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Irrorazioni domenicali: la prova delle scie chimiche nell'assoluta irregolarità del fenomeno e nuove strategie di dissimulazione
Creato il 01 luglio 2011 da CorradopennaOvviamente potrei mettere immagini su immagini di queste incursioni aeree, di queste coppie di aerei che passano nel cielo rischiando di scontrarsi o volando assieme (altro che aerei civili), ma quello che è importante è osservare coi propri occhi e mostrare alla gente intorno a noi ciò che avviene nel cielo, facendo notare come una frequenza così irregolare non sia assolutamente compatibile con un normale traffico aereo civile (la registrazione video e lo scatto di fotografie in pieno sole per altro non è facile per chi non ha esperienza nel campo, ma al più presto metterò on line alcune di queste immagini).
Domenica scorsa ed anche nelle precedenti c'è stata in molte zone d'Italia una vera e propria incursione di questi aerei che volano bassissimo rilasciando bianche scie, scie che, per quanto fossero per lo più di breve durata, non erano certo scie di condensa: e come mai potrebbe essere d'estate a bassissima quota? Per altro che traffico aereo civile sarebbe mai questo, con aerei che fino alle 10 di mattina passano di rado e poi d'un tratto passano al ritmo di uno al minuto rilasciando scie bianche?
Evidentemente quelle che vediamo non sono scie di condensa, bensì scie che derivano dall'irrorazione intenzionale di composti chimici, come a colpire deliberatamente la popolazione che in una domenica d'estate esce fuori dalle proprie case per quella che crede sia aria pura. Ogni altra interpretazione ovviamente è indifendibile, visto che il lunedì successivo il traffico aereo si è ridotto ad un quarto di quello domenicale, visto che le scie bianche erano spesso interrotte (il motore difettoso e l'aereo che continua a tirare dritto senza perdere quota?)
Di fronte a questo scenario come fare ancora a dare credito ai personaggi del calibro di Gianni Comoretto (CICAP) che, nel tentativo di negare le scie chimiche, afferma che il traffico aereo è costante?
Purtroppo molta gente che pur si rende conto della realtà delle scie chimiche tende a considerare "scie di condensa" quelle scie che scompaiono dopo pochi secondi, tralasciando di verificare la quota ridicolmente bassa dell'aereo che le emette, il suo essere accompagnato ad altri aerei, il suo rumore roboante che prova la bassa quota di sorvolo, la frequenza assolutamente irregolare del traffico aereo, che ormai consiste quasi totalmente di aerei con scia (chimica).
L'osservazione costante nel tempo fa comprendere come il 99 per cento delle scie che vediamo al giorno d'oggi nei nostri cieli è una scia chimica.
Da notare infine come siano comparsi in questi giorni (e come siano stati presenti in discreta quantità in queste incursioni aeree domenicali, degli aerei dotati di nuove tecnologie di dissimulazione, che volano generalmente a bassa quota, e la cui scia è quasi invisibile ad una prima osservazione. Tuttavia se si fissa con attenzione la rotta dell’aereo dopo qualche secondo si scopre la scia dissimulata. Per altro osservando la zona in cui avvengono alcuni passaggi ripetuti di questi aerei si vede formare dopo un po’ la caratteristica “velatura” (artificiale), ovvero la permanenza di qualcosa in sospensione nell’aria che persiste per ore, come di pennellature biancastre nell’azzurro del cielo. Come ripeto con insistenza da tempo, solo la costante ed accurata osservazione del cielo permette di comprendere quello che stanno facendo, e permette di sbugiardare “esperti”, dj, meteorologi e ministri che negano l’esistenza delle scie chimiche.
La fisica non è una scienza astratta, in fisica la prova definitiva è quella sperimentale (che può comprovare o confutare le nostre o le altrui congetture): quando la “congettura delle scie di condensa” prevede traffico aereo regolare, scie che si verificano solo ad alta quota, scie solo negli spazi dei corridoi aerei, e noi verifichiamo invece l’esistenza di traffico irregolare, scie a bassissima quota, scie su qualsiasi zona dei cieli della nazione, non possiamo che rigettare tale congettura e comprovare invece l’esistenza del fenomeno delle scie chimiche, che per altro è un fenomeno storicamente documentato ed ammesso in certi casi persino dalle autorità competenti.
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