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Di recente ha fatto il giro della rete la notizia della mamma blogger dell’Huffington Post che ha regalato al figlio tredicenne un iPhone. Cosa c’è di così sensazionale? Nulla se non il fatto che oggi regalare un cellulare ad un minorenne sembrerebbe essere diventato quasi un attentato alla salute oltre che alla morale. Allora dovremmo chiederci perché.
Vediamo subito quali sono i motivi per i quali la notizia ha destato tanto interesse. La signora Janell Burley Hofmann (che si occupa di programmi per migliorare i rapporti famigliari), per Natale ha deciso di regalare un iPhone al figlio Gregory. Il regalo però era accompagnato da un vero e proprio “dictandi” in 18 punti ai quali il ragazzino ha dovuto sottostare, insomma una sorta di Dogma vontrieriano. Molti gli apprezzamenti sul web ai veti posti dalla mammina politically correct.
Devo riconoscere che fra i vari punti il più interessante e il più condivisibile è senz’altro questo: “Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona”. E già, si vede che la mamma è una blogger ed è abituata ad aver a che fare con gente che sotto profili o nomi fittizi crede di potere dire e fare ciò che vuole. Telematismo muscolare, guerre a botte di link, offese inorganiche. Perché è così che funziona internet: nella liquidità della “second life” si può essere il pesce che si preferisce, squalo o delfino, ma ci si può anche impigliare nella rete, e allora ecco che la mammina ammonisce di nuovo: “Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’ università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione”. Insomma oggi un ragazzino non deve avere più paura dell'uomo nero o di "quelli che ti vendono le caramelle drogate"...ma del " cyberspazio". Mammina mia, questo in effetti fa davvero paura anche a me.
Ma siamo poi sicuri che un tredicenne possa capire tutto questo? Forse allora dobbiamo ritornare alla questione di partenza: regalare un cellulare ad un minorenne oggi può essere un attentato alla salute oltre che alla morale. Perché? Beh, andate a guardare qui tutte e 18 le regole che il giovane Gregory deve rispettare per meritarsi quel dannato iPhone e capirete che è come se la madre gli avesse detto: “ guarda pure questo bel film porno, ma quando fottono girati dall’altra parte”. Poteva fare a meno di regalarglielo; sarebbe stata più coerente.
Insomma: un piccolo, insignificante iPhone può essere per un tredicenne di oggi ciò che per noi era un film porno ieri? No, è anche e molto, ma molto peggio, perché le varie Moane e Ciccioline che hanno abitato le nostre adolescenze non facevano niente di male e non ci hanno ridotto alla cecità (per quanto il rischio, ammettiamolo, è stato notevole), mentre questi affari con mille applicazioni inutili e tastini vari, sembrano davvero essere la panacea di tutti i mali. E in fondo lo sono. Sapete perché? Beh, se leggo quanto la signora Hofmann dice a Gregory al punto 14 lo capisco di sicuro: “Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione”.
“Non è vivo, non è una tua estensione”. Ebbene si, io ho un telefonino da 19 euro e 90, e so perché ho un telefonino da 19 euro e 90. Ce l’ho perché so già che probabilmente se avessi comprato una di quelle inutili schifezze con mille tasti, non sarei stato diverso da tante persone che vedono il loro cellulare come qualcosa di “vivo, come una loro estensione”. Ma forse non l’ho comprato perché non saprei che farmene. Ci sono già i nostri profili su facebook che cominciano a prendere coscienza, credono di essere noi… chi gli da questa autorizzazione? AIUTO!
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