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Io ricordo, io festeggio

Creato il 08 marzo 2011 da Luci

 

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Come succede quasi ogni anno, mi sono scontrata con uno dei miei amici maschi che, per fare il galante, manda un fiore il 7 marzo scrivendo: “non domani, ma ieri, oggi e dopodomani”.

Ho ringraziato, precisando però, che io oggi invece ricordo e festeggio.

Scusate ma io non la capisco questa retorica del “eh, ma un giorno solo, non vuol dire nulla!”

Andatelo a dire il 25 aprile, il primo maggio, il giorno di natale, andatelo a dire agli americani il 4 di luglio, ai francesi il 14 e provate a dire ai tedeschi che il giorno del crollo del muro “è solo un giorno”.

Oggi è l’otto marzo e io ricordo. ricordo le mie nonne, lavoratrici, dritte, coraggiose e forti.

Ricordo la mia mamma, che non si è arresa al futuro da ricamatrice che l’attendeva e che ha fatto tutta la vita l’insegnante amata da tutti i suoi “ragazzi” dei quali ero ferocemente gelosa.

Ricordo il mio primo colloquio di lavoro, quando mi hanno detto “mi dispiace, ma per il laboratorio preferiamo un uomo, sa, le gravidanze…”

Ricordo che in questi giorni, dall’altra parte del mare, ci sono donne che subiscono gli stupri della guerra.

Ricordo una ragazzina, sull’autobus, ieri. che guardava per terra. circondata da quattro energumeni di vent’anni.

“Di dove sei?”

“Armenia”

“E dove è l’Armenia?”

“Non puoi saperlo, è troppo piccola e lontana”

“Dimmelo che poi lo so, sai che hai dei begli occhi?”

E io ho colto la paura nei suoi occhi.

Perchè se si è straniere e sole e donne si è più fragili. E un uomo grosso, che si avvicina per fare il bullo in autobus fa paura.

Per questo io ricordo.

E ricordo anche che siamo un paese arretrato, che abbiamo la legge sulla fecondazione assistita più retriva d’europa, la chiesa cattolica più reazionaria e la classe politica più vergognosamente maschilista.

Ricordo che sul corpo delle donne si fa marketing, politica e affari.

Ricordo che alle prostitute viene ritirato il passaporto, vengono picchiate e mandate per la strada, non sul letto di Putin.

E anche festeggio.

Festeggio il mio lavoro, complicato e difficile ma che mi manda in giro per il mondo.

Festeggio la mia mamma e le sue amiche, che ce l’hanno fatta.

Festeggio le mie nonne, festeggio le donne.

Perchè donna è la mia mamma.

Donna è la mia nonna.

Donna è la mia amica.

E adesso, come avevo promesso, un po’ di sana scEnza.

Dovete sapere che, alla fine del 1800, in ambito scEntifico si parlava della “naturale inferiorità delle donne“.

E se ne parlava non al bar, no, in accademia. dove i migliori cervelli (maschi) discettavano sull’argomento.

Chi ha studiato scEnze conosce Broca e la sua catalogazione delle aree del cervello. l’area che ci permette di parlare, si chiama proprio col suo nome: area di broca ed è una zona della corteccia cerebrale fondamentale.

Il mio amatissimo Stephen Jay Gould, nel suo brillante libro (correte! comprate! leggete!) “Intelligenza e Pregiudizio” dedica un intero saggio all’innata inferiorità della donna e cita parti degli studi di Broca che vi vado prontamente a mettere qui:

We might ask if the small size of the female brain depends exclusively upon the small size of her body.  Tiedemann has proposed this explanation.  But we must not forget that women are, on the average, a little less intelligent than men, a difference which we should not exaggerate but which is, nonetheless, real.  We are therefore permitted to suppose that the relatively small size of the female brain depends in part upon her physical inferiority and in part upon her intellectual inferiority.

(…)


The man who fights for two or more in the struggle for existence, who has all the responsibility, and the cares of tomorrow, who is constantly active in combating the environment and human rivals, needs more brain than the woman whom he must protect and nourish, the sedentary woman, lacking any interior occupations, whose role is to raise children, love, and be passive.

(…)

Non vi basta Broca?

eccovi le Bon, (NOTA BENE: questo scritto è del 1879; la prima giornata della donna è del 1907)


In the most intelligent races, as among the Parisians, there are a large number of women whose brains are closer in size to those of gorillas than to the most developed male brains.  This inferiority is so obvious that no one can contest it for a moment; only its degree is worth discussion.  All psychologists who have studied the intelligence of women, as well as poets and novelists, recognize today that they represent the most inferior forms of human evolution and that they are closer to children and savages than to an adult, civilized man.  They excel in fickleness, inconstancy, absence of thought and logic, and incapacity to reason.  Without doubt there exist some distinguished women, very superior to the average man, but they are as exceptional as the birth of any monstrosity, as, for example, of a gorilla with two heads; consequently, we may neglect them entirely.

(…)


A desire to give them the same education, and, as a consequence, to propose the same goals for them, is a dangerous chimera… The day when, misunderstanding the inferior occupations which nature has given her, women leave the home and take part in our battles: on this day, a social revolution will begin, and everything that maintains the sacred ties of the family will disappear.

Felice otto marzo a tutti!

 


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