Samuel Hahnemann
Dietro ad ogni medico allopata che si converte all'Omeopatia c'è sempre una storia interessante. La mia incomincia sin dal primo giorno che ho esercitato: un vero disastro, dall'inizio alla fine.
Quando mi sono laureato in Medicina, in Belgio, ventisette anni fa mi sono sentito il dottor Schweitzer e Superman insieme: la mia borsa da medico era piena di pasticche e iniezioni, il cuore pieno di buone intenzioni e l'entusiasmo alle stelle. Il primo giorno che ho aperto l'ambulatorio ho dato istruzioni a mia moglie (non mi potevo permettere una segretaria) di dire a qualsiasi paziente si fosse presentato che il dottore era molto impegnato e di farlo sedere ad aspettare: non va mai bene che un medico stia a ciondolare aspettando un paziente.
Quando finalmente qualcuno ha suonato alla porta non vedevo l'ora di fare la prima visita. Mia moglie è corsa giù dalle scale mentre io cercavo di non farmi vedere. Avendo afferrato alla perfezione le mie istruzioni, ha detto all'uomo che era entrato: “Mio marito sarà subito da lei, in questo momento sta parlando al telefono con un paziente”. L'uomo, un po' sorpreso, ha risposto: “Strano, sono della compagnia dei telefoni e mi hanno mandato proprio per fare un'installazione”.
Che imbarazzo! Ma la triste giornata non era finita lì. La mia prima vera paziente era una ragazza di 15 anni che soffriva di cefalea cronica. Il mal di testa era scatenato dal cambio del clima, situazione abbastanza sfortunata dato che in Belgio il clima cambia quattro volte al giorno. I medici precedenti le avevano dato tutti i farmaci per il mal di testa esistenti, ma lei pensava che un dottorino fresco di Università avesse nel suo arsenale qualche nuova arma. Naturalmente, non ne avevo.
Dopo la sconfitta del telefono e quella della cefalea, avevo preso un'Aspirina per la mia cefalea e avevo deciso seduta stante che mi sarei dedicato a qualcosa che andasse oltre la Medicina Allopatica. Da quel momento, ventisette anni fa, ad ora non ho mai smesso di studiare. Ho buttato via tutti i testi di Medicina dell'Università e li ho sostituiti con manuali di Agopuntura e Omeopatia. Da allora ho imparato e praticato numerose e diverse terapie olistiche, compreso il nutrizionismo: l'alimentazione naturale, le vitamine, gli integratori e le erbe.
Negli ultimi otto anni ho praticato solo l'Omeopatia, perché è più potente, va più in profondità, agisce prima e dà al paziente maggiori benefici di qualsiasi altra terapia. Finora non ho rimpianto il cambiamento. Anzi, mi pare di essermi guadagnato più gratitudine e stima da parte dei pazienti e di essere molto più soddisfatto di quanto avessi mai potuto desiderare se avessi continuato ad esercitare come medico allopata.
Di tutte le modalità di guarigione che ho studiato, l'Omeopatia mi è parsa quella più appagante. L'Omeopatia rende unico il paziente. I rimedi sono tagliati su misura non solo dei sintomi ma anche delle diverse personalità di pazienti e del motivo per cui si ammalano. Se un paziente si sente male pur avendo tutti gli esami di laboratorio normali, lo ascoltiamo ugualmente con attenzione. Ecco perché riusciamo a conoscere realmente i nostri pazienti e spesso essi dicono di sentirsi meglio solo per il fatto di essere ascoltati e non giudicati.
L'Omeopatia si interessa dei perché dei nostri pazienti: perché si sono ammalati? Perché reagiscono a particolari situazioni della vita in un certo modo? Perché provano certe emozioni? L'Omeopatia sonda le profondità della natura umana e la conformazione mentale/emotiva del paziente assume la priorità assoluta quando gli prescriviamo un rimedio. L'Omeopatia lavora insieme all'energia di guarigione naturale del corpo stesso: la Forza Vitale. L'Omeopatia rende responsabile il paziente. Il medico omeopata lo ascolta per fare una prescrizione e valutare la sua reazione al rimedio, incoraggiandolo ad ascoltare il proprio corpo. La dinamica che si instaura fra medico e paziente è più equilibrata in Omeopatia che in altre terapie, a beneficio di entrambi.
