Gli stereotipi de “La pupa e il secchione” non mi piacciono e lo voglio dire agli autori
Una mobilitazione in Rete per dire NO al programma tv e al degrado televisivo imperante: mail bombing alla redazione fino al 25 maggio 2010.
IO NON CI STO
Io non ci sto
alla dittatura televisiva dell’avvenenza,
che mi fa esistere solo se bella o appetibile,
barattando il mio pensiero in nome di una magra
visibilità.
Io non ci sto
ad essere solo corpo.
Da guardare,
da toccare,
da giudicare,
da mercificare.
Io non ci sto
poiché conosco
cosa genera l’offerta della mia carne
sugli sguardi inconsapevoli.
Io non ci sto
e pretendo rispetto
e che si dia spazio a tutte le mie
diversità.
La mia rivoluzione comincia con il rifiuto
dell’immaginario imposto
per mutare nel respiro di una nuova dignità.(G.V.)
Parte dal blog Un altro genere di comunicazione, sbarca su Facebook e trova il sostegno di blogger e associazioni impegnate a contrastare gli stereotipi di genere.
Ecco la mail bombing: chiunque si sente sconcertato, colpito o offeso dal modo in cui la dignità femminile e maschile paiono svilite dai modelli proposti dal programma “La pupa e il Secchione” può inviare la stessa mail alla redazione di Italia 1.
L’iniziativa è stata prorogata fino al 25 maggio 2010 per dare a tutti la possibilità di partecipare e perché è importante far sentire la nostra voce.
Oggi, grazie alla forza della Rete e del passaparola, possiamo essere ascoltati.
Lo dimostra l’intervento della capo progetto del programma sul blog “Un altro genere di comunicazione”, seppure a nostro avviso non soddisfacente, lo dimostra l’invito – declinato – a partecipare a “Domenica 5”.
I modelli proposti dal programma “La pupa e il secchione” paiono:
* incitare uomini e donne a umiliarsi reciprocamente: l’aspetto fisico e l’intelligenza sembrano essere due opposti che non possono incontrarsi e in guerra per prevalere;
* proporre modelli di relazione basati sulla prevaricazione e superficialità
* autodefinirsi reality, ovvero basati sulla realtà: la realtà è ben diversa e quella della televisione si sostituisce, così, nell’immaginario dello spettatore, a quella – diversissima – delle persone.
Io non ci sto.
Proponiamo PACIFICAMENTE e con gli strumenti del dialogo e dell’approfondimento modelli alternativi di maschile e femminile.
Se anche tu, come noi, non ci stai invia la tua mail a Italia 1 (qui trovi il testo da copiare e firmare e l’indirizzo a cui inviarla) e con un commento sottoscrivi questo comunicato.
Siamo SPETTATORI anche quando la televisione resta SPENTA. Non restiamo in silenzio, cambiamo i palinsesti.
Perché se la televisione è lo specchio dell’Italia, vorremmo poter usare di nuovo il telecomando.
Se sei un’associazione o un blog e vuoi essere tra sostenitori di questa iniziativa, comparendo fra i firmatari, scrivi a [email protected].
Se sei un cittadino, firmati con un commento a questo post.
Preleva il codice per incollare il banner sul tuo sito e diffondere l’iniziativa:
<br /> <br /> <a href="http://www.donnepensanti.net/2010/05/io-non-ci-sto/"><img src="http://www.donnepensanti.net/wp-content/uploads/2010/05/banner_stereotipi1.gif" title="io non ci sto: per una tv libera dagli stereotipi" alt="io non ci sto: per una tv libera dagli stereotipi" /></a><br />.<br />
Contatti:
[email protected]
Promotrici:
Maria Grazia Verderame – Un altro genere di comunicazione
Francesca Sanzo – Donne Pensanti
Giorgia Vezzoli – Vita da streghe
Lorenza Garbolino – Una nuova Era
Firmatarie/i:
Lorella Zanardo – Il corpo delle donne