Lo scrittore Erri De Luca è accusato di un reato d’opinione per il suo sostegno alla lotta contro la TAV. Lo scorso settembre rilasciò una intervista nella quale disse che “la Tav va sabotata”, una frase che convinse i magistrati di Torino – allora guidati dal procuratore Giancarlo Caselli – ad aprire un fascicolo per istigazione a delinquere. Un reato che potrebbe costargli fino a cinque anni di carcere: “Quella frase la ripeterei perché è il mio pensiero. (…) Se mi condannano per istigazione alla violenza non farò ricorso in appello. Se dovrò farmi la galera per avere espresso una opinione, allora la farò”. In tutta Italia si organizzano letture, appelli e così via, sino all’invocare premi letterari in suo onore come lo Strega. Tutte le iniziative, anche quest’ultima, sono iniziative lodevoli, ma non credo alla bontà di certi premi letterari, per uno scrittore sono più importanti i lettori. Sostenetelo acquistando un suo libro, per esempio e a maggior ragione se non ne avete letto uno prima di oggi. Siccome a me De Luca piace e molto, vi consiglio il romanzo “Tu, mio”, la raccolta di scritti sparsi “Il contrario di uno” e le poesie di “Opere sull’acqua”, da cui ne estraggo una di seguito. E per concludere un video per cui vale la pena prendersi 10 minuti di tempo, in cui insieme a Gianmaria Testa ricorda Izet Sarajlić, poeta bosniaco che ha testimoniato con la sua vita, oltre che con la sua opera, come non si posso vivere senza poesia, come la poesia salvi la vita anche quando la morte è tutta intorno.
C’è il verbo snaturare, ci dev’essere pure innaturare,
con cui sostituisco il verbo innamorare
perchè succede questo: che risento il corpo,
mi commuove una musica, passa corrente sotto i
polpastrelli,
un odore mi pizzica una lacrima, sudo, arrossisco,
in fondo all’osso sacro scodinzola una coda che s’è
persa.
Mi sono innaturato: è più leale.
M’innaturo di te quando t’abbraccio.