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Invito al viaggio (in India) per pomeriggi di pioggia

Da Lasere

Piove. Pomeriggio malinconico, dolorante.
Voglia forte di essere altrove, di ombra verde, di possibilità.

Darjeeling. “Terra dei lampi, dei temporali”.
Io oggi invento, siedo, dimentico e mi allontano. Trascorro per analogie.

Mi fanno compagnia un’immagine trovata per caso, un libro che vorrei, un tè che mi piace. Li lascio qui perché possiate tornare a farli vostri, se vorrete, quando anche da voi scenderà pioggia che evoca partenze, mani altrui, o incerte nostalgie.

darjeeling_(C)BobSacha

Una piantagione di tè nella regione indiana del Darjeeling, fotografata da Bob Sacha per il National Geographic. Cliccateci sopra per scivolarci meglio dentro: è una coperta di foglie e luce.

anita_nair_magicaindia

Anita Nair – l’autrice di “Cuccette per signora” – in questo libro raccoglie ricordi di leggende e fiabe della sua infanzia: cinquanta storie di magia e immaginazione, arricchite da tavole a colori. Lo immagino da sfogliare sorseggiando tè indiano, rimpicciolendo pagina dopo pagina.

È una rivisitazione dell’intero immaginario della sua India quella che la Nair propone in questi racconti, rivolti in primo luogo ai bambini indiani: un universo mitologico ricco di dèi, semidèi, demoni, asceti, re mitici e animali magici, che sin dalla notte dei tempi scandisce la ricerca del senso della vita terrena, dell’avvicendarsi delle stagioni, dei sentimenti e delle passioni dell’animo umano, del conflitto perenne tra le forze del bene e del male. Krishna e Vishnu, Shiva e Brahma, gli asura demoniaci sempre a caccia dell’amrita, il nettare della vita eterna, e ancora gli avatar, incarnazioni di un dio. Un mondo da cui a ogni pagina si sprigionano la spiritualità pervasiva dei personaggi e la forza degli elementi naturali. (dal sito dell’editore Donzelli)

E infine il tè, che non poteva essere altro che un Darjeeling.

gopaldhara_13_09_10

Questo: un semi-ossidato proveniente dal giardino di Gopaldhara.

Un giorno una persona che sa le cose dell’India mi raccontò il significato di questo nome: fonte o ruscello di Gopal, ovvero di Krishna calato nelle vesti di pastorello. Il mito, di nuovo. La fantasia.

Immagino questa incantata commistione d’acque – dalla terra, dal cielo – mentre ascolto tuoni lontani e gocce fitte, con in bocca un sapore di pesche e noci fresche: secco, prezioso e dolce come questo istante che non ha dimora, e dura.

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