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Roba da pazzi direbbe qualcuno, 30 eroi direbbe qualcun altro, non so cosa rispondere direbbe il restante numero di persone che non sanno o che più semplicemente non vogliono sapere. Peggiore sarebbe sapere ma far finta di niente.
Questi 30 operai, padri di famiglia, professionisti riconosciuti nel mondo come i “guru” delle lame industriali (la I.S.A.P produce lame circolari per legno e metalli ed è produttiva e presente ai vertici del mercato dal 1930) non vogliono essere chiamati eroi, ne pazzi, ne in nessun altro modo.
Hanno voglia di gridare al mondo che sono stanchi, che nonostante gli acciacchi hanno ancora qualcosa da dare a questa società che mai come ora ha voltato loro le spalle e che mai nella storia, istituzionalmente parlando, li ha visti così protagonisti.
In primo piano, si. Sentono di dover essere loro a risolvere quei problemi che affliggono e incancreniscono la loro società, il loro collettivo e il marchio che per tantissimi anni ha visto la luce degli scaffali più alti del mercato mondiale.
Ma ora entriamo nello specifico, spieghiamo perchè questi UOMINI hanno incrociato le braccia e si sono seduti davanti al portone della loro azienda.
La I.S.A.P di Volpiano è stata, nel 2009, rilevata per il 60% da un'azienda gemella, ossia specializzata nelle stesse produzioni, chiamata STARK che è situata a Trivignano Udinese, provincia del capoluogo Friulano.
Da subito adotta un piano industriale apparentemente funzionale ma che ad oggi non si è mai concretizzato e di fatto nel 2011 arriva inevitabile un tracollo economico che porta l'I.S.A.P ad un preoccupante -1.700.000 €. Le stesse organizzazioni sindacali hanno richiesto l'immediata istituzione di un tavolo di crisi dopo che il 15 novembre la STARK ha comunicato l'intenzione di cessare l'attività dello stabilimento volpianese che già si è vista privare delle proprie consegne che vengono dirottate verso gli altri stabilimenti del gruppo (8 in tutto il mondo tra Italia, Brasile, Cina e Germania).
Il 24 novembre, gli operai e i loro delegati sindacali in assemblea permanente all'interno dello stabilimento I.S.A.P, hanno avuto modo di discutere del loro futuro con le alte sfere aziendali in un'aula nel Municipio di Volpiano. Diverse ore di discussione che però hanno lasciato tutti con in mano un pugno di mosche; i delegati sindacali infatti, hanno richiesto il ripristino della loro attività per tutti e 30 gli operai ed impiegati dello stabilimento. Come risposte, vaghe e poco concrete, hanno ricevuto la comunicazione dell'intenzione di creare una nuova società ed è stata usata la frase “con operai in affitto.
Basiti ed increduli, i delegati sindacali di FIOM e CISL hanno ribadito che non intendono subire ulteriori ricatti e che non possono permettere che in questa nuova società ci sia posto solo per 10 di loro, lasciando così altre 20 famiglie ad un futuro incerto. Se non altro, oltre il danno anche la beffa: nel 2006, in base ai livelli, l'azienda ha assorbito il superminimo imposto dal ccnl.
Detto ciò allarghiamo i nostri orizzonti, andiamo un attimo fino in friuli.
Lo stabilimento STARK di Trivignano conta un centinaio di operai che ad oggi lamentano problemi di gestione nei riguardi dei “gestori” dell'attività.
Anzi, si sentono letteralmente presi “A PESCI IN FACCIA” quando vengono a scoprire che i loro colleghi piemontesi rischiano di chiudere i battenti e soprattutto quando scoprono che molti dei loro macchinari, che loro sapevano in fase di revisione, erano invece stati venduti e trasportati nello stabilimento Cinese.
Cominciano dunque a farsi sentire questi signori con le tute blu, tanto che nella serata del 25 novembre viene presentata un'interrogazione al Consiglio Regionale del Piemonte durante un assemblea con operai, delegati ed operatori sindacali e la prima firmataria Eleonora Artesio, consigliere regionale Federazione della Sinistra in Piemonte. Mi rendo conto che le righe si stanno accumulando e che leggere stia diventando un po' noioso con tutte queste cose tecniche.
Se ti va puoi interrompere qua, però io vorrei che tu imparassi a conoscere queste persone.
La cosa che più mi ha fatto effetto la prima volta che ci siamo incontrati è stato questo signore sorridente con dei grandi baffi ingrigiti del tempo che si è presentato a noi per primo...
Con il passare dei giorni mi accorgo che che questi giovanotti, tanto più giovani non sono.
Sono padri di famiglia, operai vecchio stampo che oramai hanno la tuta blu addosso come una seconda pelle e a cui la pesantezza delle scarpe anti-infortunistiche è diventata la comodità delle pantofole di casa.
Vado profondamente orgoglioso di conoscere questi trenta individui che racchiudono tra loro l'anima di una nazione che piano piano sta andando verso un tracollo che è inevitabile. Loro, che tra un vaffanculo ed un altro, nonostante tutto, ancora hanno il coraggio di sorridere e nulla di più mi fa sentire al caldo che trovarli a discutere in queste sere fredde, quando a stare per strada ti si congela perfino l'anima, tutti insieme davanti ad un fuoco.
Questo fuoco che non si deve spegnere perchè deve rappresentare la speranza e la luce per un futuro che loro, a differenza di tanti giovani, vedono ancora possibile.
Non mi dilungo oltre se non per condividere ancora una frase che personalmente trovo di grande ispirazione.
"Sogna e sarai libero nello spirito, lotta e sarai libero nella vita" Ernesto “El Chè” Guevara
Tommy (PRC Settimo Torinese)
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