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Ischia d’inverno: cosa si mangia (e come si beve) sull’isola delle terme

Da Lilimadeleine

IschiaSiete mai stati a Ischia d’inverno, magari nel periodo di Natale?

Io no e mi piacerebbe. Sapete perché?

Facciamo un gioco: se dico Ischia e gastronomia a cosa pensate? Pesce e pizza? Sicuramente sì ma non solo.

Anche vigneti, funghi porcini, polenta, pasta e fagioli, salumi, coniglio, zucca e pane cotto a legna.

Grande frequentatrice di isole (Rodi, Isola d’Elba e Lampedusa le ultime di cui ho scritto, lontanissime tra loro geograficamente e culturalmente), nel mio immaginario l’isola è sinonimo di vacanze estive passate a girare in scooter tra spiagge, paesini e trattorie di pesce.

Ma ci sono isole con identità culturali così forti e un territorio prospero e fertile da racchiudere in sé un mondo intero che va oltre la semplice stagione estiva: ci sono isole che vivono tutto l’anno e che non muoiono quando l’ultimo gruppo di turisti sparisce all’orizzonte.

Al contrario, quello è il momento in cui diventano più reali.

Sarà perché l’estate appena passata è stata tra le più piovose che ricordi, a me è venuta voglia di Mediterraneo. E di passare le vacanze di Natale in un posto caldo (ma non troppo), dove si mangia bene, si beve ancora meglio e sopravvivono riti e usanze tradizionali.

Mi sono messa alla ricerca di un luogo simile e ho scoperto che Ischia d’inverno è una meraviglia.

Innanzitutto, a livello climatico è perfetta: offre un ricco calendario di sagre e iniziative culturali, molte delle quali legate ai riti del Natale, come i mercatini. La sua gastronomia autunnale e invernale è completamente diversa da quella estiva e, fattore essenziale, non essendo alta stagione tutto costa meno (e molti hotel hanno un centro termale): bazzicando siti come questo potrete farvi un’idea delle offerte in corso.

Quando poi ho letto che è partito un corso aperto a tutti per tramandare l’antica arte dei canestri, attività artigiana praticata da secoli sull’isola, mi sono convinta.

Vi piace l’idea?

Allora vi racconto qualcosa di più.

Ischia

VINI DI ISCHIA

In questo periodo a Ischia si festeggia il vino novello: l’isola abbonda di aziende vinicole (Pietratorcia, Casa D’Ambra, Di Meglio) e la vite è molto diffusa fin da quando gli antichi Eubei ne introdussero la coltivazione (infatti Virgilio e Ovidio chiamavano Ischia ‘Inarim’, ovvero vite). Ancora oggi a Ischia si produce vino utilizzando una tecnica particolare di origine greca, diversa rispetto a quella etrusca utilizzata nel centro-sud Italia.

Molte aziende aprono le porte ai visitatori e organizzano degustazioni, quindi un giro alternativo perfetto per l’autunno e l’inverno è un tour per cantine alla scoperta dei vini dell’isola, più raffinati e meno robusti rispetto ai classici vini del Meridione: Forastera, Biancolella, Guarnaccia, Rilla, Piedirosso, Ischia Bianco Superiore, Scheria Bianco e Rosso.

GASTRONOMIA INVERNALE

Passare l’inverno a Ischia, soprattutto durante il periodo di Natale, significa soprattutto entrare in contatto con le tradizioni gastronomiche isolane (da brava isola, Ischia ha una cucina di mare e terra) e scoprirne le sagre meno conosciute dal turismo di massa.

Il 24 e il 31 dicembre c’è la sagra del baccalà fritto: viene preparato in tutti i centri abitati dell’isola, quindi si va sul sicuro. E’ una specialità tipica di Ischia, che sulla tavola della Vigilia di Natale occupa un posto d’onore insieme al capitone fritto (si prosegue poi in leggerezza con insalata di rinforzo, pasta con le vongole, spigole, dentici e baccalà alla napoletana).

Dall’Immacolata all’Epifania Ischia profuma di dolci tipici: in tutte le case e le pasticcerie dell’isola trovate i roccocò (ciambelline profumate di spezie e arance e inventate – narra la leggenda – da un gruppo di suore nel 1300), gli struffoli (palline di pasta fritta ricoperte di miele, di derivazione addirittura greca), i mostacciuoli (dolci di vin cotto ricoperti di cioccolato) e i babà.

Naturalmente a colazione non ci si può esimere dall’addentare una sfogliatella.

L’inverno è anche la stagione perfetta per scoprire i fagioli rossi ischitani: si cuociono in una pentola di coccio tradizionale insieme a cotiche, pomodoro e peperoncino e il risultato è una pasta e fagioli densa e cremosa.

SAGRE, PRESEPI E MERCATINI DI NATALE

Non preoccupatevi della dieta, potete smaltire lo sproposito di calorie in eccesso camminando a caccia di mercatini di Natale (nel caso vi occorra, ecco la guida di sopravvivenza ai mercatini di Natale): ne troverete uno in ogni piazza, spesso a ridosso delle chiese che in questo periodo sono un tripudio di fiori, incenso e presepi artigianali.

Il 6 dicembre, per esempio, sul monte Epomeo (la cima più alta di Ischia, poco meno di 800 m) si festeggia San Nicola: sul sagrato dell’omonima chiesa, raggiungibile solo a piedi con una camminata in montagna, va in scena un banchetto a base di pane, salsiccia, friarielli, salumi tipici, polpette, caldarroste e dolci, tutto accompagnato dal vino locale.

Tra Natale e Capodanno, a Campagnano c’è il presepe vivente: tutto il paese si traveste con costumi tipici ottocenteschi, inclusi gli osti, quindi è come fare un salto indietro nel tempo. E ovviamente, oltre alla sfilata in costume, non mancano i cibi tradizionali: coniglio, gnocchi, pizza, carne alla brace, zeppole, formaggi, caldarroste e vino.

Allora, vi ho convinti a passare l’inverno a Ischia?

[Credits: foto by Morguefile]


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