di Giacomo Dolzani
Il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni, ha affermato che gli ultimi cristiani residenti a Mosul, città dell’Iraq settentrionale occupata dei terroristi dell’Isis, sono stati obbligati dagli jihadisti ad abbandonare le loro case ed a lasciare il territorio del nuovo, autoproclamato, Califfato Islamico, un’area situata a cavallo tra la Siria e l’Iraq nella quale i miliziani islamisti hanno instaurato il loro dominio,
sfruttando la debolezza sia del governo di Baghdad, che non ha avuto la forza di opporsi ai guerriglieri, sia di quello di Damasco, impegnato a combattere contro le diverse fazioni ribelli e che, di conseguenza, non ha più il controllo di gran parte del proprio territorio.
Secondo Wardumi ci sarebbero tra le 50 e le 100 famiglie di religione cristiana che sono state scacciate da Mosul, alle quali i terroristi hanno inoltre sequestrato tutti gli averi.