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In effetti il sospetto è più che fondato: se si va a guardare la durata di vita, si scopre che i prodotti costruiti negli anni 70 potevano funzionare per 20-30 anni, quelli odierni hanno una durata inferiore fino a 10 volte.
Si tratta davvero di un sistema messo in atto dalle case produttrici per guadagnare di più a spese dei consumatori?
Per gli esperti del campo, l'usura programmata non è una novità, già negli anni '20 i produttori americani di lampadine si misero d'accordo in modo da diminuire la vita delle lampadine, che ai tempi era di 2500 ore, abbassandola fino a 1000 ore in modo da poterne vendere di più.
La stessa cosa successe con le calze di nylon DuPont che vennero modificate rendendole più fragili in modo che si smagliassero più facilmente.
E questi sono soltanto un paio degli esempi più conosciuti e famosi.
Per quanto riguarda le attuali accuse rivolte ai produttori di elettrodomestici, le variabili in gioco sono tante ed è difficile trarre conclusioni. Dal canto loro le case produttrici si difendono affermando che i prodotti moderni sono molto più complessi di quelli di 30 o 40 anni fa, con molta più elettronica e quindi più soggetti a possibili guasti. Inoltre fanno notare che gli elettrodomestici moderni sono anche più rispettosi dell'ambiente ed ecologici, quindi il ciclo di vita breve risulterebbe positivo in quanto permette un ricambio più frequente in direzione di prodotti più efficienti.
Come evidenziato dal sito Riparotto.com nel post in cui presenta l'iniziativa "IoRiparotto", spesso però a rompersi non sono complicati componenti elettronici, ma semplici piastre per il riscaldamento dell'acqua o guarnizioni di gomma.
Proprio nell'articolo viene riportato l'esempio della guarnizione di una lavatrice: il prodotto nuovo viene venduto a 170 Euro, mentre il solo ricambio della guarnizione viene fatto pagare dalla casa costruttrice ben 70 Euro, ovvero più del 40% del prodotto intero.
Lo stesso comportamento è stato anche osservato durante la trasmissione "Il Salvadanaio" di Radio 24 del 22 Marzo 2013 (ascoltabile a questo indirizzo) evidenziando come a volte singoli pezzi di ricambio arrivano a costare fino ad un quarto del prodotto completo.
In modo simile a ciò che avviene in Germania con la campagna "Murks? Nein danke!" in Italia viene lanciata l'iniziativa "IoRiparotto".
Riparotto, il sito dedicato alle riparazioni domestiche, attraverso la propria pagina Facebook o su Twitter grazie all'uso dell'hashtag #IoRiparotto vuole raccogliere le esperienze dei consumatori su prodotti che si rompono a fine garanzia e su case produttrici che puntano a disincentivare le riparazioni in favore di nuovi acquisti.
In questo modo si potranno mettere alla luce eventuali comportamenti disonesti, avvantaggiare le marche più virtuose nel momento di effettuare un nuovo acquisto ed anche scambiarsi consigli su riparazioni "non convenzionali" così da riuscire a combattere questa tendenza.
L'iniziativa è appena iniziata e dovremo aspettare un po' per avere dei dati interessanti, certo è che se confermata, l'usura programmata ottenuta attraverso difetti messi intenzionalmente dai produttori, risulterebbe una vera e propria frode nei confronti dei consumatori che quei prodotti li pagano e cari.
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