L'Omeopatia ha leggi e principi inalterabili la cui padronanza guida immancabilmente alla prescrizione e alla gestione del caso clinico. Purtroppo le informazioni non sono state facilmente accessibili e si è perso molto della tradizione omeopatica, almeno negli Stati Uniti. L'ideale sarebbe che si insegnasse in una clinica, come passaggio di informazioni da maestro a maestro, ma in America non è possibile. Spero che questo libro riesca a rendere disponibile ad un pubblico più ampio le informazioni che ho raccolto qua e là studiando numerosi vecchi libri e riviste, molti dei quali non più ristampati.
In particolare, ho avuto la fortuna di studiare le raccolte di casi clinici di Hahnemann sin dai suoi primi anni a Parigi. Più leggo gli scritti di Hahnemann più sono convinto della sua genialità. Ogni pagina delle sue raccolte di casi clinici contiene osservazioni e terapie brillanti. Il titolo di questo libro è La Metodologia di Hahnemann perché penso che le sue risposte e la sua guida siano ancora molto valide anche ai giorni nostri, benché a volte inaccessibili perché espresse in un linguaggio obsoleto. Sono stato molto influenzato anche da altri Maestri del passato: Boenninghausen, Hering, Lippe, Kent, Dunham, Grimmer, Tyler, Wight-Hubbard e Schmidt. La loro saggezza pervade queste pagine. Ho cercato di spiegare i loro insegnamenti con esempi tratti dall'esercizio della mia e della loro professione.
Può sembrare che alcuni aspetti di questo testo si allontanino dal modo di pensare più diffuso nell'Omeopatia moderna - in particolare il rilievo che do alla prescrizione miasmatica e alle potenze LM - ma si tratta di concetti che facevano parte integrante del grande insegnamento di Hahnemann e a mio avviso meritano di avere una posizione centrale nella nostra attuale Omeopatia. Vorrei credere che questi concetti non sono molto diffusi semplicemente per mancanza di preparazione. Mi darebbe una grande gioia e soddisfazione riuscire a diffondere con questo libro la conoscenza di strumenti di guarigione così importanti per l'Omeopatia.
Il mio testo è rivolto allo studente coscienzioso, al medico omeopata e alle altre categorie di operatori della salute interessate a saperne di più. Spero che soddisfi il bisogno dello studente di avere un'accurata introduzione alla terapia e alla metodologia omeopatica. Spero anche che i miei Colleghi omeopati vi trovino qualcosa di utile e che ai medici allopati si apra una diversa visione della salute e della cura. Non è un libro per non addetti ai lavori: esistono numerosi ottimi testi indirizzati alle famiglie e di pronto soccorso omeopatico.
Ora vorrei rivolgere qualche parola agli studenti che leggono questo libro. La guarigione è un dono e il semplice fatto di essere presenti come terapeuti può essere essa stessa un dono. Come ha detto Madre Teresa: “La bocca parla con la ricchezza del cuore. Se il vostro cuore è pieno d'amore, parlerete di amore” e aiuterete a guarire il paziente anche prima di avergli dato un rimedio. Non scoraggiatevi se fate un errore. Io ne ho fatti parecchi e ho imparato molto da essi. Sono quasi trent'anni che esercito la Medicina non Convenzionale e non ho mai smesso di imparare. Auguro a coloro che leggeranno questo libro il mio stesso entusiasmo di imparare per tutta la vita.
Guadagnare bene non è mai stata la mia priorità: ho sempre pensato che contasse di più l'amore e la gratitudine dei miei Pazienti. Spero che i miei Lettori condividano gli stessi miei valori. Proprio come nel tennis (lo sport che preferisco), è meglio servire che ricevere.
Leggi il libro "La Metodologia di Hahnemann"