste riescono nello stesso modo, nonostante le domande siano (volutamente) più o meno le stesse, non sempre l'intervistato riesce infatti ad esprimere il meglio di se in queste occasioni e questo è inevitabile e altrettanto voluto: ogni artista è diverso dall'altro così come ogni essere umano è un universo a parte... quello di oggi sembra avermi suggerito ognuna delle dieci domande che seguono, sembrano scritte per lui, forse è stato lui stesso a dettarmele, magari telepaticamente attraverso la visione delle sue opere, metamorfosi che ti catturano a prima vista e ti trasformano, insomma l'ospite di oggi è "speciale", magico direi, un folletto lombardo talentuoso, ironico e soprattutto SIMPATICO! Si, Vacon ci sta proprio simpatico, è una di quelle persone "positive" che bisognerebbe sempre avere intorno e quindi con molto piacere lo ospitiamo in questo piccolo spazio e con l'occasione supportiamo incondizionatamente la sua ultima iniziativa: la rivista d'illustrazione Cartilagine (www.cartilagine.net), a voi VACON!
1)Chi è Vacon?
Vacon è l'amico immaginario di un bambino che ho conosciuto, tanti anni fa, in una casa in collina. Quando sono arrivato io con i miei baffi, le mie bretelle e il mio gilet il bambino mi ha scambiato per lui, per il suo amico immaginario Vacon, ed ha reagito al mio arrivo come ad un'epifania attesa da sempre. Quel giorno ha dato un nome alla mia voglia di fare arte, e per celebrare quel momento quel nome me lo porto ancora addosso.
www.vaconsartirani.com
2) Cosa significa per te la strada?
Non sono un artista di strada in senso tecnico, nel senso che fin'ora non ho mai lavorato per strada... Credo però che sia uno dei mezzi più potenti per raggiungere la gente, io stesso seguo l'evoluzione dell'arte urbana con molta attenzione, credo che il percorso di affrancamento da modi, mezzi e contenuti della cultura hip-hop (secondo me il lato più "debole" di questo tipo di espressione artistica) per avvicinarsi alle forme più pure di arte contemporanea stiano rendendo la street art molto più matura, tanto da diventare la forma artistica più interessante sulla piazza.
3) Qual'è il tuo rapporto con la città di Roma?
Ci sono stato un paio di volte, e devo dire che si respira un'aria totalmente differente rispetto alla Lombardia dove vivo io. Non voglio entrare in luoghi comuni nord-sud, o cose del genere, devo però dire che quando mi chiamano per un lavoro, una mostra o un live painting per Roma o più giù non leggo neanche il resto della rassegna stampa, si fa e basta! C'è davvero tanta energia ed entusiasmo, e anche una volontà di "accomunare", di fare gruppo, che è difficile trovare in altre parti d'Italia, almeno dove sono stato io. Quando si vuole fare arte seriamente lo spirito con cui ti approcci agli altri e importantissimo, e mi sembra di aver visto che nel giro romano c'è lo "spirito" giusto. :)
4) Spiegaci un pò perchè perdi il tuo tempo con pennelli ed affini
Perché dipingere è una delle poche cose che mi rende vivo. Non sto scherzando, è difficile spiegarlo a uno che non prova questa cosa ma per me è come una religione... è la prima cosa a cui penso la mattina e l'ultima a cui penso prima di andare a dormire. Se penso al futuro non so cosa farò, dove andrò, se sarò sposato avrò figli etc. etc., ma so per certo che dipingerò. Mi sento un po' come se un dio mi avesse detto: "te lo dico io chi sei: sei un pittore, mò dipingi!", e che ogni giorno passato senza dipingere è una violazione di quel "tacito accordo". :D
5) Qual'è il tuo rapporto con il cibo?
Sono figlio di ristoratori, e vengo da una famiglia di ristoratori da generazioni, tutti i miei zii e cugini sono ristoratori, io stesso sono un pizzaiolo. Abitutato fin da piccolo a essere circondato da leccornie, quando sono andato a vivere da solo per frequentare l'università ho cominciato a imparare le basi culinarie per potermi cucinare i piatti prelibati che mangiavo al "mio" ristorante (ho avuto anche la fortuna di convivere per un anno con un cuoco). Mi reputo una buona forchetta e un discreto cuoco, ma soprattutto ho la fortuna di avere una vorace curiosità culinaria un po' morbosa: assaggerei tutto, ma veramente tutto! Quando viaggio una delle mie preoccupazioni principali è di poter provare i piatti più bizzarri della cucina locale...
6) Situazione tipo "ti trovi a Roma e tra un disegno e l'altro ti viene una fame chimica" dovevai a rifuggiarti per mangiare o bere qualcosa di buono?"
Hehe non conosco abbastanza bene roma ma sicuramente quando sono in un'altra città non mi infilo in un qualsiasi kebab, ma solitamente cerco anche in un contesto "frugale" di conoscere la realtà locale. Probabilmente chiederei al primo muratore che incrocio dove intende fare la pausa pranzo!
7) E se invece ti trovi in un altra città
Stessa cosa, diverso muratore :P
9) Piccolo spazio pubblicità: hai un progetto o un qualcosa che vuoi promuovere?
Assolutamente si: recentemente ho fondato, insieme alla mia socia Elena Fay Ray, la rivista d'illustrazione Cartilagine (www.cartilagine.net) il cui numero 0 recentemente è stato presentato al pubblico. E' una rivista gratuita, disponibile online e distribuita a Bergamo, che intende miscelare la migliore realtà d'illustrazione locale e internazionale. E' già aperto il bando per partecipare al prossimo numero, quindi invito tutti gli artisti (e non) che leggono il blog a darci un'occhiata!
10) Lasciaci una dritta su qualcosa di buono da mangiare e/o da bere
Allora, visto che grazie alla mia curiosità mi sono fatto una certa competenza in roba "strana" e perturbante (gusto che coltivo anche in fatto di arte visiva), vi consiglio di provare un piatto particolarissimo ma piuttosto facile da reperire anche qui in italia: l'Uovo dei Cent'anni: è un piatto che si trova in molti ristoranti cinesi di quelli seri, è un uovo, solitamente d'oca o di gallina, che viene tenuto sepolto (crudo) sotto una miscela di calce viva per mesi, finché le reazioni chimiche con la calce (notoriamente basica) non lo "cuociono". Il risultato è un uovo "sodo" di consistenza gelatinosa, il cui albume si è trasformato in una gelatina nera trasparente, il tuorlo in una melma verde quasi fosforescente, e si serve con bocconcini di tofu e salsa di soia. Nonostante le apparenze, è davvero ottimo e saporitissimo, ed è divertente divorarlo al ristorante cinese davanti agli occhi sbigottiti degli altri commensali, i quali probabilmente rifiuteranno con veemenza un assaggio.
Da bere, visto che arriva la stagione calda, consiglio lAyran: dissetante bevanda tipica turca a base di yogurt, acqua e sale. Si trova nei migliori kebabbari (turchi), ma si può fare facilmente anche in casa miscelando yogurt di tipo "greco", acqua, un pizzico di sale e a piacere succo di cetriolo. Io solitamente lo metto nel frullatore con qualche cubetto di ghiaccio e --- brrrrrr---- faccio una specie di granita. Dissetantissimo!!
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