Isis, jihadisti “circondano letteralmente” Kobane. 300.000 i profughi scappati dall’inizio dell’invasione

Creato il 12 ottobre 2014 da Nicola933
di Gabriella Maddaloni - 12 ottobre 2014

Di Gabriella Maddaloni. L’Isis continua inarrestabile la sua avanzata a Kobane, città siriana curda al confine con la Turchia. L’Ondus riporta che i jihadisti hanno attualmente in mano “il 40% della città”, e il quartier generale della città è compreso nella percentuale. L’ong aggiunge che “feroce” è stata la resistenza curda.

Al-Jazeera sostiene che l’Isis si è impadronito anche del carcere locale; Staffan De Mistura, inviato Onu per la crisi siriana, afferma che “Kobane è letteralmente circondata dall’Isis, se si eccettua uno stretto passaggio che permette di entrare e uscire dalla città. Sono 700 i civili ancora intrappolati a Kobane, che rischiano d’essere uccisi dall’Isis. Bisogna evitare un’altra Srebrenica (città in cui nel 1995 furono massacrati migliaia di musulmani dalle forze serbo-bosniache, ndr)”.

I raid della coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Usa continuano nei pressi della città e, sebbene Al-Jazeera, citando l’Ypg (forze di difesa curde), riporti la distruzione di alcuni siti jihadisti, i curdi precisano che questo non basta. I combattenti curdi chiedono infatti alla Turchia l’invio di uomini e armi, in particolare di razzi anti-carro per fermare i blindati Isis.

I raid aerei condotti vicino Damasco hanno prodotto almeno 18 morti, di cui 4 civili, informa l’Ondus. La Ong aggiunge anche che sono 300.000 in tutto i profughi scappati dalla regione dall’inizio dell’invasione dello Stato Islamico. 200.000 di essi sono fuggiti in Turchia. 500 sarebbero attualmente i caduti in battaglia, la maggior parte miliziani.

Intanto, la madre di Peter Kassig, ostaggio Usa in mano all’Isis e probabilmente sua prossima vittima, ha lanciato un appello su twitter al Califfo dello Stato Islamico, al-Baghdadi: “Sto provando a mettermi in contatto con lo Stato islamico a proposito della sorte di mio figlio. Sono una donna anziana e Abudl Rahman (il nome di Peter dopo la conversione all’Islam, ndr) è il mio unico figlio. Mio marito e io siamo soli, senza alcun aiuto dal governo. Vorremmo parlare con te. Come possiamo raggiungerti?”


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