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Inviare un romanzo

Da Queenseptienna @queenseptienna

Eccoci di nuovo qui, in questo angolino sperduto di mondo, per parlare un po’ di editoria spicciola, per chi vuole iniziare a masticarla meglio e con parole più semplici!
Di che parliamo stavolta?
Come dice il titolo: inviare il vostro romanzo!

Patendo dal presupposto di avere un’opera bella che finita tra le mani completa di accurato editing, la prima cosa che viene in mente è tentare di pubblicarla, no? E il passo successivo è la ricerca di un casa editrice adatta alle vostre esigenze.
Su Google basterebbe digitare semplicemente due parole perché il motore di ricerca vi presenti almeno seimila pagine di risultati, quindi annotatevi bene queste dritte:

  • Cercate case editrici a pubblicazione GRATUITA. Scrittevolmente è un portale rigorosamente contro l’EAP, quindi refrattaria all’editoria a pagamento, e siamo abbastanza sicuri che pochi di voi abbiano la possibilità, o anche solo la voglia, di sborsare fior di quattrini per essere pubblicati dai primi pagliacci di turno che useranno i vostri soldi per comprarsi vestiti o regali per i consorti (ogni riferimento è del tutto casuale). QUI noi stiamo stilando una lista di case editrici completamente gratuite, è ancora piuttosto scarna, ma può benissimo aiutarvi per iniziare.
  • Cercate case editrici cui la linea editoriale corrisponda a quella del vostro romanzo. Se avete scritto un fantasy paranormal romance evitate di inviare la vostra opera ad una CE che pubblica soltanto romanzi storici, perché voi vi illuderete, e loro perderanno tempo.
  • Una volta entrati in un sito che vi aggrada mettetevi comodi e senza fretta, e spulciate bene dappertutto per assicurarvi che la casa editrice al momento accetti opere. Alcune CE accolgono manoscritti soltanto in dati periodi dell’anno, altre invece bloccano la ricezione per qualche mese a causa delle pubblicazioni che ormai hanno riempito il loro calendario. Come sopra: evitate di spedire a ogni costo, perché vi illudereste e difficilmente avreste risposta.
  • Se nel sito non avete trovato le informazioni che cercavate (se la CE è a pubblicazione gratuita, se accetta manoscritti, metodo di ricezione etc.) non buttatevi di testa. Mandate una mail. I contatti sono molto spesso nelle barre in alto oppure nei credits in basso, cercate l’indirizzo della redazione, o dell’ufficio informazioni, e chiedete; è lecito, è un vostro sacrosanto diritto porre tutte le domande che volete (cercate di essere umili e non presentatevi a spron battuto, perché rischiereste di passare per maleducati) al fine di conoscere l’intera politica editoria della CE. E se non vi rispondono lasciate perdere, significa che probabilmente non avrebbero nemmeno preso in mano una vostra eventuale opera.

Ora passiamo a un dettaglio che a volte non è poi così dettaglio. L’invio dell’opera.
Le metodologie richieste sono diverse a seconda della CE e molto spesso sono accuratamente specificate, ma qui molti esordienti – e non – incespicano un poco, soprattutto quando si tratta del famigerato invio cartaceo.

Mail, per piccina che tu sia…
Diciamocelo, qualunque scrittore preferirebbe l’invio per mail, perché rapido, moderatamente sicuro, e assolutamente NON costoso.
Basta inviare il romanzo nei formati richiesti (che possono essere .doc, .docx, .rtf e così via), allegare le specifiche, i propri dati anagrafici, sinossi e biografia, lettera di presentazione se desiderata, un click e il gioco è fatto.
Attenzione, però, perché non sempre c’è garanzia che la missiva venga effettivamente letta. Il consiglio è quello di cliccare sempre sulla richiesta di conferma di lettura, in modo da farci ricevere una notifica dell’avvenuta apertura della mail, una maniera per farci sentire più al sicuro. Se poi la redazione è così gentile da rispondere, allora ritenetevi fortunati.

Carta, quanto mi costi…
Chi di voi è mai andato a far stampare un intero romanzo in copisteria? Chiunque sa che quando si esce, il portafoglio piange, soprattutto se abbiamo deciso di fare molte copie da inviare a molte CE, e ancora più soprattutto se il nostro romanzo è un fantasy che conta seicento pagine A4, ed è soltanto il primo della trilogia.
In questo periodo di crisi l’invio cartaceo è un’opzione che scoraggia tantissimi esordienti (soprattutto le neo-diciottenni ansiose di divulgare al mondo il loro romanzo d’amore straripante di cliché, Mary Sue, Gary Stu, Artie Gnu, chi più ne ha più ne metta) perché poco alla portata di tutti.
Di primo acchito ci verrebbe da maledire queste stupide CE pretenziose e pedanti che non si accontentano mai, a volte la mosca al naso può effettivamente saltare; ma ammettiamo che non hanno tutti i torti.
Chi decide di stampare – a meno che non sia il Trota e quindi di soldi da buttare ne abbia a iosa – significa che ha grande fiducia nelle potenzialità della propria opera, che crede nella sua qualità e quindi decide di investire denari per valorizzarla. E questo, signori miei, non è da tutti. Le CE che preferiscono l’invio cartaceo sanno che le opere che riceveranno saranno meno spazzatura rispetto a quelle giunte per mail ad altre, una quantità inferiore per una qualità – si spera – un po’ sopra la media. Hanno inoltre molte più probabilità di ricevere opere in linea con la loro politica editoriale, perché a quasi nessuno verrebbe in mente di dire “Io mando a tutti quelli che conosco, prima o poi mi andrà bene!” come invece accade per via informatica, subissando le redazioni di romanzi assolutamente campati per aria.
Purtroppo, i tempi giocano comunque a sfavore, la disponibilità economica non è propria di tutte le famiglie, e questa tipologia di invio non è comunque sinonimo di certezza di un buon romanzo, rischiando di diventare aleatoria ed eccessivamente restrittiva.

Onde per cui, scrittore che vorrebbe essere pubblicato, armati di una dose apocalittica di pazienza, non maledire (almeno non troppo) gli editori che hanno pretese e che ti chiedono qualcosa in più, e cerca di metterti nei loro panni.
Leggi con attenzione le loro indicazioni, cerca di capire bene cosa vogliono e come, non spedire a tutti i costi anche se dentro di te sai che non corrispondi al modello delle loro pubblicazioni, non partire allo sbaraglio come una bestia imbizzarrita.
È vero che per pubblicare ci vuole fortuna, ma ci vogliono anche talento, calma, una buona dose di rifiuti, umiltà e l’ambiente giusto in cui l’opera possa attecchire al meglio.
E, beh, la collaborazione della CE stessa non disturba mai.


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