Da quanto sembra leggendo fra i dati emessi dall'ente Ipcc, pare esserci sempre meno tempo per provare a salvare il pianeta Terra. Gli avvisi sul clima emersi sono drammatici e sempre più allarmanti, stando a quanto riscontrato e diffuso dai mass media.
Leggendo dal sito di Ansa, infatti, è possibile riportare quanto segue:
"[...] Le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera hanno raggiunto i più alti livelli 'in 800 mila anni', 'resta poco tempo' per riuscire a mantenere l'aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi. [...]"
In altre parole, pertanto, mai tanto inquinamento si era registrato nell'atmosfera terrestre dalla comparsa dell'essere umano.
Tale quadro ha tinte fosche ulteriormente perpetuate da quanto sintetizzato dal giornale La Repubblica:
"[...] Tra il 1880 e il 2012 la temperatura della superficie terrestre e degli Oceani è salita di 0,85°C, a un ritmo troppo veloce. Resta poco tempo per intervenire e mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C. [...] Oltre all'impatto dell'uomo, analizza come i cambiamenti climatici siano già in corso e possano diventare irreversibili a meno che le emissioni di gas serra non siano tagliate. [...] gli scienziati sono certi al 95% che l'aumento dei gas serra dovuto a combustione di carboni fossili e la deforestazione siano le principali cause del riscaldamento dalla metà del ventesimo secolo. [...]"
Esisterebbe, pertanto, una probabilità assai consistente che l'aumento dei gas serra sia imputabile a fenomeni generatisi strettamente per cause umane: ( ab)uso di combustibili fossili e deforestazione. Tali fattori intervengono infatti, sin dalle loro componenti minime, sul ciclo di produzione di ossigeno ed anidride carbonica; in termini minimali la presenza di meno alberi può abbattere il ricambio di ossigeno, aumentando quindi la componente carbonica nell'atmosfera. Tale fenomeno sembra avere numeri sempre più lancinanti ed allarmanti, stando a quanto diffuso da studi richiamati su internet.
Citando infatti uno studio dell'anno 2013, intitolato " High-Resolution Global Maps of 21st-Century Forest Cover Change", è possibile richiamare quanto segue dal sito greenreport.it:
"[...] il mondo sta perdendo 50 campi di calcio di foresta ogni minuto di ogni giorno, l'equivalente di 68.000 campi da calcio ogni giorno nel corso degli ultimi 13 anni. [...]"
Vengono statisticamente bruciati, da quanto pare, 2mila chilometri quadrati di foreste tropicali.
Mediamente, ogni singolo anno. Con tutto quel che può conseguirne a livello mondiale.
Dati climatici come quelli denunciati da Ipcc possono realizzarsi, purtroppo, anche ( o soprattutto) per via di fenomeni troppo sottovalutati come questi.
La crisi climatico-ambientale attualmente in corso dovrebbe essere percepita come enormemente più importante ( ed urgente) di quella economico-finanziaria, in quanto notevolmente ridotti sembrano essere i margini di manovra per scongiurare ulteriori peggioramenti.
Peggioramenti da cui, è necessario scriverlo, non potranno che trarne cattiva sopravvivenza soprattutto le generazioni future.
Servono urgentemente soluzioni, tanto radicali quanto capaci di andare in manifesta controtendenza con le forme attualmente perpetuate di: sviluppo economico, politiche energetiche, politiche industriali, provvedimenti di politica sostenibile, [...].
Quali risultati sembra necessario adoperarsi per raggiungere, in un quadro di ottimizzazione delle politiche globali?
A tale domanda rispondono entrambi gli articoli diffusi su internet; il sito Ansa definisce infatti quanto richiamato nel seguito:
"[...] Le emissioni mondiali di gas serra devono essere ridotte dal 40 al 70% tra il 2010 e il 2050 e sparire dal 2100 [...]"
Quanto tempo resta, pertanto, prima del raggiungimento del punto di non ritorno?
Cosa potrebbe accadere, invece, qualora dovessimo scoprire di averlo già raggiunto?
Le domande sono molte, moltissime; è urgente fornire pronte risposte da non esercitare solamente a parole. Cosa potrebbe succedere con l'aumentare delle alterazioni ambientali già largamente in corso d'opera? Stando a report e testi diffusi, le conseguenze che sembrano definibili come minime potrebbero essere richiamate dal seguente elenco:
- Innalzamento dei mari a livello globale;
- Peggioramento dell'azione indotta dai gas serra stessi;
- Uragani più intensi e più frequenti, con possibilità di avere anche un aggravamento dei fenomeni metereologici estremi;
- Creazione potenziale di milioni di sfollati, a seguito di un concentrarsi di fenomeni differenti;
- Pericolo per la sopravvivenza della specie umana e di altre specie animali;
- Aumento dei periodi di siccità, parimenti a quelli di precipitazioni anche eccessive;
- Destabilizzarsi delle produzioni alimentari, con aggravamento delle condizioni di vita globali.
Non sembra esserci, pertanto, più adeguato tempo per fermarsi a riflettere.
La prima questione su cui concentrare i dibattiti nelle prossime conferenze ambientali sembra essere, al netto di diplomazie e dichiarazioni rituali, una sola ed ottimamente sintetizzata da La Repubblica:
"[...] La sfida più difficile sarà decidere chi dovrà fare cosa. Ma già si prevede una lotta tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. I primi chiederanno a tutti di abbracciare obiettivi ambiziosi, mentre i secondi potrebbero continuare a sostenere che ci sono nazioni che storicamente hanno maggiori responsabilità e dovrebbero essere in prima linea per aiutare i Paesi più poveri a far fronte all'impatto del riscaldamento globale. [...]"
Non sembrano, pertanto, esserci più margini disponibili per tardare nell'intraprendere azioni concrete. Azioni complesse, adatte all'enorme difficoltà della situazione che l'umanità pare trovarsi davanti.
Fonti:
" Allarme Onu sul clima", Ansa.it
(http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2014/11/02/onu-gas-serra-ai-massimi-da-800-mila-anni_6f15e6f1-2047-4312-9bbf-fc59ecd195f9.html)
" Climate change 2014 - Synthesis report", Ipcc.ch
(http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/syr/SYR_AR5_SPM.pdf)
" Clima - Agire subito per fermare il riscaldamento globale", La Repubblica
(http://www.repubblica.it/ambiente/2014/11/02/news/clima_le_concentrazioni_di_gas_serra_al_massimo_da_800_000_anni-99571639/)
" Deforestazione senza fine", greenreport.it
(http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/deforestazione-senza-fine-alber/)