Bersani parla chiaro:“ Se non si garantisce la governabilità, noi ci metteremo di traverso. Dietro questa riforma c’è una logica furba del ‘muoia Sansone con tutti i filisteì”.
Ma mi chiedo: è lo stesso Bersani che, qualche settimana fa, ha cambiato, a colpi di maggioranza, ed in corsa, le regole delle primarie del suo partito?
Non sono forse anche le regole delle primarie, una “legge elettorale”?
Non hanno forse, Bersani, ed i suoi collaboratori, elaborato una serie di norme degne dei soviet di staliniana memoria?
E per quale motivo l’avrebbero fatto, se non per limitare la partecipazione dell’elettorato più fluttuante, in modo tale da tenere in saccoccia solo i voti della “nomenklatura” e garantire al segretario stesso una comoda vittoria?
Immaginate se una roba del genere l’avesse fatta un Berlusconi qualsiasi, già me li vedo, questi demiurghi, salire sulle barricate ed urlare alla porcata! Perché è di questo, in ultima istanza, che si tratta.
Per non parlare poi del magnifico regolamento per le primarie all’estero: a registrazioni già aperte, tutto ciò che si sa, è che gli italiani residenti all’estero potranno votare (non online, sebbene con l’innovazione tecnologica ci si sciacquino la bocca tutti, in questo partito), seguendo l’insensata procedura della preregistrazione-registrazionealseggiomanonprorpioilseggioincuivoterai-finalmenttevoto, ma non si sa ancora dove e come: non si sa di quali documenti si avrà bisogno, ma, soprattutto, non si sa ancora dove saranno costituiti i seggi: magari a Lisbona, piuttosto che a Barcellona, non ci saranno i gazebo, ed allora vai a farti benedire, partecipazione!
Ma, in fondo, l’obiettivo è proprio quello: farti passare la voglia, con buona pace della democrazia!
Quindi, caro Bersani, non fingere di cadere dalle nuvole e scandalizzati poco, quando le stesse cose le fanno gli altri!