Magazine Diario personale

io - random -

Da Patalice
io - random -Pensavo a tutte le cose che accumuliamo nella vita; a tutti quegli armadi stra-pieni e stra-colmi di una forma di tutto/niente dalle sfumature che si toccano impercettibilmente.
Non so se ciò che abbiamo definisca ciò che siamo, faccio ancora un po' di fatica nel districarmi nel parapiglia della definizione del mio io, e, alle volte, cerco e trovo la chiave di volta per avere una risposta che sollevi la coscienza, dalla momentanea perdita di senno. Inevitabile, quindi, che una compratice compulsiva consumista, come me stessa medesima, un giorno o l'altro, ebbra dei fumi del latte e nesquik o resa tale, dalle scarsissime ore dormite, finisse per identificarsi con le cose.io - random -Non so se ci avete mai badato, ma il mio nome rimanda ad una "certa" eroina della letteratura inglese, resa nota ai più grazie a mister Disney, la quale non riusciva a destreggiarsi nemmeno in un mondo costituito da lei, dal suo inconscio e dalla sua operatività onirica, e che, a più riprese, cerca la sua strada, asserendo di essere bravissima a dare consigli, agli altri però è mai a se stessa...
Mi piace cercare il pelo nell'uovo.
È più forte di me. Sviscerare faccende e questioni mi crea un stato di alterazione divineggiante... 
Mi piace polemizzare.
Su un fatto piccolissimo, riesco a montare un caso di stato, e sono innumerevoli le volte in cui mi sono trovata pentita di ciò che io stessa avevo fatto, rovinandomi momenti o intere giornate, solo ed esclusivamente per affermare un mio diritto al rompere le cosidette!
Mi piace il suono della mia voce.
E questo lo sapete, perché si evince dalla brevità concisa dei miei post, ma soprattutto lo sa chi mi vive attorno, che quando la conversazione "degenera" io sfodero "tono da maestrina" e la tanto temuta schiera di termini desueti e risolini irritanti.Tutto questo perché nel mio intimo, non c'è Chily, ma c'è un piombino...io - random -Un misto tra Lucy Van Pelt e Carrie Bradshow...
...che capisco che vi stiate chiedendo dove diamine vorrei andare a parare, ma amici miei, dirimpettai blogger, la realtà è che non sempre si va a parare da qualche parte nella vita, alle volte è giusto bello e sacrosanto, lasciare che le dita sguazzino sulla tastiera come pesciolini trascinati dalla corrente, che tu li guardi e pensi solo: "Che carini!"...  
Io non sono una di quei palati fine che occupano il mondo, io voglio sporcarmi le mani e godere e soffrire con identica intensità, senza lesinare orgasmiche soddisfazioni e cocenti bruciature all'anima.
E sto imparando a farlo.
Ed è bello, come un matrimonio, in salute e malattia - ricchezza e povertà; fino a quando non ci si stanca di aspettare il raggio di sole dietro le nubi più nere, possiamo ancora ritenerci più che soddisfatti!

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