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Islam a Kampala, ginocchia unite e bambine stuprate

Creato il 02 ottobre 2011 da Dragor

. Boda boda    Kampala è una città cosmopolita dove sono presenti tutte le religioni (c’è anche uno splendido tempio induista e perfino il più grande dei 7 templi Ba’hai nel mondo), ma la religione predominante è sicuramente l’islam.  In certi quartieri, come a  Kampala Hill,   c’è una moschea ogni 10 metri. Quali sono gli effetti di una forte presenza islamica in una città ufficialmente laica? Come cittadino provvisorio di Kampala, non ho tardato a vederli.

  A Kampala c’è un’incredibile quantità di boda-boda, le moto-taxi. Ci sono anche da noi, ma a Kigali tanto il conduttore che il passeggero devono portare il casco. Una recente legge ha reso obbligatorio anche lo smartcap, una cuffia di carta per impedire il contatto del casco con la testa del passeggero e la conseguente propagazione di microbi. o pidocchi. Anche a Kampala la legge impone il casco, ma non lo porta nessuno.  Nemmeno per sbaglio. Si direbbe quasi che la legge ne vieti l’uso. E se guardate le boda-boda, notate una strana cosa tutte le donne sul sellino posteriore sono sedute astride, ossia di traverso, all’amazzone, con le gambe da un solo lato. Una posizione pericolossima, specialmente su piccoli veicoli a due ruote che fanno slalom a velocità pazzesca fra macchine, camion e autobus su strade piene di buche. Così ho domandato: “Come mai le donne stanno sedute in quel modo invece d’inforcare la sella a cavalcioni?”

   Il conduttore di una boda-boda mi ha risposto così: “La comunità islamica ritiene scandalosa una donna a cavalcioni della sella. Così ha fatto pressione sulla municipalità e la municipalità ha promulgato una legge che impone alle donne di sedersi con le gambe da una sola parte.” La municipalità ha reso obbligatorio anche l’uso del casco, ma questa legge non la rispetta nessuno. Mentre tutte le donne, anche le non musiulmane,  si siedono sulle moto con le gambe da una sola parte.  Per chi non avesse capito chi comanda in città.

   A Kampala si pubblicano molti eccellenti giornali, tutti impaginati all’inglese, formato tabloid e una quantità di pagine. Il mio preferito si chiama New Vision. L’altro ieri ho letto che una donna di 28 anni ha stuprato un bambino di 6, i vicini l’hanno sorpresa  mentre aveva sexual intercourse con il marmocchio e hanno cercato di linciarla. Ovviamente la stupratrice di marmocchi rischia qualche decina di anni di galera, se non l’ergastolo. Sulla pagina accanto compare il seguente articolo: “La municipalità di Kigali invita la comunità islamica a ridurre, per quanto possibile, il numero dei matrimoni con bambine, perché un matrimonio precoce potrebbe compromettere il percorso scolastico.” Avete capito? Le bambine non sono traumatizzate, sconvolte, bloccate nel loro sviluppo, rovinate per tutta la vita. No, hanno solamente qualche problema a scuola, perché la loro attività di mogli potrebbe distrarle dagli studi. E la municipalità di Kampala non sbatte in galera gli stupratori. No, li invita timidamente a ridurre per quanto possibile gli stupri. Tutto perché la stupratrice di marmocchi ha agito in proprio, mentre gli stupratori di marmocchie agiscono sotto l’ombrello protettivo dell’islam che con l’hadith Boukari autorizza ogni musulmano a portarsi a letto le bambine come Muhammad.

    Ecco perché dobbiamo opporci alla Sharia, la legge islamica, che molte comunità musulmane stanno cercando di imporre nel mondo intero. Rende legale il crimine.

Dragor


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