Magazine Diario personale

Io in:"Certe sere..."

Da Silvia

Certe sere succede che esci dopo parecchio tempo,lasciandoti alle spalle i tuoi figli che piangono la tua inaspettata dipartita e non ti senti neanche troppo in colpa.
Certe sere raggiungi le tue amiche in centro e mangiate gli spaghetti alle vongole,il risotto alla crema di scampi e la focaccia bianca calda.
Certe sere parlate così fitto e con ampi gesti del cuore che non vedete neanche il cameriere che cerca di sparecchiare.
Certe sere si parla di uomini,figli,famiglie,ricatti,dolori,amori finiti,amori difficili,amori facili come un gioco da bambini,progetti bellissimi,pettegolezzi sulle colleghe più giovani,la neve e le spese di gpl per scaldare tutto.
Certe sere mangiate in tre lo stesso profiterol con il cioccolato fondente fuso,dalla stessa coppa di vetro e panna,e vi si fanno le labbra nere e sembrate delle darkettone irriducibili ma ancora più belle.
Certe sere,parlando e parlando si è fatta mezzanotte e la sindrome di Cenerentola ti sfiora appena.
Certe sere ci si guarda la pelle e la si scandaglia alla stessa stregua del cuore,più difficile però,trovare qualcosa che lo lenisca come una crema efficace,appena uscita sul mercato.
Certe sere ci mettiamo a nudo e non si fa poi una gran fatica,sarà merito dell'insalata di mare.
Certe sere vi salutate con grandi baci ed abbracci e sembra quasi che non sia successo davvero,una serata ideale,una specie di sogno,una fetta di nuovo dentro alla quotidianeità schiacciante.
Certe sere parcheggi all'una di notte,con il tuo vecchio cappotto nero addosso,ti stringi le mani sulla vita e ti senti grande,forse già un pò vecchia e finalmente,silenziosa.
"Certe sere" pensi, mentre ti spogli piano e ti sdrai accanto ai tuoi figli piccoli ed arrotolati nel vostro piumone:"dovrebbe passarle la mutua":

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