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Questo piccolo libro si gusta come un assaggio raffinato sul quale il palato si sofferma per capirne sfumature e piccoli segreti. La letteratura che riguarda Mozart è sterminata, probabilmente con un po' di scetticismo ci si accosta oggi all'ennesima pubblicazione che riguardi il suo genio, ma questo racconto non delude, anzi lo si finisce con la sensazione di aver passeggiato fra decine di stanze precluse ai più e con la certezza di aver meglio compreso alcune pieghe del carattere del compositore salisburghese. Il racconto è affidato ad Aloysia Weber, che ormai anziana ripercorre i ricordi più significativi della sua fresca giovinezza e il suo privilegio di aver frequentato Amadeus, esserne stata amata e averlo rifiutato. Su questa base si innestano i rimpianti di un tempo ormai lontano, nel quale il genio di Mozart vibrava dei suoi successi maggiori, come pure delle delusioni, le cadute, le piccole e grandi frustrazioni dell'artista. Il racconto in prima persona è leggero, mai solenne, piuttosto possiede tutta la vivacità del capriccio della Aloysia fanciulla amata dal pubblico per le doti canore, il fascino che ella esercita su Amadeus, la scelta di sposare il noto attore Joseph Lange, il turbinare di eventi che vive nella Vienna più splendente, brulicante di artisti, fervida di quell'arte che resterà eternamente celebrata.
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