Il prof. Mario Deaglio scrive così in un editoriale apparso ieri sulla Stampa, a commento della nota vicenda che riguarda in queste ore l’isola di Cipro e il suo tracollo bancario:
Non vi è nessuna ragione logica per cui le crisi dei Paesi in difficoltà strutturali debbano essere risolte in tempi congiunturali, ossia brevissimi: perché sono stati concessi a Grecia, Cipro, Spagna pochissimi anni per raggiungere il pareggio dei bilanci pubblici, perché l’Italia deve arrivarci entro il 2013 e non il 2014 o il 2015? Perché alla Francia si consente invece un pareggio di bilancio al 2017? [...] Dietro una simile miopia nei confronti dei Paesi mediterranei (per la quale si distingue spesso il commissario finlandese Olli Rehn) e una simile disparità di trattamento non può mancare il sospetto di un occulto senso di superiorità dei Paesi settentrionali nei confronti della supposta pigrizia dei «mediterranei» e magari persino un’invidia sotterranea per il buon clima e il buon cibo.
Sebbene Deaglio abbia qualche ragione nel criticare i piani economici europei – gliela concede anche l’economista Mario Seminerio sul suo blog – non si può non notare l’assurdità delle conclusioni a cui giunge il professore. I vertici della famigerata Troika – il trittico Ue, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea – avrebbero interesse a condurre disparità di trattamento perché invidiosi del nostro sole e delle nostre spiagge. Né più né meno.
Cadono, perciò, le considerazioni economiche che vorrebbero naturale cautelarsi nei confronti di sistemi-paese (a ragione) considerati incapaci di ripagare il proprio debito. Meglio buttarla in caciara: si convince qualche lettore della domenica in più e non ci si spreca in analisi.
Il commissario europeo agli Affari Economici, Olli Rehn
L’altro editoriale della giornata – ancora più imperdibile – è firmato da “Barbapapà” Eugenio Scalfari su L’Espresso e tratta di una presunta cena avuta da un amico dell’autore con Roberto Casaleggio, il fondatore del Movimento 5 Stelle:
Il racconto di questo pranzo è abbastanza sconvolgente ed è il seguente. Dopo alcune parole di reciproca cortesia i due commensali sono stati serviti e hanno cominciato a mangiare. Il mio amico poneva a Casaleggio domande politiche facilmente immaginabili[...]Il suo commensale rispondeva con poche parole ma tra una portata e l’altra guardava il suo modernissimo telefonino seguendo su di esso un programma di videogiochi; raramente il suo sguardo si posava sul suo interlocutore.
E quindi? Ce n’era abbastanza per farci un articolo?
E’ un gioco americano che insegna ai giocatori come si può ottenere la distruzione delle singole stelle, dei loro pianeti, delle costellazioni e delle galassie usando alcuni gas, alcune particelle elementari e alcuni campi magnetici. I giocatori usano la tastiera del telefonino nella quale ciascun numero corrisponde ai gas e agli altri elementi presenti nell’Universo per distruggere di volta in volta alcune delle sue parti i cui residui sprofondano nei buchi neri. Vince chi realizza la distruzione totale nel minor tempo possibile.
Ah, ecco. Ne consegue che…
Dio ce la mandi buona, ma con tutta sincerità temo il peggio se avremo nella stanza dei bottoni un governo che avrà come ideologia un videogioco di quel genere.
Cosa ci sia di tanto “sconvolgente” in questa cosa lo sa solo Scalfari, probabilmente. L’unico augurio che possiamo farci, a questo punto, è che non entri mai in un negozio di videogiochi.
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